Tesla, le vendite globali calano del 13,5% nel secondo trimestre 2025: i dati

Economia
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Introduzione

Come riporta il Wall Street Journal, tra aprile e giugno le consegne in tutto il mondo di veicoli prodotti da Tesla, l’azienda di Elon Musk, si attestano a 384.122 unità, al di sotto delle attese degli analisti che scommettevano su quota 387mila. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano 443.956. Negli ultimi giorni erano circolate stime ancora più fosche che vedevano una caduta del 20% di vendite.

Quello che devi sapere

Il titolo a Wall Street

Nonostante la conferma dei dati negativi, il 2 luglio il titolo ha rimbalzato a Wall Street segnando un incremento vicino al 5%, a 315 dollari ad azione. A spiegare in parte il rally è la seduta di martedì 1° luglio quando il titolo, complice la minaccia del taglio di sussidi da parte del presidente Usa Donald Trump, ha perso 5 punti. Da inizio anno Tesla è calata del 22%, segno di una fase caratterizzata da forti vendite. Il mercato sembra tuttavia aver metabolizzato il dato sulle consegne nel secondo trimestre.

 

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Il titolo a Wall Street

Il confronto con il 2024

Il calo a doppia cifra risulta ancora più evidente nel confronto con il secondo semestre 2024, quando le vendite globali di Tesla avevano toccato quota 444mila unità. Tra le tipologie di veicoli vanno in controtendenza i Model 3 e Y che per il periodo aprile-giugno di quest’anno superano le attese del mercato con 373mila unità vendute. Mentre altri modelli non sono andati oltre le 10mila consegne. A livello di produzione, i veicoli costruiti nella prima metà dell’anno ammontano a 410.200 unità, in linea con lo stesso periodo 2024 mentre il restyling della Model T Juniper inizia a riprendere quota.

 

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Le previsioni per il 2025

Senza un’inversione di rotta, le stime indicano per Tesla un finale d’anno con il segno meno: 1,69 milioni di consegne globale, in calo di 8 punti percentuali rispetto a 1,79 milioni e 1,81 milioni, registrati rispettivamente negli anni 2024 e 2023.

Le possibili cause del calo e lo scontro con Trump

Dopo l’addio al Department of Government Efficiency (Doge), Musk aveva indicato nel mese di maggio l’inizio di una fase di recupero per l’azienda, scalfita dalla partecipazione del patron nell’amministrazione Trump e dal sostegno ad alcuni movimenti populisti di estrema destra in Europa. Il ritorno al ruolo operativo potrebbe non bastare tuttavia a scongiurare il rischio di un ulteriore peggioramento delle vendite se il governo federale Usa dovesse togliere i crediti d’imposta per l’acquisto di veicoli elettrici. L'ipotesi continua a essere ventilata da Donald Trump, ex alleato e adesso nemico di Musk. Il tycoon è arrivato anche a ipotizzare una possibile espulsione del patron di Tesla dagli Stati Uniti: "Senza i sussidi" per le auto elettriche, "Elon probabilmente dovrebbe chiudere bottega e tornare a casa in Sudafrica.

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La riorganizzazione dell’azienda

In ogni caso, tornato al comando dell’azienda, Elon Musk sta riorganizzando la sua squadra. Dopo l’addio di Omead Afshar, il tycoon ha recuperato il controllo delle vendite negli Usa e in Europa dove fa i conti con un calo di popolarità a causa dell’attivismo politico. Tom Zhu ha ottenuto la delega sulle operazioni produttive globale, nel segno di un ritrovato interesse del magnate sudafricano per il business “tradizionale” del comparto auto.

La scommessa sui robotaxi

Restano in primo piano gli investimenti della casa automobilistica nel settore tecnologico. Il 22 giugno scorso, come ricorda Il Sole 24 Ore, Tesla ha testato il primo servizio di robotaxi ad Austin attirando l’attenzione di potenziali acquirenti (+10% in Borsa) ma anche dell’autorità americana sul fronte della sicurezza dei veicoli a guida autonoma. Per capire se i robotaxi scaleranno il business dell’azienda bisognerà attendere il 23 luglio quando usciranno i risultati finanziari del gruppo, reduce da un calo del 71% degli utili.

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Un segnale dalla Cina

A compensare almeno in parte il quadro negativo sull’azienda di Austin è il dato che arriva dalle vendite in Cina. A giugno, i modelli Model 3 e Model Y entrambi prodotti a Shangai hanno raggiunto le 71.599 unità, segnando un incremento dello 0,8% su base annua, il primo dopo 9 mesi di cali consecutivi.

La competizione con i modelli cinesi

Secondo i dati diffusi da China Passenger Car Association, i veicoli elettrici hanno ingranato l’acceleratore con una crescita del 16,1% rispetto al mese di maggio. L’intero comparto mostra segnali di tonicità in un mercato caratterizzato dalla concorrenza crescente dei modelli prodotti dal Dragone. A partire da Byd in crescita dell’11% su base annua, dato che conferma il primato sul mercato interno.

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La situazione in Europa

Nel Vecchio Continente la situazione appare più frammentata con dati in chiaroscuro. In Danimarca e in Svezia le immatricolazioni di Tesla a giugno sono precipitate rispettivamente del 61 e del 64%, con Model Y in flessione di un terzo rispetto all’anno precedente. Vanno in controtendenza la Spagna dove il marchio ha registrato un balzo del 60% raggiungendo quota 2.632 immatricolazioni e la Norvegia: +54% di consegne su base annua spinta soprattutto dal Model Y che ha superato 5mila unità

In Italia Tesla fanalino di coda

L’Italia si conferma terreno poco fertile per il marchio texano con un crollo delle immatricolazioni a giugno a 1.697 unità, il 66% in meno su base annua. Nel Bel Paese Tesla insegue competitors come Byd, Mg Motori e Omoda/Jaecoo del gruppo cinese Chery che in un mese hanno registrato vendite fino a 4.126 unità. Nei primi sei mesi dell’anno le vendite di veicoli Tesla in Italia sono diminuite del 36% rispetto allo stesso periodo del 2024.

 

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