Bonus Maroni, nuovi beneficiari: a chi spetta, come funziona e quali sono le cifre
EconomiaIntroduzione
Novità per i lavoratori dipendenti, sia privati che statali, che raggiungono a fine 2025 i requisiti per la pensione anticipata flessibile (la cosiddetta Quota 103) o quelli per la pensione anticipata (almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne) e decidono di restare al lavoro. Con la circolare numero 102 del 16 giugno 2025 l’Inps ha chiarito alcuni aspetti: ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Cosa cambia
Da quest'anno i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che raggiungono i requisiti a fine 2025 sia per Quota 103 sia per la pensione anticipata e decidono di restare al lavoro possono chiedere al proprio datore di lavoro di avere in busta paga i contributi previdenziali a proprio carico: questo significa in sostanza che anche per quest’anno il bonus Maroni viene confermato, sebbene con un allargamento della platea originaria (per questa ragione oggi si parla sempre più spesso di "Bonus Giorgetti").
Per approfondire: Inps, contributi in busta paga per chi posticipa la pensione: cosa sapere
L’obbligo
Resta fermo, invece, l'obbligo di versamento contributivo della quota Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) a carico del datore di lavoro. La posizione assicurativa del lavoratore dipendente, pertanto, continua a essere alimentata in relazione alla quota a carico del datore di lavoro.
Per approfondire: Assegno unico, quando arriva a giugno? A chi spetta e come mutano gli importi con l’Isee
Non concorrono alla formazione del reddito per i fini fiscali
I contributi a carico del lavoratore per i quali si esercita l'opzione sono erogati in busta paga con la retribuzione e "non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, imponibile ai fini fiscali" sottolinea l'Inps
I requisiti di quota 103
L'Inps ricorda che il diritto alla pensione con Quota 103 decorre dopo sette mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti del settore privato (quindi da agosto) e nove mesi dopo la maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti delle pubbliche Amministrazioni (quindi da ottobre)
I requisiti della pensione anticipata
La pensione anticipata decorre trascorsi tre mesi dalla maturazione del requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. L'incentivo si estingue se si esercita la revoca o al conseguimento di una pensione diretta ad eccezione dell'assegno di invalidità
I lavoratori interessati
Quanto ai potenziali beneficiari della misura, il governo ha stimato in circa 7 mila i lavoratori interessati. Una stima fatta tenendo presenti quanti avevano fatto richiesta nei primi mesi dello scorso anno ma da considerare al ribasso, visto che nel 2024 la platea era però limitata soltanto a chi poteva accedere a Quota 103. Ora, però, vi possono accedere anche i lavoratori e le lavoratrici che rientrano nei meccanismi ordinari di anticipo della pensione
Gli importi
Non cambia l'importo della parte di pensione calcolata con il metodo retributivo ma l'esonero "produce effetti sul montante contributivo individuale che viene determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall'incentivo, l'aliquota di computo nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro". In pratica al momento dell'uscita dal lavoro la pensione sarà lievemente più bassa di quanto sarebbe stata con la contribuzione piena perché terrà conto del mancato versamento della quota contributiva a carico del lavoratore (9,19% della retribuzione per i lavoratori privati)
La simulazione
Ma questo quanto incide sullo stipendio di un lavoratore? A fare l’esempio è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha preso in considerazione un lavoratore di 62 anni che quindi può sfruttare sia Quota 103 sia le forme ordinarie di flessibilità pensionistica, con un reddito di 40mila euro. Il guadagno netto, che parte da 6876 euro, si restringe a mano a mano che ci si avvicina all’età della pensione, fermandosi a 1.445 euro all’età di 66 anni. La cifra iniziale è calcolata ipotizzando che il reddito aumenti nel corso degli anni che separano il lavoratore dalla pensione. In caso di reddito costante i guadagni sono un po’ più bassi. Per chi decide di aderire all’incentivo a 62 anni si parla di 6.433 euro, che calano a 1.287 euro in caso di adesione quando manca un anno alla pensione di vecchiaia
La storia
Questo è il terzo anno consecutivo che i lavoratori dipendenti possono contare su un incentivo in caso di rinuncia ad andare in pensione anticipata pur avendone maturato il diritto. La misura si ispira alla riforma del sistema pensionistico attuata nel 2004 dall’allora ministro del Lavoro, Roberto Maroni. Riforma che prevedeva, appunto, un incentivo economico destinato ai lavoratori che sceglievano di rimanere in servizio dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione anticipata. La permanenza al lavoro comportava, come avviene per l’incentivo odierno, il mancato incremento del montante contributivo e un conseguente taglio del futuro assegno pensionistico.
Per approfondire: Bonus anziani, la precisazione dell’Inps sui requisiti: vale l’Isee ristretto. Cosa cambia