Tassa di soggiorno, aumenti anche nel 2026: verso 1,3 miliardi di incassi. La situazione

Economia
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Introduzione

Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato, nel decreto Anticipi, la proroga per l'anno prossimo delle misure incrementali dell'imposta di soggiorno. Come si legge in un passaggio del comunicato finale del Cdm, il maggior gettito sarà destinato per il 70 per cento agli impieghi previsti e per il 30 per cento al bilancio statale, per incrementare le risorse del Fondo per l'inclusione delle persone con disabilità e del fondo per l'assistenza ai minori. Un passaggio che divide. Secondo alcune stime, nel 2026 gli incassi relativi all'imposta di soggiorno potrebbero toccare quota 1 miliardo e 300 milioni: un vero tesoro che, considerando anche la continua corsa degli incassi, fa scaldare gli animi e accende il dibattito. Ecco cosa sappiamo

Quello che devi sapere

La proroga

Il decreto Anticipi è stato approvato lo scorso 14 ottobre dal Consiglio dei ministri. Tra le altre cose, prevede la proroga per il 2026 delle misure incrementali sull'imposta di soggiorno. Non solo: il 30 per cento del gettito extra sarà girato al bilancio statale mentre il 70 per cento resta agli impieghi già previsti. L'obiettivo del maggior gettito è quello di incrementare il fondo per l'inclusione delle persone con disabilità e quello dedicato all'assistenza ai minori.

 

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La bozza

Gli aumenti erano stati decisi per l’anno giubilare ma ora si va verso la proroga. Le disposizioni introdotte per il Giubileo, si legge nella bozza del decreto, "nelle more della revisione della fiscalità collegata al soggiorno temporaneo in strutture ricettive", potranno essere applicate anche nel 2026. Il maggior gettito derivante dall'incremento dell'imposta di soggiorno sarà in questo caso per il 70% destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali e per il 30% acquisito dal bilancio dello Stato, per essere destinato a incrementare le risorse di cui al Fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità.

 

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In Lombardia e Veneto possibili aumenti per Olimpiadi

Nella bozza del decreto approvato dal Cdm si legge anche che i Comuni che ospiteranno le Olimpiadi invernali avranno la facoltà di aumentare l'imposta: andare in vacanza in Lombardia e Veneto nel 2026, quindi, potrebbe costare oltre 5 euro a notte di tasse di soggiorno. Il maggior gettito sarà per il 50% acquisito al bilancio dello Stato per essere destinato a finanziare gli interventi connessi agli eventi dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026.

 

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Le stime

La tassa di soggiorno, nel corso degli anni, è diventata un vero e proprio tesoro. “Già il 2025 sarà un nuovo anno record per quanto riguarda gli incassi dell'imposta di soggiorno, che raggiungeranno ben 1 miliardo 186 milioni segnando un incremento significativo rispetto all'anno scorso, pari al +15,8%”, ha spiegato Massimo Feruzzi, responsabile dell'Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno di Jfc. E ha aggiunto: “Dalle prime rilevazioni e stime riferite al 2026, gli incassi relativi all'imposta di soggiorno, tra incrementi di tariffe, modifiche al regolamento con ampliamento dei periodi di applicazione dell'imposta e altre amministrazioni che la introdurranno, potrebbero toccare quota 1 miliardo 300 milioni”.

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Il boom dal 2011

Rispetto al 2011, primo anno di applicazione dell'imposta di soggiorno a livello nazionale, c’è stato un vero e proprio boom. All’epoca, i tredici Comuni che applicarono la tassa di soggiorno incassarono 77 milioni di euro. Da lì è partita una crescita vorticosa, che si è fermata solo nel 2020-2021 quando l’emergenza Covid ha fatto incassare solamente 192 milioni e 263 milioni, riesplosi già nel 2022 con 628 milioni.

Le parole di Daniela Santanchè

"Quello che si sta facendo, quello a cui si potrebbe arrivare, ma non ci sono ancora determinazioni, è che la tassa di soggiorno, una parte di quella tassa di soggiorno, rispetto alle risorse che si stanno mettendo sul territorio per le Olimpiadi, il 30%, potrebbe tornare allo Stato", ha confermato nelle scorse ore la ministra del Turismo Daniela Santanchè. "Ma ripeto - ha aggiunto - sono discussioni che stiamo facendo, non c'è ancora nulla di deciso".

