Recensioni online, verso stop alla verifica dell’identità: cosa potrebbe cambiare

Economia
©Ansa

Introduzione

Sarà possibile identificare chi lascia le recensioni su internet dei locali? Dopo un primo tentativo del governo di procedere in questo senso, il ddl Pmi potrebbe subire delle variazioni nel suo iter parlamentare: ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

Cosa cambia

Un cambiamento proposto dai firmatari al decreto, attualmente in esame presso la commissione Industria del Senato, modifica l'articolo 13 e, su sollecitazione della Commissione europea, riduce le restrizioni: in questa nuova stesura del testo non viene più fatto riferimento al "consumatore che prova la propria identità". Fin dalla sua prima versione, era stata contestata l’obbligatorietà di un riconoscimento. A rendere vincolante la verifica dell'identità è stata la relazione esplicativa che accompagna il provvedimento. I correttivi presentati dai relatori Salvo Pogliese (Fratelli d'Italia) e Gianluca Cantalamessa (Lega), che si prevede saranno approvati a settembre, accettano le principali critiche di Bruxelles riguardo al rispetto delle normative europee (come la privacy e la libertà di espressione)

 

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Le modifiche introdotte da Bruxelles

Sul tema l’Unione europea si era mossa da tempo: già nel 2022 Bruxelles aveva promosso un pacchetto di norme che, tra le altre cose, stabiliva alcuni procedimenti per assicurare che chi recensisce avesse realmente usufruito di un servizio e rendeva obbligatoria la segnalazione di sponsorizzazioni o accordi commerciali che potessero influenzare i pareri degli utenti. Tuttavia, non si era mai fatta menzione di identificare gli utenti

 

Per approfondire: Recensioni online false, verso regole più stringenti per gli utenti. Le novità

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Le novità

Ma quindi quali sono le reali novità del decreto? La disposizione del ddl per le piccole e medie imprese, che i senatori si preparano a rielaborare, conserva l'obiettivo di avere "recensioni online affidabili e fatte da chi ha realmente usato o comprato il prodotto o il servizio". Per raggiungere questo scopo, si prevede di richiedere solo contenuti "dettagliati e appropriati", con il diritto di replica e la possibilità di cancellare i commenti su richiesta degli esercenti alle piattaforme web in caso di palese falsità o eccessi. Inoltre, viene modificato il limite di tempo per la validità dei commenti: non andranno più inseriti entro quindici giorni, ma entro novanta. Infine, viene inoltre eliminato il divieto di attribuire recensioni a prodotti o servizi diversi da quelli effettivamente valutati. Resta proibita la compravendita di commenti, anche tra imprenditori e intermediari, e la promozione o il condizionamento delle recensioni tramite incentivi, a prescindere dalla loro effettiva pubblicazione online

Chi redigerà le norme

Ma chi redigerà e controllerà l’applicazione delle norme? La stesura più minuziosa delle nuove regole non spetterà più all'Agcom, come era stato previsto inizialmente, ma all'Antitrust, che avrà anche la possibilità di infliggere sanzioni anche alle piattaforme online: in questo modo si spera di non dare nessun tipo di vantaggio ad un albergo o a un ristorante (o a qualsiasi altra attività turistica) rispetto ad un altro. L'Autorità, dopo aver consultato il Garante della Privacy, il ministero del Turismo e la stessa Agcom, definirà le linee guida per le aziende (principalmente i gestori delle piattaforme online e gli esercenti) e condurrà un controllo annuale sull'applicazione della legge e sul fenomeno delle recensioni illegittime. La mancata osservanza di queste linee guida potrebbe portare a sanzioni da milioni di euro o fino al 10% del fatturato annuale globale di un'azienda

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Cosa cambia per le associazioni di categoria

Un'altra modifica riguarda le associazioni che rappresentano le imprese di ristorazione e le strutture turistiche: potranno richiedere di essere riconosciute come "segnalatori attendibili" per gli illeciti legati alle recensioni. Queste nuove disposizioni avranno effetto solo sulle recensioni future, senza interessare quelle già pubblicate prima dell'entrata in vigore della legge

L'influenza (negativa) sul fatturato

Stando ad alcune ricerche, il commercio di recensioni false causa gravi danni a hotel e ristoranti arrivando a influenzare dal 6% al 30% del loro fatturato. Si crea così un vantaggio competitivo sleale, minando la fiducia dei consumatori. Numeri impietosi anche dal Centro studi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: stando all'analisi del dicastero, le recensioni online influenzano l’82% delle prenotazioni degli alloggi e il 70% delle scelte dei ristoranti

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Italia nella "lista nera"

Un fenomeno pericoloso, insomma, confermato anche da un report di Tripadvisor del 2022, secondo cui le recensioni false sulla propria piattaforma (poi rimosse) sono state 1,3 milioni su un totale di 30,2 milioni. In termini percentuali, il 4,3% delle recensioni totali. Un trend in crescita, dato che due anni prima, cioè nel 2020, i commenti falsi erano “solo” 943mila, di cui 24.521 quelli positivi ma opportunamente “fabbricati” a pagamento dai gestori. Metà delle recensioni a pagamento proviene da sei Paesi: India, Russia, Stati Uniti, Turchia, Vietnam e Italia

 

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