Spid, anche quello di Poste Italiane potrebbe diventare a pagamento: i possibili costi
EconomiaIntroduzione
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid) di Poste Italiane finora è stato gratuito. Secondo alcune indiscrezioni, però, si starebbe considerando l’idea di introdurre un canone annuale di circa 5 euro per il servizio. Considerando che oltre 20 milioni di italiani utilizzano Spid con Poste, il cambiamento potrebbe tradursi in un incremento di fatturato stimato intorno ai 100 milioni di euro l’anno. Altri operatori, intanto, sono già passati al sistema di pagamento con un canone annuo: è il caso di Aruba, InfoCert e Register. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
I cambiamenti in corso
Va precisato che il governo, già da diverso tempo, ha espresso l’intenzione di ridurre progressivamente il supporto pubblico al sistema Spid, spingendo verso soluzioni completamente pubbliche come la Carta d’Identità Elettronica (Cie) e l’IT Wallet.
Inoltre va considerato che negli ultimi mesi, provider come Aruba, InfoCert e Register hanno già iniziato a trasferire il costo del servizio dello Spid sugli utenti. I prezzi variano dai 4,90 euro più Iva di Aruba, ai 5,98 euro di InfoCert e 9,90 euro di Register, Iva inclusa. Ci sono comunque ancora fornitori gratuiti.
Per approfondire:
Spid, quali servizi sono diventati a pagamento? Costo, abbonamento, recesso: cosa sapere
I fondi statali e le lunghe attese
Tutto ruota intorno ai finanziamenti statali. I rapporti tra lo Stato e i gestori delle identità elettroniche è da sempre piuttosto complesso. Alla fine del 2022 le convenzioni tra lo Stato e i gestori privati di Spid (come Poste Italiane, Aruba, InfoCert, Sielte e altri) sono scadute. Per evitare interruzioni nel servizio, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha prorogato d’ufficio gli accordi fino all’aprile 2023. Nel frattempo, i gestori hanno richiesto un sostegno economico per coprire i costi operativi e di manutenzione del sistema. Il governo ha promesso un finanziamento di 40 milioni di euro, inserito in un emendamento al decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che però non è stato subito erogato. Le aziende hanno firmato le nuove convenzioni nell’ottobre 2023, ma il decreto attuativo per lo sblocco dei fondi è stato firmato solo nel marzo 2025, dopo due anni di attesa.
Il periodo di incertezza ha spinto i provider a ripensare il modello di business, prendendo in considerazione sempre più di chiedere un pagamento ai cittadini.
Il caso Poste
Se poi si guarda nel dettaglio al caso di Poste, si deve considerate che la società detiene circa il 70% degli utenti Spid. Se decidesse di introdurre un canone annuale potrebbe modificare, e non di poco, gli equilibri del settore.
La strategia del governo: sempre più verso CIE e It Wallet
Intanto, la strategia del governo punta sulla Carta d’Identità Elettronica per il futuro del sistema di identità digitale italiano e sull’IT-Wallet. Il portafoglio digitale ha registrato oltre 10 milioni di documenti attivati in nove mesi, mentre la Cie è cresciuta da 5,5 milioni di attivazioni nel maggio 2024 a 7,3 milioni nel maggio 2025.
L’obiettivo dell’esecutivo prevede che entro giugno 2026 il 70% degli italiani disponga di un’identità digitale, puntando progressivamente a superare il dualismo con lo Spid, attraverso l’integrazione nell’IT-Wallet di patente, tessera sanitaria e carta europea della disabilità.
I numeri della Cie
Bisogna poi considerare che, dal 3 agosto 2026, la carta d’identità cartacea sarà definitivamente archiviata per quanto riguarda i viaggi all’estero. Ma, secondo alcune stime, sarebbero almeno cinque milioni i cittadini che hanno ancora carte d’indentità cartacee, calcolato che le Cie emesse superano i 54 milioni su quasi 59 milioni di cittadini.
La principale differenza tra la carta d’identità cartacea e la Cie è la zona a lettura ottica MRZ (o Machine Readable Zone) inserita nelle nuove tessere elettroniche per rafforzarne la sicurezza: si tratta di un'area di tre righe codificate contenente le informazioni anagrafiche del titolare e leggibili dai sistemi automatici di controllo, come scanner e altri dispositivi. La carta (plastificata e in formato bancomat) è dotata di un microchip che memorizza i dati necessari per l'identificazione, fra i quali una foto (stampata al laser) e due impronte digitali.
Chi vuole può chiedere la sostituzione del vecchio con il nuovo documento. I Comuni stanno intanto chiamando i cittadini interessati dalla “rottamazione” del vecchio certificato. Per ottenere il nuovo documento bisogna prenotare un appuntamento all'ufficio anagrafe del Comune di residenza. Si può fissare chiamando il numero verde dedicato oppure attraverso il sito del Viminale o del proprio Municipio. Il costo è di 16,79 euro, ma varia in base al Comune per i diritti fissi e di segreteria (in genere, arriva a 22 euro).
IT-Wallet
IT-Wallet nasce invece come vero e proprio portafoglio digitale, presente nell'app IO, destinato a raccogliere certificazioni e atti ufficiali, pronti per essere mostrati quando necessario. Lo scopo principale è semplificare l’accesso ai servizi, sia pubblici che privati, rafforzando la tutela dei dati e stimolando lo scambio tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione. In prospettiva, la piattaforma verrà armonizzata con il portafoglio digitale europeo, atteso entro il 2026.
Ad oggi IT- Wallet include la patente di guida, tessera sanitaria, carta europea di assicurazione sanitaria e documento di disabilità europeo. Le funzioni rimangono ridotte, ma il piano dell'esecutivo è quello di ampliare sempre più i documenti che potranno far parte del wallet.
Per approfondire:
It Wallet, ok del Garante della Privacy: ecco i prossimi documenti caricabili sull'app IO