Irpef, 43% italiani non ha redditi. Un contribuente su 2 dichiara meno di 10mila euro

Economia
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Introduzione

Quasi la metà degli italiani dichiara di vivere con circa 10mila euro lordi all’anno, secondo quanto emerge dalla dodicesima indagine dell’Osservatorio sulle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef, realizzata dal Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali (condotta con il contributo di Cida, Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità). I numeri sorprendono anche il presidente Alberto Brambilla, che si chiede: “È davvero credibile?”. 

Quello che devi sapere

Un italiano su due non versa nemmeno un euro di Irpef

Guardando al quadro generale, secondo lo studio un cittadino italiano su due non versa nemmeno un euro a fini Irpef - l'imposta che contribuisce a finanziare sanità, assistenza sociale e istruzione - lasciando così il 76,87% di quanto viene versato sulle spalle di circa un quarto del totale dei contribuenti. Si tratta di 11,6 milioni di persone, su 42,6 milioni di dichiaranti. 

 

Per approfondire: Redditi, salari, ricchezza: il declino delle condizioni degli italiani in 6 grafici

Il 43,15% dichiara di non avere alcun reddito

I restanti 31 milioni ne pagano quindi solo il 23,13% (si tratta di una fascia che non supera i 29mila euro annui). E il 43,15% degli italiani non ha alcun reddito e vive, di conseguenza, a carico di qualcuno. Sono invece 1.184.272 di persone (in aumento di oltre 170mila unità sullo scorso anno) che denunciano un reddito nullo (non imponibile o non soggetto a Irpef) o negativo, non pagando quindi né tasse né contributi.

 

Per approfondire: Tasse più alte per i miliardari stranieri in Italia, la proposta del Pd

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Sistema Irpef “una trappola per il ceto medio”

L’analisi rivela "un meccanismo che concentra il peso fiscale su una minoranza e lascia il resto del Paese sulle spalle di pochi", dice Stefano Cuzzilla, presidente Cida: si mette in luce un sistema che si rivela "la trappola del ceto medio". Il rapporto indica quindi nella prossima Legge di Bilancio un "banco di prova" per ridare fiducia proprio a chi si sobbarca i pesi maggiori: "Chiediamo alla politica scelte coraggiose, meno evasione, più equità, investimenti veri su lavoro e salari”.

Leo: “Per la Manovra dovremo essere rigorosi”

Ed è proprio il ceto medio a cui si fa riferimento una delle priorità dichiarate per la Manovra 2026, come è tornato a ribadire il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che però si fa portavoce della cautela che regna in queste ore al Tesoro: "Dobbiamo essere rigorosi e molto attenti ai conti pubblici". 

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Cosa potrebbe succedere all’Irpef nella Legge di Bilancio

Sull'Irpef la linea della prudenza potrebbe alla fine tradursi nel taglio della seconda aliquota dal 35 al 33% per i redditi da 28mila ai 50 mila euro, senza la invocata estensione fino a 60mila. Per quanto riguarda le famiglie con figli, invece, si lavora sulle detrazioni, con l'idea di procedere con sgravi "misurati e calibrati". C’è però chi vuole di più: il Forum delle Associazioni Familiari, convocato a Palazzo Chigi, chiede ad esempio un Irpef proporzionale al numero di figli, avvicinandosi “alla filosofia del quoziente familiare".

I ministri in pressing sul Mef

Sul Ministero dell’Economia e delle Finanze, come sempre in tempo di Leggi di Bilancio, cresce il pressing dei ministri e della politica in generale. Il titolare della Salute, Orazio Schillaci, fa sapere di essere già al lavoro con il collega dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, per aumentare le risorse per la sanità. Si sta lavorando "per trovare altri fondi oltre ai 4 miliardi che sono stati già bollinati lo scorso anno dal Mef. Puntiamo ad una cifra tra i 2 ed i 3 miliardi in più", annuncia, indicando la necessità di "pagare meglio gli operatori sanitari e fare entrare nel Servizio sanitario nazionale nuove persone". 

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In attesa del Documento programmatico di finanza pubblica

Il percorso di avvicinamento alla Manovra procede comunque nei tempi previsti. Dopo settimane di voci e indiscrezioni, le prime vere fondamenta verranno gettate con il Documento programmatico di finanza pubblica, atteso nella serata di giovedì 2 ottobre in Consiglio dei ministri. In quell’occasione verrà fornita la cornice finanziaria e un primo assaggio delle misure.

 

Per approfondire: Dpfp, cos'è il Documento programmatico di finanza pubblica

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