Maternità e paternità da freelance, indennità Inps: diritti, requisiti e come fare domanda
EconomiaIntroduzione
Anche i lavoratori autonomi freelance o con contratti di collaborazione, quindi iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, hanno diritto a un’indennità di paternità e maternità. Non tutti ne sono al corrente: spesso – come sottolinea lo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale – si pensa che soltanto chi ha “il posto fisso” abbia delle tutele di questo tipo. Non è così, anche se va detto che alcune disparità con i lavoratori dipendenti esistono. Diritti, requisiti, come e quando fare domanda: ecco tutto quello che c’è da sapere
Quello che devi sapere
Maternità e paternità da lavoratori autonomi, la guida Inps
È lo stesso Inps ad aver pubblicato una guida dedicata ai diritti dei lavoratori autonomi e Co.Co.Co per quanto riguarda maternità e paternità, sia durante il periodo di gravidanza che durante i primi mesi di vita del neonato (anche in caso di adozione o affidamento di un minore). I requisiti principali richiesti per l’indennità economica sono:
- Essere iscritti alla Gestione Separata Inps;
- Non essere in pensione;
- Non avere già un'altra assicurazione obbligatoria per la maternità (per esempio nel caso di chi è anche dipendente a tempo indeterminato, oltre a lavorare anche in modo autonomo);
- Aver versato almeno un mese di contributi alla Gestione Separata nei 12 mesi prima del periodo di maternità/paternità.
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I contributi dei collaboratori e dei liberi professionisti
Si ricorda tra l’altro che, nel caso di collaboratori i cui committenti non hanno versato i contributi dovuti, l’indennità spetta comunque per il principio dell'automaticità delle prestazioni. Il discorso è diverso per i liberi professionisti, che restano invece sempre responsabili dei propri versamenti.
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Quanti sono i mesi del periodo di maternità?
Il periodo di maternità, scrive l’Inps, copre in generale i due mesi prima della presunta data del parto e i tre mesi successivi alla nascita del figlio. Si tratta quindi in totale di cinque mesi di indennizzo, più il giorno stesso del parto.
Non è obbligatorio astenersi dal lavoro
Durante questi cinque mesi, non è obbligatorio astenersi dal lavoro per poter ricevere l’indennità: la scelta è libera e il diritto è comunque garantito.
Le gravi complicanze della gravidanza
La regola generale cambia nel caso di gravi complicanze della gravidanza o quando le condizioni di lavoro o ambientali sono pregiudizievoli per la lavoratrice: la ASL e la Direzione territoriale del lavoro dispongono provvedimenti di interdizione anticipata e prorogata, che obbligano all’astensione dal lavoro prima dei due mesi ante partum. Eventualmente si può prolungare la maternità fino a sette mesi dopo la nascita del bambino. Durante i periodi di interdizione c’è quindi l’obbligo di astensione dal lavoro.
Indennità più lunga per redditi fino a 9.456,23 euro
Per chi ha percepito un reddito inferiore a 8145 euro rivalutato annualmente (9.456,53 euro per il 2025) nell’anno precedente all’evento di maternità, c’è anche la possibilità di richiedere l’indennità di maternità per gli ulteriori tre mesi immediatamente successivi al periodo di maternità.
La flessibilità dell’indennità
Va tenuto a mente che tutte le tempistiche sono comunque flessibili. Si può ad esempio decidere di entrare in maternità un mese prima del parto: in questo caso l’indennità durerà per i quattro mesi successivi. Allo stesso modo si può ricevere l’indennità per tutti e cinque i mesi dopo il parto, comunicando la scelta al momento della domanda online. Si ricorda che, anche in questo caso, non c’è obbligo di astensione dal lavoro: si può continuare a lavorare e prendere ugualmente l’indennità.
Il congedo di paternità
Va detto però che c'è una grande penalizzazione per la figura del padre, rispetto alle norme che tutelano i lavoratori dipendenti. Il congedo di paternità entra in gioco soltanto se la mamma non può usufruirne (per morte, grave infermità, abbandono del figlio) o se il figlio viene affidato solo al padre. Dura quanto il periodo non usato dalla mamma (o tre mesi dal parto se la madre non lavora). Anche il padre non è obbligato ad astenersi dal lavoro e ha diritto agli ulteriori tre mesi di indennità se nell’anno precedente l’evento di paternità ha un reddito inferiore agli 8145 euro (sempre 9.456,53 euro per il 2025).
Il valore dell’indennità
L'indennità di maternità e di paternità dell’Inps è pari all'80% di 1/365 del reddito utile ai fini contributivi. Viene erogata direttamente dall’Inps, tramite bonifico su conto corrente o bonifico postale. Il diritto all'indennità si "perde" dopo un anno dalla fine del periodo indennizzabile.
Come e quando fare domanda
È molto importante presentare la domanda in tempo, in via telematica sul sito dell’Inps (basta avere credenziali SPID, CIE o CNS). Si consiglia di farla prima dei due mesi che precedono il parto e comunque non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile.
Il certificato medico di gravidanza
Bisogna sempre inviare il certificato medico di gravidanza (lo fa il medico online) e comunicare la data di nascita del tuo bimbo entro 30 giorni dal parto.
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