Burro, prezzi in aumento: crolla la produzione, tra crisi climatica e virus delle mucche
EconomiaIntroduzione
La domanda mondiale sale, le scorte si restringono, il prezzo cresce. È quello che sta succedendo nel mercato del burro, soprattutto nel segmento dedicato all’industria, con segnali di allarme che arrivano un po’ da tutte le parti del mondo: dall'America, all'Europa
Quello che devi sapere
Il consumo mondiale di burro è destinato a crescere
Mentre ci si aspetta che il consumo mondiale di burro salga del 2,7% durante l’anno in corso, almeno secondo le stime dell’USDA (US Department of Agricolture), dalle zone tradizionalmente più forti per quanto riguarda la sua esportazione i numeri in uscita si restringono. Si tratta in particolare dell’Europa e della Nuova Zelanda, che da sole ammontano a circa il 70% di tutto il burro esportato a livello globale.
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Prezzo del burro a +0,5% a giugno 2025, +20,7% in un anno
Non sorprende dunque che il prezzo del burro sia salito: il mese di giugno ha segnato un +0,5% su quello di maggio, come ha messo nero su bianco l’indice dei prezzi del comparto aggiornato dalla Fao. Rispetto allo stesso periodo del 2024 lo scarto è di +20,7%.
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Cresce la domanda di burro dai Paesi dell’Asia
A complicare il quadro è il fatto che, mentre dai confini di Europa e di Oceania esce meno burro, l’Asia ne chiede sempre di più - +3% dall’India, +4% da Taiwan e +6% dalla Cina – anche a causa di un cambiamento nei gusti e nelle abitudini alimentari della popolazione.
Il caso della Francia, da esportatrice a importatrice di burro
Ne parla anche Il Sole 24 Ore, che è partito dalle dichiarazioni di Jean-Marie Le Bris, il direttore dei prodotti largo consumo di Laïta, una delle più importanti cooperative attive nel settore caseario-lattiero della Francia, storicamente tra i Paesi principali sia per quanto riguarda la produzione e l’esportazione che per quanto riguarda il consumo di burro (basta pensare a quanto ne serve per sfornare i loro dolci, a partire dalle brioches). Le Bris ha messo in guardia sul futuro a breve termine, parlando di “mesi con livelli di servizio leggermente inferiori” durante i quali le richieste dei consumatori non riusciranno a essere soddisfatte. E infatti, scrive il quotidiano economico, la Francia è già dovuta correre ai ripari, facendo il salto da esportatore a importatore di burro.
Anche in Italia la situazione non è delle migliori
Guardando all’Italia, sempre in un’intervista a Il Sole 24 Ore, il general manager di Latteria Soresina Michele Falzetta non nasconde la sua preoccupazione, parlando di prezzi che sono ancora in fase di crescita. Tra le cause, oltre a quelle già segnalate, c’è anche “la minore richiesta sul mercato di polveri magre, la cui preparazione produce grasso in eccesso utilizzato per il burro” e “l’andamento negativo del latte”, a cui si lega per forza di cose “una riduzione della materia prima”.

Valore del burro a +48,8% dal 2021
Il quadro che si sta componendo non è arrivato a sorpresa. A Pasqua, denunciava il Codacons esaminando il costo maggiorato dei classici alimenti (a partire dalle colombe), si segnalava una crescita dell’83% su base annua - secondo i ultimi dati della Commissione europea – del prezzo del burro, con le quotazioni che superavano gli 8.300 dollari a tonnellata. Già lo scorso gennaio un’indagine realizzata da Assoutenti insieme al Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), metteva in luce come dal 2021 a oggi il valore del burro sugli scaffali ha segnato un aumento del 48,8%, toccando i 13,35 euro medi al chilo per la fine dello scorso anno, anche a causa dell’impennata dei prezzi del 2022 (legata all’inflazione per il costo dell’energia).
Le condizioni climatiche e i pascoli
Sono anni quindi che il settore è entrato in difficoltà. Il problema principale resta quello della costrizione della produzione di latte, dovuta in parte alle condizioni climatiche sfavorevoli nei Paesi produttori e in parte a una ristretta disponibilità di pascoli. L’estrema ondata di caldo che ha colpito buona parte dell’Europa nelle ultime settimane potrebbe andare a peggiorare ulteriormente una situazione già compromessa. E ancora, preoccupano anche la diffusione di malattie che possono colpire le mucche, come la dermatite nodulare contagiosa, in via di espansione anche in Italia e in Francia, e il virus della lingua blu.
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