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Può esistere una IA veramente open source?
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Introduzione
Anche i creatori di contenuti digitali (quindi influencer, youtuber, podcaster, ecc...) hanno l'obbligo di versare i contributi previdenziali e di pensare alla propria pensione. Lo ricorda l'Inps con una circolare nella quale chiarisce quale sia l'inquadramento per ogni figura a seconda del tipo di lavoro che svolge
Quello che devi sapere
I contenuti
- La circolare riguarda l'inquadramento previdenziale e contributivo dei creatori di contenuti digitali (DCC), un settore in rapida evoluzione che coinvolge soprattutto i giovani e fornisce linee guida chiare e pratiche per facilitare la gestione degli obblighi fiscali e contributivi legati a queste nuove professioni. L'obiettivo della circolare - si legge in una nota - "è quello di adattare le normative esistenti alle specifiche esigenze delle professioni legate all'economia digitale, che spesso sfuggono a schemi consolidati. Essa descrive le caratteristiche distintive dell'attività di creazione di contenuti, le diverse modalità di svolgimento e remunerazione, e i vari rapporti di lavoro che possono sorgere tra i DCC, le aziende e le agenzie intermediarie. Particolare attenzione è riservata alla figura del creator, comprendente influencer, youtuber, streamer, podcaster e pro gamer, con l'intento di fornire un quadro flessibile e comprensibile che possa evolvere con il settore"
Per approfondire: Influencer marketing, da gennaio 2025 arriva il codice Ateco. Cosa cambia
Fava: "Inps attento ai giovani"
- "La circolare Inps sull'inquadramento previdenziale di creator digitali ed influencer - spiega il presidente dell'Istituto, Gabriele Fava - è un segno concreto dell'attenzione dell'Istituto ai giovani e alle nuove professioni sui temi previdenziali e al contempo risulta coerente con l'obiettivo di promuovere lavoro in regola in un mercato, quello dei lavori digitali, dove c'è grande rischio di speculazione. Questa iniziativa, che ha trovato la valutazione positiva del ministero del Lavoro, rientra nel più ampio progetto di promozione della cultura previdenziale che caratterizzerà i prossimi anni e punta a portare a bordo il maggior numero di giovani"
Calderone: "Questi lavoratori siano inclusi nella protezione sociale"
- Secondo la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, questa svolta rappresenta “un atto di responsabilità nella gestione delle profonde trasformazioni nel mondo del lavoro. “L’innovazione digitale – prosegue in una nota - ha rivoluzionato il modo di comunicare e di produrre beni e servizi. La nascita di nuove professionalità, in continua evoluzione, ci pone di fronte alla sfida di includere questi lavoratori nel sistema di protezione sociale, favorendo il cumulo dei contributi provenienti da lavori diversi. Fornire una guida per orientarsi a chi opera nel settore digitale, come fa la circolare Inps, è importante. In questo modo continuiamo a promuovere il lavoro regolare e creiamo le condizioni per alimentare il proprio cassetto contributivo, soprattutto per i nostri giovani”
82 influencer ogni 100mila abitanti
- Secondo l’Istituto per la Competitività (I-Com), l’Italia è il terzo Paese in Europa per numero di influencer, preceduta da Spagna e Regno Unito. Considerando l'insieme di tutti i social, si contano circa 82 influencer ogni 100mila abitanti, per un totale di 37.700 content creator. Per i creatori digitali ci sono entrate economiche pari a circa 84mila euro all’anno (da chiarire però che la media è molto influenzata dai grandi guadagni dei personaggi più famosi, e con più follower)
Un giro d'affari da 4 miliardi
- In generale, il comparto è in espansione: in Italia il giro d'affari generato quest'anno dalla creator economy ammonta a circa 4 miliardi di euro. I posti di lavoro generati dal settore sono 18.110 a tempo pieno, che salgono a 51.382 se si considera anche l’occupazione indiretta
Categoria professionale
- Il comparto della creator economy "ha un impatto non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico e occupazionale" e si può parlare, dopo l'introduzione del codice Ateco (degli scorsi mesi, ndr), di una "categoria professionale", ha sottolineato Sara Zanotelli, presidente dell’Aicdc. "Ora - ha proseguito - diamo ulteriori risposte concrete anche dal punto di vista della previdenza"
Inquinamento digitale
- Uno studio ha rilevato che l’impatto di carbonio delle pubblicazioni digitali di un influencer con 3 milioni di follower tra le diverse piattaforme è di 1072 tonnellate di anidride carbonica all’anno, l’equivalente di 481 viaggi andata e ritorno tra Parigi e New York. Da questo problema è nato uno strumento gratuito e open source per aiutare influencer e brand a misurare gli impatti delle proprie campagne sui social e comprendere come ridurli per una fruizione più consapevole e rispettosa dell’ambiente. Si chiama - viene spiegato in una nota - Carbon Footprint Calculator ed è stato rilasciato in tutta Europa, Italia compresa, da Kolsquare, azienda francese specializzata in Influencer Marketing e B Corp certificata, per promuovere attivamente la riduzione delle emissioni degli operatori del settore. Il calcolatore, sviluppato con la piattaforma di verifica dell’impronta di carbonio Sami, è a disposizione tanto dei creator quanto dei brand o delle agenzie che intendono contribuire a divulgare messaggi positivi, anche attraverso azioni tangibili
Per approfondire: Influencer, qual è il giro d’affari in Italia e nel mondo? I dati