Il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024 rileva condizioni di benessere peggiori rispetto alla media dell'Unione europea. Nel 2024 il rischio di povertà in Italia è al 18,9%, superiore alla media Ue27
In base a quanto emerge dal Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024 diffuso dall'Istat, rispetto alla media europea in Italia si osservano condizioni di benessere economico in calo. Il rischio di povertà nel 2024 è al 18,9%, contro il 16,2% dell'Ue27. La disuguaglianza del reddito netto è anche più alta (5,5% Italia contro 4,7% Ue27). Giunto alla dodicesima edizione, il Rapporto Bes offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano l’Italia, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.
I domini dell'Istat disegnano l'Italia nell’ultimo Rapporto Bes
Il confronto con l'Europa (media Ue27), possibile su 39 indicatori - 22 dei quali disponibili anche distinti per genere - mostra una situazione peggiore per l'Italia su 18 indicatori, migliore su 11. In generale per l'Italia, poco più di un terzo (34,3%, 47 indicatori) dei 137 indicatori Bes per i quali è possibile il confronto con l'anno precedente migliora in modo significativo; il 26,3% degli indicatori è su livelli peggiori (36) e il 39,4%, la quota più consistente, risulta stabile (54 indicatori). Per quanto riguarda il dominio "Lavoro e conciliazione dei tempi di vita" migliorano 7 indicatori su 13 e ne peggiorano 5; per "Qualità dei servizi" 6 indicatori sono in miglioramento, 6 in peggioramento su 16 totali. In "Sicurezza e Politica e istituzioni" si osserva la maggiore quota di indicatori in peggioramento nell'ultimo anno, così come anche nel dominio “Relazioni sociali”.
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Non solo numeri negativi
I dati rilevano anche che il sovraccarico del costo dell'abitazione colloca l'Italia in vantaggio con 3,1 punti percentuali al di sotto della media europea (8,2%), ciò avviene anche per gli indicatori relativi alla povertà materiale e sociale e alla difficoltà ad arrivare a fine mese. Per quanto riguarda Salute e Sicurezza, l'Italia mostra risultati positivi rispetto alla media europea per la mortalità evitabile (17,6 rispetto a 25,8 per 10mila abitanti della media europea). Così come anche per la speranza di vita che è di 84,1 anni, superiore alla media Ue27 di 81,7 anni. Anche il tasso di omicidi è tra i più bassi d'Europa (0,6 rispetto a 0,9 per 100mila abitanti in Ue27).
In generale nel lungo periodo il quadro relativo agli indicatori è più positivo: oltre la metà degli indicatori migliora (70 su 128 Bes), solo 16 peggiorano, mentre per un terzo di essi non è possibile individuare una tendenza univoca. Tutti gli indicatori di Sicurezza migliorano, come anche oltre i tre quarti degli indicatori di Innovazione, ricerca e creatività, Politica e istituzioni e Benessere soggettivo. Per tutte le regioni del Nord e del Centro, escluso il Lazio, nell'ultimo anno disponibile, il 60% o più dei 134 indicatori regionali analizzati mostra livelli di benessere migliori della media Italia, con punte del 70% e oltre per le due Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Al contrario, in tutte le regioni del Mezzogiorno, a eccezione dell'Abruzzo, la maggioranza degli indicatori registra valori peggiori di quelli nazionali; in Campania e in Puglia ciò accade per più di sette indicatori su 10.