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Critiche le opposizioni

La notizia dell'ulteriore aumento della tassa di soggiorno, comunque, ha già sollevato polemiche. Secondo la deputata Silvia Roggiani della presidenza del gruppo del Pd alla Camera, "il turismo crea ricchezza che finisce allo Stato mentre ai Comuni restano i costi e gli effetti dell'overtourism. La tassa di soggiorno dovrebbe servire a compensare questi squilibri, ma il governo Meloni sceglie di metterci le mani sopra, sottraendo il 30% delle risorse per finanziare spese che dovrebbero essere già coperte dal bilancio statale, come l'assistenza ai minori non accompagnati". La vice capogruppo dem alla Camera, Simona Bonafè, è convinta che sia "un grave errore che il governo sottragga risorse ai Comuni, destinate a servizi e sviluppo dei territori, per finanziare politiche sociali che dovrebbero essere garantite direttamente dallo Stato". "L'idea della ministra Santanché è togliere soldi ai Comuni, di spolparli", ha detto anche la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella, aggiungendo che la tassa di soggiorno ovunque, “da nord a sud, è una boccata di ossigeno per sostenere le prestazioni sociali. Per fortuna non c'è nessuna decisione, speriamo che si fermi qui la questione, sarebbe un prelievo insostenibile, tenuto conto anche dei continui tagli dei trasferimenti ai Comuni e delle ingenti spese legate all'impatto del turismo sulle comunità”.

La reazione di Anci

L'Anci, tramite il presidente Gaetano Manfredi, ha attaccato: "Esprimiamo la nostra contrarietà in merito. Pur apprezzando la proroga dei limiti massimi dell'imposta di soggiorno anche per il 2026, ci preoccupa la disposizione che prevede di destinare una quota dell'eventuale gettito aggiuntivo alle coperture delle spese comunali per i minori e l'assistenza agli alunni disabili. Ciò che il governo propone ci sembra una 'soluzione tampone' e incerta nel quantum che scarica sui bilanci comunali una spesa che spetta allo Stato". L'imposta di soggiorno "non costituisce un'entrata libera – ha sottolineato ancora - ma è stata concepita per finanziare le spese direttamente collegate all'impatto dei flussi turistici (come mobilità, decoro urbano, rifiuti, sostegno alle strutture ricettive). L'utilizzo di questa imposta per finanziare spese obbligatorie per il sostegno a minori e disabili, che per loro natura sono spese statali, rischia di snaturare il principio fondante dell'imposta stessa".

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"Un provvedimento assurdo”

Ancora peggio va sul fronte degli operatori turistici. "Un provvedimento assurdo in un Paese in cui la domanda interna ristagna, il livello di tassazione resta tra i più elevati d'Europa e il turismo chiuderà la stagione in positivo principalmente grazie alle presenze estere. Anche una misura inattesa, visto che erano in corso discussioni sul tema con le parti sociali. L'imposta di soggiorno diventa così, definitivamente, una tassa sui turisti, una sorta di addizionale sulle presenze, e non uno strumento per migliorare la qualità dell'offerta e delle destinazioni", ha tuonato Vittorio Messina di Assoturismo Confesercenti. Ha anche ricordato che la tassa "era nata come imposta di scopo, destinata a finanziare investimenti turistici e interventi di valorizzazione dei territori ma di questi investimenti, finora, se ne sono visti pochissimi".

“La fame di denaro dei Comuni e dello Stato galoppa”

Critiche anche da Federalberghi: "Il Giubileo è alle battute finali ma la fame di denaro dei Comuni e dello Stato continua a galoppare. La categoria degli albergatori sottolinea da sempre l'importanza di assicurare che una parte del gettito della suddetta imposta sia destinata alla riqualificazione delle imprese turistiche e indirizzata a contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle imprese turistiche incaricate della riscossione dell'imposta".     

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Parere negativo anche dal Codacons

Parere negativo anche dal Codacons: “Qualsiasi aumento della tassa di soggiorno si tradurrebbe in un enorme regalo per i Comuni e in un danno per il turismo". I consumatori hanno sottolineato come manchi "del tutto la trasparenza circa l'uso che le amministrazioni comunali fanno di tali risorse, con il rischio che i proventi della tassa siano utilizzati dagli enti locali per coprire buchi di bilancio, in violazione della normativa di settore".

Le organizzazioni chiedono "una correzione di rotta"

Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi hanno commentato la notizia anche con una nota congiunta. "Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso, ma le avvisaglie sul contenuto della legge di Bilancio sembrano andare in direzione completamente opposta. Rinnovare l'incremento di 2 euro, che avrebbe dovuto riguardare solo l'anno giubilare, equivale a un aumento dell'imposta compreso tra il 20% (da 10 euro a 12) e il 40% (da 5 a 7). Ancor più sconcertanti sono le indiscrezioni relative alle località interessate dalle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, per le quali viene preannunciato un aumento del 140% (da 5 euro a 12). Sono valori stellari, che si commentano da soli. Uno svarione che confidiamo venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della Manovra", si legge. Le organizzazioni "chiedono al governo di non inasprire la pressione fiscale e ribadiscono la necessità di assicurare che una parte del gettito venga destinata alla riqualificazione delle imprese turistiche, in ossequio a quanto previsto dalla legge vigente, che purtroppo viene disapplicata dai comuni, e di contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle imprese turistiche incaricate della riscossione dell'imposta".

 

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