Pensioni 2026, dallo stop a Opzione donna ai dubbi su Quota 103. Le ipotesi
EconomiaIntroduzione
Si profila l’ipotesi di sostituire Quota 103 con un’altra soluzione e di eliminare del tutto Opzione donna: i requisiti sempre più stringenti stanno riducendo le domande. Al contempo, si aspettano le conferme dell’Istat in merito alla nuova aspettativa di vita, che a sua volta serve per determinare i termini entro cui uscire dal mondo del lavoro
Quello che devi sapere
La speranza di vita
A luglio l’Istat darà il dato definitivo sull’aumento della speranza di vita: su questo dato si basa l’incremento dell’età pensionabile. Si prevede una conferma di quanto già comunicato in via provvisoria, e cioè che dal 2027 l’età di pensionamento dovrebbe aumentare di tre mesi. Lo ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, al Forum Pa. La legge prevede che il ministero dell'Economia stabilisca l'aumento dell'età sulla base del dato Istat ma il Parlamento potrebbe congelare la variazione
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Cosa cambierebbe
Nel 2027 l'età pensionabile e i contributi necessari a raggiungere la pensione anticipata quindi dovrebbero aumentare di tre mesi arrivando a 67 anni e tre mesi per la vecchiaia e a 43 anni e un mese per gli uomini e a 42 anni e un mese per le donne nel caso dell’anticipata. Questo a meno che il Parlamento decida diversamente e su questo si è già esposta la Lega. Ancora però è da capire se la sospensione coinvolgerà tutte le vie a disposizione per il pensionamento oppure soltanto quella di vecchiaia
Quota 103
Quota 103, la possibilità che consente di uscire dal lavoro con almeno 62 anni di età e 41 anni di versamenti introdotta nel 2023, nel 2026 potrebbe lasciare spazio a nuove formule. Il sottosegretario al Lavoro, e vicesegretario del Carroccio, Claudio Durigon, punta ad altre soluzioni, come quella prevista dall’ultima legge di bilancio: chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre del 1995 potrebbe uscire in anticipo a 64 anni di età e 25 di contribuzione, a patto che l’importo della pensione sia pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. Il trattamento viene calcolato solo sulla base dei versamenti. La soglia dell’importo dovrebbe essere esteso a 3,2 volte l’assegno sociale nel 2030, e da 25 anni di contribuzione si dovrebbe passare a 30. La Lega vorrebbe estendere questo sistema a tutti i lavoratori (quindi anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 31 dicembre 1995). Secondo Durigon, un modo per avviare questo processo potrebbe essere utilizzare una parte del Tfr versato nel conto di tesoreria dell’Inps dalle imprese
L'Opzione donna
Si profila l’ipotesi di bloccare Opzione donna: le restrizioni introdotte negli ultimi anni hanno determinato un’ampia riduzione nell’adesione. L’opzione è dedicata solo a specifiche categorie di lavoratrici in possesso di alcuni requisiti (caregiver, con almeno il 74% di invalidità civile o “licenziate”) che abbiano 35 anni di versamenti e 61 anni d’età (60 con un figlio, 59 con due o più figli). Nei primi tre mesi del 2025 l’Inps ha liquidato 592 pensioni di questa tipologia, mentre nel 2024 erano state più di 3.500
I dati dei primi tre mesi 2025
Secondo quanto emerge dal Monitoraggio sui flussi di pensionamento dell'Inps le pensioni con decorrenza tra gennaio e marzo 2025 sono state 194.582 ma tra queste solo 54.094 sono state le anticipate, dato provvisorio, con un importo medio di 2.065 euro, a fronte delle 70.334 con decorrenza nello stesso periodo del 2024 (-23,09%), dato stabilizzato. Le pensioni di vecchiaia sono state 56.271 per un importo medio di 1.144 euro, quelle di invalidità 9.444 e quelle ai superstiti 49.272. Gli assegni sociali sono stati 25.501. L'età media di pensionamento anticipato è salita per i dipendenti privati da 61,2 anni del primo trimestre 2024 a 61,3 nei primi tre mesi del 2025 mentre per i dipendenti pubblici è scesa da 61,6 a 61,5. L'età di uscita media per la vecchiaia per i dipendenti privati è rimasta ferma a 67,4 anni mentre per i pubblici è rimasta stabile a 66,8 anni. Per questi ultimi rileva infatti fino a fine 2024 il collocamento a riposo a 65 anni se si hanno i requisiti per la pensione anticipata
Il gender gap
Nei primi tre mesi dell'anno si è ampliato il gender gap sull'importo di pensione: gli assegni con decorrenza nel periodo infatti sono stati in media di 1.237 euro al mese, in lieve aumento sui 1.229 della media del 2024, ma se per gli uomini l'importo medio è aumentato da 1.457 a 1.486 euro, per le donne è diminuito, da 1.033 a 1.011. Il risultato è che se nel 2024 in media l'assegno era inferiore del 29,1% nel primo trimestre 2025 era più basso del 31,97%. Il dato è sui singoli assegni e non sull'intero reddito da pensione che può comprendere più trattamenti e comunque tiene conto del fatto che le donne hanno spesso carriere più frammentate con stipendi mediamente più bassi. E in molti casi le donne non hanno una carriera lavorativa alle spalle o ce l'hanno troppo breve e ricevono solo la pensione ai superstiti o l'assegno sociale con importi chiaramente più bassi
Per approfondire: Dove sono più alte (e più basse) le pensioni in Ue