Università, novità sul regime fiscale delle borse di studio post-laurea. Cosa cambia

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Dal 7 giugno 2025 è in vigore un’importante novità relativa al mondo universitario in Italia. Un emendamento inserito nel decreto PNRR-scuola ha infatti eliminato l’esenzione IRPEF per le borse di studio di ricerca post-laurea, rendendo così queste somme un reddito imponibile a tutti gli effetti. Ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

Cosa cambia

La modifica normativa prevede che tutte le borse di studio conferite dalle università per attività di ricerca post-laurea sono da considerarsi reddito soggetto a tassazione IRPEF. In concreto, chi percepisce una borsa di studio post-laurea dal 7 giugno 2025 dovrà segnalarla nella propria dichiarazione dei redditi e pagare le relative imposte secondo le aliquote ordinarie. Le borse di studio post-laurea, quindi, non sono più considerate somme esenti e vanno trattate come redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Questo, però, comporta anche la possibilità di usufruire delle relative detrazioni.

 

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Le differenze

L’Agenzia delle Entrate aveva spiegato con la Risoluzione n. 120/E del 22 novembre 2010 che le borse di studio erogate dalle Università per lo svolgimento di attività di ricerca post-dottorato erano esenti dall’IRPEF ai sensi dell’articolo 6, comma 6, della legge 30 novembre 1989, n. 398. Tuttavia, questa esenzione è stata eliminata dalla nuova normativa. L’art. 50, comma 1, lettera c) del TUIR stabilisce che sono imponibili ai fini dell’IRPEF le borse di studio percepite da soggetti fiscalmente residenti in Italia, assimilandole ai redditi di lavoro dipendente.

 

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Assenza di una disciplina transitoria

Tra gli aspetti più contestati c’è l’assenza di una disciplina transitoria della norma. Questo cosa vuol dire? Essendo la legge entrata in vigore il 7 giugno 2025, la norma si applicherà senza eccezioni anche alle borse di studio già in corso a quella data. Non sono previste deroghe o periodi di “moratoria”: la tassazione è immediata e riguarda tutte le erogazioni successive all’entrata in vigore della norma

Come si riporterà nella dichiarazione dei redditi?

Questa norma porterà a diverse domande sulla dichiarazione dei redditi del prossimo anno, relativa ai redditi percepiti quest’anno. Ci sarà infatti da distinguere tra:

  • Borse di studio percepite fino al 6 giugno 2025: restano esenti da IRPEF e non vanno dichiarate;
  • Borse di studio percepite dal 7 giugno 2025 in poi: vanno dichiarate come reddito assimilato a lavoro dipendente e sono soggette a tassazione IRPEF

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Le borse di studio escluse

Sono escluse dalla normativa alcune borse di studio, come:

  • Borse regionali e provinciali per studenti universitari;
  • Borse per la frequenza di corsi di perfezionamento, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, attività di ricerca post-dottorato e corsi di perfezionamento all’estero;
  • Borse per specializzazioni in Medicina e Chirurgia;
  • Borse Erasmus+ e altre borse per la mobilità internazionale;
  • Borse per familiari vittime del terrorismo e criminalità organizzata

Detrazioni applicabili

Secondo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate, i redditi di cui all’art. 50, comma 1 lettera c) del TUIR usufruiscono delle detrazioni di imposta sul reddito personale ai sensi dell’art. 13, comma 1, del TUIR. Le detrazioni si quantificano come segue:

  • Per borse fino a 8 mila euro: detrazione di 1880 euro (con un minimo di 690 euro)
  • Per borse superiori a 8 mila euro: detrazione di 1880 euro (senza minimale)

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L’effetto

Questa norma rischia di modificare diversi aspetti. Il rischio, infatti, è che a rimetterci siano quei ricercatori che hanno già ottenuto una borsa di studio post-laurea che a causa della tassazione si vedranno ridurre gli importi, già di per sé bassi soprattutto se messi a confronto con quelli di altri Paesi europei. La volontà del Legislatore era quella di non penalizzare i borsisti ma dare ordine ai contratti di ricerca, incentivando quelli più tutelanti: il risultato, però, rischia di essere un boomerang per il nostro Paese visto che, in assenza di correttivi o di una disposizione transitoria, potrebbe portare via dall’Italia altri ricercatori

Le precisazioni dal ministero

Ma cosa dice a questo proposito il MUR? Contattato dal Corriere, il Ministero fa sapere che, a loro avviso, il problema non sussiste in quanto il principio di non retroattività della legge mette in salvo le borse di studio assegnate prima dell'entrata in vigore della nuova normativa dal rischio di perdere l'esenzione Irpef. Inoltre, precisano che per le nuove borse di studio la ratio alla base della scelta di garantire l'esenzione dalla tassazione solo a quelle che rientrano nella fattispecie degli “incarichi di ricerca” è quella di incentivare l'utilizzo di queste nuove forme contrattuali ritenute dal legislatore più tutelanti di quelle preesistenti.

 

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