Inps, allarme pensioni per circa 550mila iscritti alla gestione separata. I dati

Economia
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Introduzione

Designer, esperti informatici, interpreti, insegnanti di pilates e yoga, wedding planner e consulenti finanziari: è formato da questi e altri profili di lavoratori autonomi il plotone dei quasi 550 mila iscritti alla gestione separata dell'Inps, cresciuti a dismisura (del 68%) tra il 2015 e il 2024. E se il numero è salito, i loro redditi (medi), seppure in aumento, sono, comunque, pari a 18 mila euro, tanto da far scattare il campanello d'allarme sull'adeguatezza della loro futura pensione, visto che più di un terzo dei versamenti non garantisce prestazioni concrete, segnalando l’urgenza di rivedere il sistema previdenziale. Ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

L’analisi di Confcommercio

È Confcommercio professioni ad aver promosso il primo censimento degli esponenti di varie categorie (alcune di recente istituzione) riuniti in associazioni e fuori dal perimetro degli Ordini, con l'obiettivo di richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla necessità di intervenire con tutele assistenziali, considerando che, ha detto la presidente Anna Rita Fioroni, il loro tenore di vita "si ridurrà drasticamente" una volta andati in quiescenza. Secondo il primo rapporto sui “Professionisti nella gestione separata Inps”, tra il 2015 e il 2024 la crescita è stata pari al 68%, spinta verso l’alto dalle donne, che con un aumento del 91% rappresentano ormai il 47% del totale. L’età media resta stabile a 44 anni e oltre il 50% dei professionisti ha tra i 25 e i 44 anni.

 

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I dati sui redditi

Dalle rilevazioni emerge che il reddito medio dei professionisti iscritti alla Gestione Separata si mantiene attorno ai 18 mila euro annui, nonostante l’incremento complessivo delle entrate. Questo dato è legato soprattutto all’ingresso di molti giovani lavoratori con compensi contenuti e a significative differenze generazionali, dovute anche al raggiungimento del minimo contributivo. I versamenti restano sostanzialmente invariati, sostenuti in parte dall’aumento delle aliquote. La maggiorazione dello 0,72%, destinata a coprire tutele come maternità, malattia e assegni familiari, ha consentito di finanziare prestazioni cresciute del 50% in sei anni, assorbendo circa un terzo delle contribuzioni complessive.

 

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Cosa indicano

Difatti, "le simulazioni previdenziali mostrano uno scenario preoccupante: un professionista che versa alla gestione separata dell'Inps inizia a contribuire a 30 anni e si pensiona a 67", dunque "perderà oltre la metà del reddito" quando si ritirerà. Il tasso di sostituzione lordo (il rapporto tra la pensione e l'ultimo guadagno) "si aggira attorno al 45-46%, mentre quello netto scende fino al 40% per i redditi medi. E chi entra più tardi nella gestione separata (ad esempio a 35 anni) vede peggiorare ulteriormente gli indicatori, con assegni che non superano il 37-41% dell'ultimo reddito".    

L’importanza degli strumenti di integrazione pensioni per Fioroni

Per Fioroni, dati alla mano, "colpisce il divario strutturale tra le prestazioni di welfare della gestione separata Inps e le contribuzioni corrispondenti. Ciò significa che i professionisti iscritti in via esclusiva ottengono prestazioni di welfare (come l'indennità per ricovero ospedaliero, la maternità e paternità e il congedo parentale) di molto inferiori alla contribuzione pagata". Perciò, incalza, sarà "sarà fondamentale pensare a strumenti di integrazione della pensione futura che Confcommercio sta già offrendo nell'ambito della previdenza di secondo pilastro", visto che "il fondo Fon.te è esteso su base volontaria a imprenditori autonomi e liberi professionisti del sistema", chiosa la presidente di Confcommercio professioni.

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Le opinioni di Sangalli e Calderone

Uno scenario, questo, in cui la previdenza integrativa diventa uno sbocco importante, quasi ineludibile, con il fondo Fon.te esteso su base volontaria a imprenditori autonomi e professionisti che, ha osservato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, sono "una parte indispensabile" della Confederazione. E, ha tenuto a sottolineare in un messaggio il ministro del Lavoro Marina Calderone, "la sfida più urgente è costruire un welfare capace di includere anche chi lavora in autonomia, senza Ordini, Casse private, o strutture consolidate" e "un sistema di protezione sociale" che protegga tutti gli occupati.

Le parole del sottosegretario Bitonci

Il governo sta lavorando ad uno schema di decreto sul nuovo codice degli incentivi: particolare attenzione merita l'articolo 10" del testo che "disciplina la partecipazione dei lavoratori autonomi ai bandi pubblici, così che i professionisti che possano accedere" alle agevolazioni "alle stesse condizioni delle Pmi (Piccole e medie imprese)". Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alle Imprese e al made in Italy Massimo Bitonci, nel videomessaggio inviato in occasione dell'evento di Confcommercio professioni, menzionando pure la proposta di legge, nata "su iniziativa del Cnel, attualmente all'esame della commissione Lavoro della Camera, dedicata al welfare dei professionisti iscritti alla gestione separata dell'Inps. Investire nei professionisti - conclude - significa investire nel futuro del Paese".

 

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