OpenAI, arriva la piattaforma per il lavoro basata sull’intelligenza artificiale

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Un esempio? Quest’anno, il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha fatto sapere che il 30% del codice sviluppato dall’azienda è prodotto dall’IA. E, proprio mentre le risorse per l’IA aumentavano, 9mila dipendenti dell’azienda venivano licenziati. E ancora: Shopify ha dichiarato che non verranno più assunti lavoratori per mansioni che può svolgere un algoritmo. Intanto, solo negli Usa, nel 2025, secondo Fortune,  l’automazione guidata dall’IA ha causato la perdita di 10mila posti di lavoro

 

In questo quadro, OpenAI, azienda di ricerca sull’Intelligenza artificiale nota per prodotti come ChatGPT, sta cercando di convertire il potenziale dell’IA in nuove opportunità di accesso al mondo del lavoro. E ha presentato due iniziative in via di sviluppo: OpenAI Jobs Platform e OpenAI Certifications, dedicate alla ricerca di un’occupazione e alla formazione. Ecco di cosa si tratta

Quello che devi sapere

Servono più esperti

“Non possiamo eliminare il potenziale distruttivo della tecnologia. Ma quello che possiamo fare è aiutare più persone a diventare esperte di AI e metterle in contatto con le compagnie che hanno bisogno delle loro skills”, si legge in una nota firmata dalla Ceo of Applications di OpenAI, Fidji Simo. Così la società, in collaborazione con diversi partner e istituzioni, mira a costruire una rete capace di mettere in relazione mondi diversi e sfruttare le possibilità offerte dall’IA. 

 

Per approfondire:

Su Insider: La rincorsa delle PMI: le aziende italiane accelerano sull’IA

OpenAI Jobs Platform

OpenAI Jobs Platform, come spiega l’azienda stessa, “offrirà candidati competenti ed esperti a tutti i livelli e opportunità per chiunque desideri mettere a frutto le proprie competenze”. “Useremo l'intelligenza artificiale”, viene specificato, “per aiutarvi a trovare la combinazione perfetta tra ciò di cui le aziende hanno bisogno e ciò che i lavoratori possono offrire”. La piattaforma per il lavoro “non sarà solo un modo per le grandi aziende di attrarre più talenti. Avrà anche un ruolo dedicato ad aiutare le aziende locali a competere, e le amministrazioni locali a trovare i talenti in intelligenza artificiale di cui hanno bisogno per servire al meglio i propri cittadini”. Un esempio? Quello della Texas Association of Business che “vuole utilizzare la piattaforma per mettere in contatto migliaia di datori di lavoro del Texas con persone di talento che possano aiutarli a modernizzare le loro attività”.

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OpenAI Certifications

OpenAI Certifications, invece, ha l’obiettivo di garantire la validità dei corsi già avviati con il lancio di OpenAI Academy. I programmi della nuova piattaforma saranno sviluppati tenendo conto dei limiti emersi in esperienze precedenti e offriranno diversi livelli di formazione e di certificazione. “La maggior parte delle aziende, comprese le piccole imprese, ritiene che l'intelligenza artificiale sia la chiave del proprio futuro. E la maggior parte delle aziende con cui parliamo vuole assicurarsi che i propri dipendenti sappiano come utilizzare i nostri strumenti”, spiegano da OpenAI. Verranno offerte “certificazioni per diversi livelli di competenza in IA, dalle basi fino ai lavori personalizzati e all'ingegneria dei prompt. Ovviamente useremo l’IA per insegnare l'IA: chiunque potrà prepararsi alla certificazione nella modalità Studio di ChatGPT e ottenere la certificazione senza uscire dall'app. E le aziende potranno integrarla nei propri programmi di apprendimento e sviluppo”.

OpenAI e Linkedin

Ad ogni modo, i nuovi strumenti di OpenAI andranno a inserirsi in un contesto dove già esistono attori importanti nella formazione professionale e del networking, come ad esempio Linkedin che già integra funzioni di IA nei suoi servizi. Come ricorda Il Sole 24 Ore, il social dei professionisti per eccellenza è stato fondato tra gli altri da Reid Hoffman, uno dei primi investitori anche di OpenAI. In più, LinkedIn è di proprietà di Microsoft, principale finanziatore della stessa OpenAI.

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Le categorie di lavoratori più a rischio

Invece, guardando a quali categorie di lavoratori rischiano di più man mano che l'IA si afferma, da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori di Microsoft, emerge che le categorie maggiormente in diffcoltà potrebbero essere quelle

  • degli interpreti e dei traduttori,
  • degli storici, 
  • o ancora degli assistenti ai passeggeri, 
  • i rappresentanti di vendita di servizi, 
  • scrittori, 
  • autori o professionisti del mondo della comunicazione, 
  • lavoratori che operano nell’assistenza clienti, 
  • programmatori di utensili CNC, 
  • operatori telefonici, 
  • agenti di biglietteria e addetti al viaggio 
  • annunciatori radiofonici e dj

 

Per approfondire:

IA spinge crescita Italia ma avrà effetti su 15 milioni di lavoratori: i posti a rischio

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