Inflazione, sale ancora il prezzo del cibo. Legacoop Agroalimentare: “Pesa il clima”
EconomiaIntroduzione
Neanche l’estate è rimasta al sicuro dalla morsa dell’inflazione: secondo quanto comunicato dall’Istat nei giorni scorsi, infatti, i prezzi di beni e servizi sono cresciuti a luglio dell’1,7% su base annua e dello 0,4% su giugno scorso. Gli aumenti più marcati si sono registrati in particolare nel settore alimentare (+3,7% da +3,3%) e in quello dei trasporti (+3,3%, da +2,9%).
Quello che devi sapere
Il peso del clima
Secondo il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti, “i dati Istat evidenziano una divaricazione tra l’inflazione generale e quella relativa ai generi alimentari. Su quest’ultima pesa certamente la difficoltà della produzione a farsi carico delle perdite produttive legate agli eventi meteorologici avversi. Purtroppo anche nel 2025 abbiamo avuto grandinate o bombe d’acqua repentine e nello stesso tempo temperature su valori massimi. In questo momento abbiamo regioni nuovamente colpite dalla siccità”.
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La posizione di Legacoop Agroalimentare
Secondo Maretti, malgrado il fatto che “oltre il 50% dei consumatori ammetta che le scelte di acquisti al risparmio investano anche i generi alimentari, riscontriamo dal lato offerta una implicita rigidità a produrre”. E “in campagna si registra una certa avversione al rischio a nuovi investimenti perché sono troppe le incertezze che gravano sugli imprenditori agricoli". Inoltre, ha detto ancora il presidente di Legacoop Agroalimentare, "anche il settore ittico è alle prese con il perdurare delle difficoltà: la produzione delle vongole è ancora esposta al granchio blu e alle temperature sempre maggiori delle acque. In più per la pesca sono in arrivo le misure restrittive dell’area tirrenica”.
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L’inflazione sui beni alimentari
La nota di Legacoop Agroalimentare ricorda come i beni alimentari non lavorati, come ad esempio frutta e verdura, abbiano registrato un aumento tendenziale del +5,1%, in rialzo rispetto al +4,2% di giugno. Ma anche i beni alimentari lavorati sono in crescita: +3,1% rispetto al +2,7% precedente.
Il peso del prezzo dell’energia
"Questi numeri si inseriscono in un dibattito estivo molto concentrato sul 'caro ombrellone', ma a settembre la discussione sarà comunque sui 'fondamentali' decennali del nostro Paese: scarsa produttività, scarsa attrattività, aumento delle aree a rischio povertà. Non si potrà non tenerne conto nei prossimi interventi del Governo”, ha aggiunto ancora Maretti. Dunque “non possiamo dimenticare, quando si parla dell’inflazione alimentare che rispetto a prima dell’invasione russa dell’Ucraina noi paghiamo ancora l’energia il 50% in più. A questo si aggiunge il fatto che negli ultimi tre anni il nostro comparto ha riconosciuto tutti i rinnovi contrattuali".
I dati dell’Istat
Come detto, nei giorni scorsi l’Istat ha comunicato i dati sull’inflazione nel mese di luglio. Secondo quanto riportato dall’istituto lo scorso mese si è accentuata la flessione tendenziale dei prezzi degli energetici (-3,4% dal -2,1% di giugno). Invece il carrello della spesa ha visto rincari annui da +2,8% a +3,2%, mentre la stima preliminare indicava +3,4%.
L’inflazione regione per regione
In base ai dati comunicati dall’Istat è al Sud che si registra la crescita tendenziale dei prezzi più alta di quella nazionale (+1,9%), mentre è uguale nel Nord-Est (+1,7%) e inferiore nel Centro (scesa da +1,7% a +1,6%), nel Nord-Ovest e nelle Isole (da +1,5% a +1,4%). Tra le città con più di 150mila abitanti, l'inflazione più elevata a luglio è stata a Rimini (+2,8%) e a Padova e Napoli (+2,3% entrambe), seguite da Bolzano (+2,2%); la crescita più contenuta a Reggio Emilia (+0,8%) e ad Aosta e a Campobasso (+0,7%).
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I prezzi di burro e uova
Assoutenti da parte sua ha fornito anche alcuni dati sull’andamento dei prezzi di certi specifici prodotti: secondo quanto comunicato dall’associazione, ad esempio, i costi della frutta fresca "salgono a luglio del +8,8% su anno”. Una crescita significativa dei prezzi su base annua si registra anche per i pomodori, che segnano +12,3%, mentre per i latticini l’aumento è nell’ordine del 7%. Vola il costo del burro (+16,9%), mentre le uova segnano un +7,2%. Il cioccolato, infine, cresce del +13,2% mentre il caffè ben del +23,4%.
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