Taglio dell’Irpef per redditi fino a 60mila euro? Ecco chi ci guadagnerebbe di più

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il taglio dell’Irpef per il ceto medio, a cui il governo sta lavorando in vista della Legge di Bilancio per il prossimo anno, potrebbe essere un po’ più ampio di quanto trapelato in precedenza. Infatti il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, partecipando a Telefisco sul sito del Sole24Ore, ha detto che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e la maggioranza parlamentare si stanno concentrando sulla volontà di "venire incontro al ceto medio, sempre compatibilmente con le risorse. Ci si vuole muovere soprattutto nella fascia da 28mila a 50mila euro e quindi portare aliquota dal 35% al 33% ed eventualmente allargarci a 60mila euro"

Quello che devi sapere

Quanti sarebbero coinvolti dal taglio

Il viceministro dell'Economia ha spiegato che il taglio dell'Irpef sul ceto medio "è una delle tematiche che ci sta particolarmente a cuore, a cui si può aggiungere anche un meccanismo di rivalutazione e rivisitazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare. Sono temi che vanno trattati congiuntamente". Se l’intervento dell’esecutivo fosse nella forbice indicata da Maurizio Leo, le stime della platea interessata parlano di circa 13,6 milioni di contribuenti.

 

Leggi anche: Manovra, si lavora a misure di sostegno per i salari più bassi. Ipotesi Dta per banche

Chi ci guadagnerebbe di più

Per sapere quali sono i contribuenti che maggiormente guadagnerebbero dal taglio dell’Irpef, è necessario ricordare che attualmente chi ha un reddito compreso tra i 28mila e i 50mila euro rientra nello scaglione del 35%: si tratterebbe dunque di un taglio di due punti percentuali. A ottenere i maggiori benefici dall’eventuale sforbiciata sarebbero tutti quei redditi che si avvicinano alla soglia dei 50mila euro, mentre per chi è vicino a quella dei 28mila i guadagni sarebbero marginali.

pubblicità

Quanti soldi vale il taglio Irpef

Secondo un’analisi svolta da Altroconsumo, per chi guadagna intorno ai 30mila euro lordi all’anno il beneficio sarebbe appena di 40 euro all’anno. Una cifra quasi simbolica, che inizia a crescere intorno a 40mila euro lordi: in quel caso il taglio dell’Irpef varrebbe 240 euro all’anno. A quota 50mila euro lordi di reddito il taglio porterebbe nelle tasche dei contribuenti circa 440 euro. Se invece il taglio arriverà fino ai redditi da 60mila euro lordi all’anno (che oggi rientrano nell’aliquota al 43% per la quota eccedente 50mila euro), il vantaggio sarà molto più ampio: si arriverebbe infatti fino a quota 1440 euro all’anno.

Il possibile intervento sulle detrazioni

In ogni caso quella del taglio dell'Irpef sul ceto medio "è una delle tematiche che ci sta particolarmente a cuore”, ma non l’unica per sostenere il ceto medio: il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha spiegato che a questo intervento si potrebbe “aggiungere anche un meccanismo di rivalutazione e rivisitazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare. Sono temi che vanno trattati congiuntamente".

pubblicità

Il nodo delle risorse

Intanto il governo sta lavorando in questi giorni per fissare le priorità in vista della Manovra: non solo ridurre l'Irpef al ceto medio, ma anche detassare i premi di risultato e le tredicesime, alzare la soglia esentasse dei buoni pasto e raggiungere quota Irpef zero per i neoassunti. Inoltre permane il tema dei salari bassi, con la necessità di attenuare il peso delle tasse, al centro di molte delle proposte recapitate al Ministero dell’Economia. E tutti questi interventi sono legati al nodo di reperire le risorse per poterli finanziare.

L’andamento dei conti pubblici

Ad aiutare il governo Meloni sembra esserci anche l’andamento dei conti pubblici, con i dati della Banca d'Italia che certificano il calo a luglio del debito pubblico, diminuito di 14,5 miliardi a 3.056,3 miliardi. Inoltre sono aumentate le entrate tributarie, che nello stesso mese toccano i 68,3 miliardi (+13% rispetto al 2024) grazie anche agli "effetti di una disomogeneità temporale in alcune scadenze di versamento". Nei primi sette mesi le entrate segnano un +5,3% a quota 325,6 miliardi. Per prendere una decisione, comunque, sarà necessario attendere il quadro dei conti economici nazionali che l'Istat diffonderà lunedì 22 che servirà a definire le stime del Documento programmatico di finanza pubblica.

pubblicità

Le altre misure per il ceto medio

Tra le altre misure allo studio, come detto, c’è anche l'innalzamento della soglia esentasse dei buoni pasto da 8 a 10 euro. Inoltre ,in chiave salari, sembra essere in dirittura d’arrivo la detassazione dei premi di produttività. Più in salita la detassazione delle tredicesime, che richiederebbe uno stanziamento superiore al miliardo e che il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani non esclude di spalmare anche "in 2-3 anni". Per "garantire stipendi più alti" soprattutto per i giovani il presidente di Noi Moderati Lupi punta invece a portare in Manovra l'azzeramento dell'Irpef per 5 anni ai neoassunti.

 

Leggi ancheGiorgetti: “Taglio Irpef e rottamazione cartelle sono un obiettivo, ma seguiremo priorità”

pubblicità