Come precisato dall’Istituto nazionale di previdenza nella circolare 102 del 2025, i lavoratori dipendenti che alla fine dello scorso anno hanno maturato i requisiti previsti da Quota 103 o dalla pensione anticipata,ee decidono di proseguire l’attività, possono richiedere al proprio datore di lavoro di ricevere sullo stipendio i contributi previdenziali a proprio carico, privi di imposizione fiscale. Resta fermo invece l’obbligo di versamento della quota Ivs a carico del datore
Novità in arrivo per i dipendenti che decidono di ritardare l’uscita dal lavoro. Secondo quanto chiarito dall’Inps nella circolare 102 – 2025, coloro che a fine dicembre 2024 hanno maturato i requisiti previsti per la pensione anticipata flessibile (Quota 103) e scelgono di proseguire l’attività lavorativa possono richiedere al datore di ricevere i contributi previdenziali a proprio carico, pari al 9,19% della retribuzione, direttamente in busta paga. La norma, prevista dall’ultima Legge di Bilancio, estende il riconoscimento dei contributi non imponibili a fini fiscali anche a coloro che alla fine dello scorso anno hanno raggiunto i titoli per la pensione anticipata: almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, oppure 41 anni e 10 mesi per le donne. Come ribadito l’Istituto nazionale di previdenza, resta l’obbligo per il datore di lavoro di versare i contributi della quota invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) a suo carico.
Come funziona "Quota 103"
Come Ape Sociale e Opzione Donna, Quota 103 è un sistema di pensionamento anticipato prorogato anche per il 2025 dal governo. Prevede che la pensione venga calcolata esclusivamente con il sistema contributivo. I requisiti per accedere sono i 62 anni di età e i 41 di contributi. Una volta accettata domanda, il lavoratore deve aspettare sette mesi se è privato e nove se è stato impegnato nel settore pubblico.
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