Irpef, le ipotesi in vista della prossima Manovra: cosa cambia per buste paga e pensioni
EconomiaIntroduzione
Riduzione Irpef ma non solo. A partire da gennaio 2026, potrebbe partire la nuova imposta sul reddito delle persone fisiche voluta dal governo di Giorgia Meloni, che ha l’obiettivo di alleggerire il prelievo fiscale per circa dieci milioni di contribuenti, tra cui rientrano lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati. La misura avrebbe l’obiettivo di ritoccare verso il basso l’aliquota applicata ai redditi compresi tra i 28 e i 50 mila euro, che scenderebbe dal 35% al 33%
Quello che devi sapere
Lo sconto e i correttivi
Secondo le elaborazioni dei Consulenti del Lavoro, l’ultima simulazione evidenzia che lo sgravio fiscale raggiungerebbe i 440 euro annui per i redditi di 50mila euro, a causa del funzionamento progressivo dell’imposta per scaglioni. Questo beneficio massimo poi, sempre secondo le elaborazioni di Consulenti del Lavoro, dovrebbe rimanere fino ai redditi di 63.500 euro.
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I risparmi fascia per fascia fino a 50 mila euro
In base alle simulazioni attuali, ecco come funzioneranno i tagli:
- chi percepisce 30mila euro l’anno otterrà un taglio dell’Irpef di circa 40 euro;
- chi dichiara 35mila euro beneficerà di un risparmio di 140;
- chi dichiara redditi di 40mila euro riceverà uno sconto di 240;
- chi ne dichiara 45mila, risparmierà 340 euro;
- chi guadagna invece 50mila euro ne risparmierà 440.
Per approfondire:
Fisco, da detrazioni in base a figli a taglio dell’Irpef: le misure allo studio in Manovra
Le detrazioni fiscali
Due anni fa, per compensare il vantaggio fiscale concesso ai redditi più bassi, venne introdotta una franchigia che limitava le detrazioni per chi superava la soglia dei 50 mila euro annui. Attualmente, i contribuenti con redditi oltre tale livello sono circa tre milioni, mentre quelli che dichiarano più di 100 mila euro rappresentano meno del 2% del totale. Come riporta Il Corriere della Sera, escludere queste fasce dal nuovo beneficio permetterebbe di ridurre la spesa complessiva di circa 200 milioni di euro
Le ipotesi su contributi familiari e bonus edilizi
Tra le ipotesi in discussione si starebbe valutando anche l’introduzione di una sorta di "quoziente familiare", cioè di un limite modulato in base al numero di figli a carico. Intanto, per il 2026, i bonus legati all’edilizia dovrebbero scendere al 30% sia per le abitazioni principali sia per le seconde case. L’esecutivo, però, sarebbe intenzionato a prorogare il credito d’imposta del 50% sugli interventi nelle prime abitazioni e mantenere quello del 36% per le seconde
Le ipotesi sulle pensioni e detassazione
Tra le ipotesi al vaglio del governo figura anche un possibile sgravio fiscale sulla tredicesima mensilità, misura che potrebbe coinvolgere pure i trattamenti pensionistici. Forza Italia spinge per estendere la detassazione anche agli straordinari e ai premi di produttività, mentre la Lega propone di ampliare la flat tax al 15% per i lavoratori autonomi, innalzando il limite di reddito dagli attuali 85 mila a 100 mila euro annui
Il fiscal drag e le stime dell’Upb
A loro volta i sindacati chiedono la restituzione del cosiddetto fiscal drag, ossia l’aumento della pressione fiscale che deriva dall’inflazione. Quando i prezzi crescono, anche gli stipendi nominali tendono ad aumentare, ma gli scaglioni e le aliquote Irpef restano invariati, provocando di fatto un incremento delle tasse. Secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, questo meccanismo, spesso poco visibile ma pesante per i contribuenti, comporta per lo Stato un incasso aggiuntivo di circa 3,3 miliardi di euro all’anno
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