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Pasqua 2025, rincari record per uova di cioccolato e colombe. È "colpa" di cacao e burro

Economia
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Cacao e caffè: blockchain per combattere la deforestazione
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Cacao e caffè: blockchain per combattere la deforestazione
00:10:31 min

Introduzione

Il caro-cacao e la crisi del burro spingono al rialzo i prezzi dei dolci tipici di Pasqua, dalle uova di cioccolato (fino al 40%) alle tradizionali colombe (fino al 36%). Lo rileva il Codacons, che spiega come anche i prodotti pasquali destinati ai bambini segnino incrementi di costo molto elevati (+33%). A pesare sono pure le tensioni sul fronte energetico, che appesantiscono i costi di produzione delle industrie e si riflettono sui prezzi.

Quello che devi sapere

Spesa sensibilmente più elevata

  • Il caro-prezzi non risparmia nemmeno la Pasqua. L'aumento delle quotazioni del cacao e la crisi del burro spingono infatti al rialzo i listini dei dolci tipici della festa, dalle uova di cioccolato alle tradizionali colombe. Il quadro emerge da una indagine condotta dal Codacons sulle marche più note vendute nelle catene della grande distribuzione. Quest'anno, chi si accinge ad acquistare uova e colombe dovrà mettere in conto una spesa sensibilmente più elevata rispetto a quella del 2024, spiega l'associazione. Vediamo i dettagli.

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I rincari per l'uovo di Pasqua

  • Per l'uovo di Pasqua, che sia al cioccolato al latte o fondente, i rincari dei prezzi per le marche più note, al netto di offerte o promozioni dei supermercati, segnano un +29,8% rispetto allo scorso anno, ma possono arrivare a oltre il +40% "nel caso di un noto marchio svizzero che produce uova di gamma medio-alta, il cui prezzo a singola confezione può superare i 22 euro (oltre 70 euro al kg) nei punti vendita della grande distribuzione", rileva il Codacons.

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"Colpiti" anche i bambini

  • Colpite da incrementi dei listini anche le uova di cioccolato destinate ai più piccoli, con aumenti che partono dal +8,3% per il classico Kinder Gran Sorpresa da 150 grammi (il cui prezzo stabilito dal produttore passa dagli 11,99 euro del 2024 agli attuali 12,99 euro) e arrivano al +33% per le marche che hanno in licenza loghi legati ai bambini (società sportive, cartoni animati, bambole, serie tv, eccetera).

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Prezzi boom anche per le colombe

  • Anche le colombe registrano incrementi di prezzo non indifferenti: l’indagine Codacons rivela che per le marche più commercializzate in Italia i rincari sono nell’ordine del +21% rispetto allo scorso anno, ma con dei distinguo. Se il prezzo della colomba classica sale, a seconda della marca e del punto vendita, tra il +6% e il 9% rispetto allo scorso anno, quelle farcite al cioccolato (con gocce di cioccolato, glasse o creme al cacao, ecc.), segnano aumenti più pesanti, tra il +18% e il +36%

La crisi delle materie prime

  • Alla base dei pesanti rincari dei dolci pasquali c'è prima di tutto la crisi delle materie prime, spiega il Codacons. Le quotazioni del cacao hanno raggiunto il record di 12mila dollari alla tonnellata a fine 2024, e viaggiano attualmente attorno agli 8mila dollari, contro i 2.900 dollari del marzo 2023, con un incremento di oltre il 175% e impatti diretti sui prezzi al dettaglio di tutti i prodotti a base di cacao. Anche il burro, materia prima base della colomba, ha registrato incrementi astronomici, pari a +83% su base annua secondo gli ultimi dati della Commissione europea, con le quotazioni che hanno superato gli 8.300 dollari a tonnellata, fa notare l'associazione

Le tensioni sul fronte energetico

  • Le tensioni sul fronte energetico, che appesantiscono i costi di produzione a carico dell'industria, si aggiungono alle cause dei rincari e si riflettono sui prezzi al dettaglio, "senza considerare che produttori e grande distribuzione possono contare sul fatto che prodotti come uova di cioccolato e colombe non possono mancare a Pasqua sulle tavole degli italiani, e sono alimenti che fanno parte della tradizione di festa del nostro Paese", spiega il Codacons.

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Raffica di rincari anche sui dolci?

  • Oltre ai prodotti strettamente pasquali, un'altra raffica di rincari è pronta ad abbattersi sui consumatori italiani in caso di guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Tra i prodotti interessati, anche snack e dolciumi. Commentando infatti l'allarme lanciato dall’Istat, il Codacons rileva come "in base agli ultimi dati pubblicati, il valore delle importazioni dagli Stati Uniti in Italia è salito nel 2024 a 25,9 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su anno. Tralasciando il settore dell’industria, eventuali dazi imposti dall’Europa sulle importazioni dagli Stati Uniti provocherebbero aumenti dei prezzi al dettaglio per beni di largo consumo come rossetti, cipria e numerosi cosmetici prodotti negli Stati Uniti e largamente utilizzati in Italia. Sarà più costoso bere succo d’arancia, mangiare riso e fumare prodotti da tabacco, e ad aumentare saranno anche snack e dolciumi vari, onnipresenti sugli scaffali dei supermercati italiani".

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Interessati anche gli alcolici

  • Non solo: ad essere interessato dai rincari dei prezzi sarà anche "il settore dell’abbigliamento, con aumenti per jeans, magliette, scarpe e intimo. Anche numerosi alcolici subiranno incrementi dei listini e proibitivo risulterà l’acquisto di automobili e moto prodotte negli Usa", afferma il Codacons. "Tra i prodotti che l’Italia importa dagli Stati Uniti figurano infatti ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone, patate americane, salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, vodka, rum, whisky, bourbon, ma anche trattori, consolle, videogiochi, borse, portafogli, ricambi per biciclette, giochi per bambini, per non parlare di famosi Suv e dell’iconica moto Harley Davidson", conclude il Codacons.

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