Fisco, da detrazioni in base a figli a taglio dell’Irpef: le misure allo studio in Manovra
EconomiaIntroduzione
Nella prossima manovra si studia il taglio dell’Irpef (da 35% al 33%), che dovrebbe coinvolgere 13,6 milioni di contribuenti. Allo studio anche – sulla scia della precedente legge di Bilancio – un meccanismo di detrazioni messo in relazione al quoziente familiare. Trapela anche l’ipotesi di mantenere i bonus edilizi al 50% per le prime case. Di seguito i principali interventi a cui sta pensando il governo. La manovra è attesa tra un mese (cioè il 20 ottobre) in Parlamento.
Quello che devi sapere
Le detrazioni
Anche questa legge di bilancio, come la precedente, guarda al quoziente familiare per ridisegnare il sistema delle detrazioni. L'intervento cui si lavora in vista della prossima manovra è ancora tutto da definire e andrà calibrato con quello che sarà il taglio dell'Irpef per il ceto medio. Ma l'idea sarebbe mantenere le detrazioni per chi è in difficoltà economica e intervenire per contrastare la denatalità. Lo ha detto il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, parlando delle possibili misure della prossima manovra a Telefisco sul sito de Il Sole24Ore
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Le tappe della manovra
La manovra è attesa tra un mese (il 20 ottobre) in Parlamento. Entro il 2 ottobre va chiuso il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), il testo che sostituisce la vecchia Nadef, con le stime tendenziali e programmatiche del triennio e anche un primo assaggio delle misure che andranno a comporre la legge di bilancio. Poi entro il 15 ottobre va inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio
Il taglio della seconda aliquota: dal 35% al 33%
A livello di misure le priorità partono dal nuovo taglio dell'Irpef, che questa volta andrà a concentrarsi sul ceto medio. La volontà è di tagliare la seconda aliquota di due punti, portandola dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro. Un intervento che, secondo alcune stime, necessiterebbe di almeno 2,5 miliardi. Se ci saranno le risorse (servono circa 4 miliardi), ci si potrà spingere oltre, estendendo il secondo scaglione fino a 60mila euro. Il taglio in questione dovrebbe coinvolgere 13,6 milioni di contribuenti
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Favorire la natalità
L'intervento andrà a braccetto con la "rivalutazione e rivisitazione" delle detrazioni, che sarà fatta, come spiegato dal viceministro delle Finanze Maurizio Leo, in relazione alla composizione del nucleo familiare. A indicare la rotta è la volontà di favorire le politiche per la natalità: in questo rientrano interventi come l'assegno unico e il bonus nuovi nati, che potrebbero dunque essere potenziati
Bonus edilizi: forse tornano al 50%
Si studia anche il mantenimento dei bonus edilizi al 50% per le prime case, evitando il decalage al 36% che scatterebbe dal 2026. “Insieme al ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026, oggi al 36%, e valutiamo di rendere possibile usufruirne in 5 anni anziché 10, rendendo l'ecobonus più immediato e conveniente", ha fatto sapere con una nota la viceministra dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava. "Con queste misure vogliamo aiutare le famiglie, sostenere l'edilizia - settore chiave per l'economia - e promuovere la riqualificazione delle città, nel rispetto delle risorse pubbliche"
La rottamazione e l’evasione fiscale
Sul fronte della rottamazione quinquies si studia un'operazione con circa 1,5-2 miliardi di copertura. Di sicuro però, all'amministrazione fiscale non sarà attribuito il potere di guardare nei conti correnti degli italiani, nemmeno per lo scopo di combattere l'evasione fiscale. L’ipotesi era trapelata nei giorni scorsi, ma lo stop è arrivato direttamente dal ministro Giancarlo Giorgetti. L'idea, destinata secondo il ministro dell'Economia a rimanere tale, è contenuta nella relazione della Commissione tecnica sul magazzino della riscossione, incaricata di elaborare un piano su come smaltire i quasi 1.300 miliardi di magazzino di tasse non riscosse
La reazione di Giorgetti
Per individuare le somme contestabili, i tecnici guidati dal magistrato a riposo della Corte dei Conti, Roberto Benedetti, giudicano opportuno prevedere che l'agente della riscossione possa richiedere informazioni alle banche non solo, come accade oggi, sull'esistenza o meno di un conto corrente ma anche sulla sua consistenza. Un suggerimento che richiama alla mente l'analoga intenzione contenuta nella bozza della manovra di due anni fa, bloccata all'istante da Giorgia Meloni. La reazione di Giorgetti è stata ora altrettanto secca e decisa. "È una vecchia proposta che rimarrà una proposta", ha assicurato il ministro dell'Economia. "Non credo proprio ci siano le condizioni per fare una roba del genere"
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