Agenzia delle Entrate, influencer nel mirino: come funziona il questionario del Fisco

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Nelle ultime settimane il Fisco ha inviato dei questionari a diversi operatori del settore, dalle figure di spicco dei social ad agenzie di comunicazione, per conoscere la dimensione economica delle loro attività.

 

I soggetti coinvolti dispongono di 15 giorni per trasmettere la documentazione richiesta relativa alle attività del 2020, e in alcuni casi anche agli anni successivi, 2021 e 2022. Pur trattandosi di un questionario conoscitivo, la mancata compilazione ha delle conseguenze

Quello che devi sapere

Le annualità chieste nel questionario

Lo strumento, in questa fase iniziale, ha ancora un carattere prevalentemente collaborativo ed è quindi privo di finalità di accertamento. I soggetti coinvolti dispongono di 15 giorni per trasmettere la documentazione richiesta relativa alle attività del 2020, e in alcuni casi anche agli anni successivi, 2021 e 2022. È fondamentale evidenziare che, pur trattandosi di un questionario conoscitivo, la mancata compilazione non è priva di effetti

 

Per approfondire: Influencer, in Italia il 13% guadagna più di 5mila euro al mese: i dati

I dati da inserire

I questionari presentano un contenuto piuttosto articolato, che investe molteplici aspetti delle attività online. Tra le informazioni richieste figurano l’elenco delle piattaforme social utilizzate, i nomi utente associati, gli indirizzi di posta elettronica, i link ai profili o ai canali, la natura dei contenuti diffusi e i compensi incassati. Oltre a questi dati, l’amministrazione sollecita anche la produzione di copie dei contratti stipulati con marchi o agenzie, delle fatture emesse – incluse quelle rivolte a soggetti esteri – e degli estratti conto bancari utili a comprovare i movimenti economici collegati

 

Per approfondire: Pensioni per influencer e youtuber: le nuove regole dell'Inps

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Le sanzioni

E se non si risponde all'Agenzia delle Entrate? In questo caso bisogna fare attenzione, perché c'è il rischio di ricevere sanzioni pecuniarie comprese tra 250 e 2 mila euro, insieme alla ricostruzione induttiva del reddito (cioè lo strumento che il Fisco utilizza quando ritiene inattendibili, incompleti o mancanti i dati dichiarati dal contribuente). Nelle ipotesi più gravi, invece, qualora vengano trasmessi dati non veritieri o fuorvianti, non si escludono conseguenze di tipo penale

I rischi in caso di evasione

Nel mirino del Fisco sembrerebbe esserci anche un approfondimento sui pagamenti ricevuti sotto forma di beni o servizi, una prassi molto diffusa nel settore. Per il Fisco non si tratterebbe di “regali”, perché quando un bene viene offerto in cambio di un’attività, si tratta a tutti gli effetti di un compenso, che va quindi tassato. Ad oggi, comunque, all'interno del settore c'è più trasparenza, visto che da aprile scorso è in vigore il codice ATECO degli influencer (73.11.03)

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Dal punto di vista previdenziale

Da non tralasciare anche le modifiche dal punto di vista previdenziale: con la circolare n. 44 del 19 febbraio 2025, l’Inps ha precisato che, in particolari situazioni, gli influencer non sono più soggetti esclusivamente alla contribuzione previdenziale presso la Gestione separata o presso la gestione dei commercianti e artigiani, ma rientrano anche nell’ambito dei lavoratori dello spettacolo. L’obbligo di versamento al Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS, già Enpals) scatta infatti quando l’attività del creator assume tratti artistici o interpretativi: ad esempio, nel caso di riprese promozionali dove egli recita, posa come modello o interpreta un ruolo paragonabile a quello di un attore. Questa modifica comporta conseguenze rilevanti per il profilo contributivo, in quanto istituisce un doppio percorso: da una parte la promozione commerciale pura, dall’altra le prestazioni che si collocano nell’ambito dello spettacolo

Ma quanto guadagnano i content creator?

Secondo lo studio Creator Economy 2025, realizzato da Kolsquare, azienda francese specializzata in Influencer marketing, nel nostro Paese il 74% dei content creator dichiara di guadagnare meno di 5 mila euro al mese, mentre il 9% incassa tra 5 e 10 mila euro, soglia superata dal 4% degli influencer. Il 35% guadagna meno di mille euro mensili. Anche questo settore è colpito dal gender pay gap. Lo studio mostra infatti un divario molto ampio tra i guadagni dichiarati: tra gli uomini, solo il 24% si assicura guadagni mensili inferiori a mille euro, contro il 43% delle donne

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Le piattaforme social

Secondo i dati dell’indagine, il 53% dei creator guadagna soprattutto grazie a Instagram. Seguono TikTok (14%) e YouTube (13%). Al quarto posto Linkedin, indicato come principale fonte di reddito dal 9% degli intervistati. Il 67% incassa attraverso collaborazioni a pagamento e contenuti sponsorizzati, soprattutto in Italia, che invece è fanalino di coda quanto a vendita diretta dei prodotti. Più della metà dei creator lavora come affiliato o su commissione e circa un terzo guadagna dai programmi di monetizzazione delle stesse piattaforme, specialmente in Germania. In Francia invece il 69% degli intervistati dichiara di aver accettato regali a fronte di collaborazioni non retribuite

I guadagni a seconda del social e dei follower

Cifre per dare un’idea dei guadagni degli influencer erano state pubblicate nei mesi scorsi anche dall’azienda DeRev. I dati, in questo caso, si basano sulla piattaforma social usata e sul numero di follower. Ecco i dettagli:

Instagram

  • Nano influencer (5-10k follower): 100-300 euro a post
  • Micro (10-50k): fino a 1.500 euro a post
  • Mid-tier (50-300k): fino a 5.000 euro a post
  • Celebrity (3M+): fino a 40.000 euro a post

TikTok

  • Micro (10-50k follower): 20-750 euro a video
  • Mid-tier (50-300k): 750-3.500 euro a video (in forte crescita rispetto al 2024)
  • Macro (300k-1M): 3.500-5.000 euro
  • Top creator (3M+): fino a 20.000 euro a video

YouTube

  • Macro (100k-500k iscritti): 7.500-13.500 euro a video
  • Mega (500k-1M): 13.500-25.000 euro
  • Top creator (1M+): fino a 60.000 euro per un video dedicato

 

Per approfondire: Bankitalia, cala evasione fiscale: -25 miliardi dal 2017 al 2021. I dati

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