Come previsto, la Banca centrale europea ha dato l'ottavo sforbicata consecutiva al costo del denaro, sempre di un altro quarto di punto. Il tasso sui depositi torna così al 2%. Riviste al ribasso le stime per l'inflazione, che per il 2025 dovrebbe assestarsi sul 2% (considerata la soglia sotto controllo). Su eventuali futuri tagli c’è incertezza: si attendono gli sviluppi dal negoziato commerciale fra Bruxelles e Washington
Ottavo taglio consecutivo dei tassi da parte della Bce. Come anticipato dagli analisiti, quello sui depositi – preso come riferimento - con la nuova riduzione di un quarto di punto percentuale scende dal 2,25% al 2%. Quello sui rifinanziamenti principali tocca adesso il 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%. Si conferma così il miglioramento delle prospettive economiche dell'Eurozona, con "la gran parte degli indicatori di inflazione di base" che "suggeriscono una stabilizzazione sostenibile all'obiettivo del 2%" nel 2025, ha detto in conferenza stampa la presidente della Bce Christine Lagarde. È il livello che ci si era prefissati di raggiungere come obiettivo finale, prima che l'economia europea finisse nel mirino dei dazi di Trump. E se con il nuovo taglio, assicura Lagarde, "siamo in una buona posizione per navigare nell'incertezza che è all'orizzonte", sul dopo resta quindi difficile dare indicazioni chiare in attesa di risultati dal negoziato fra Bruxelles e Washington. I mercati comunque prezzano un'altra riduzione del costo del denaro fra settembre e ottobre. Lagarde ha però detto che, con il taglio di oggi, "ci avviciniamo alla fine di un ciclo di politica monetaria che rispondeva a degli shock che si sono sommati l'un l'altro, incluso il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica".
Bce taglia le stime sull'inflazione
La decisione di procedere a una nuova riduzione è stata presa "quasi all'unanimità": soltanto un membro non l'ha sostenuta, ha rivelato Lagarde. Finora, a convincere Francoforte a continuare con il taglio dei tassi è stato, come detto, soprattutto il quadro inflazionistico: la Banca ha rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di marzo le stime sull'inflazione (passate quindi dal 2,3% al 2%). Nel 2026 dovrebbe scendere all'1,6%, per poi risalire al 2% nel 2027. Le revisioni, spiega la Bce, "riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell'energia inferiori e di un rafforzamento dell'euro".
Pil nel 2025 +0,9%, ma in caso di escalation dazi si andrà a peggiorare
Confermate le stime di crescita per l'anno in corso dell'Eurozona: 0,9%, come già si ipotizzava nelle stime di marzo, visto "l'andamento del primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese". Le nuove 'staff projections' riducono però la crescita 2026 a 1,1% da 1,2% di dicembre e confermano 1,3% per il 2027. Il Consiglio direttivo Bce avverte quindi che "un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni". In caso di "esito favorevole" dei negoziati in corso succederebbe invece il contrario.
Lagarde: "Dazi ed euro forte rendono difficile l'export"
Anche Lagarde nel suo punto stampa è tornata sul tema. Se è vero che "la manifattura si è in parte ripresa", ha sottolineato, è anche vero che "i servizi più orientati al mercato domestico stanno rallentando". In tutto ciò, "i dazi e l'euro più forte rendono più difficile per le aziende esportare". Lagarde ha spiegato che però "ci sono molti fattori" che rendono l'economia dell'Eurozona resiliente: un mercato del lavoro robusto, stipendi che si stanno rafforzando e spingono i consumatori a spendere, e l'aumento della spesa per la difesa che rafforza la crescita.

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Cosa può succedere dopo
Ora si guarda ai mesi futuri. A far propendere gli investitori verso un ulteriore taglio dei tassi all'1,75% nelle riunioni di settembre o di ottobre sono gli ultimi dati: l'Ocse ha appena sforbiciato all'1% la stima di crescita per l'Eurozona nel 2025, e l'indice Pmi tedesco che anticipa la tendenza del Pil è sceso da 50,1 di aprile a 48,5 per il mese di maggio. Va meglio per Spagna e Italia, che registra un miglioramento del Pmi servizi a 53,2 a fronte del peggioramento della manifattura con Confindustria che segnala imprese "meno pessimiste" e "aspettative in lieve miglioramento". Lo spread Btp-bund è intanto calato a 96, nuovo minimo dall'inizio del 2021.
Il peso dei dazi
Di certo, il lavoro della Bce appare meno complicato di quello della Fed, che valuta l'impatto negativo dei dazi per la crescita Usa - sancito dall'Ocse che ha quasi dimezzato la previsione sul 2025 all'1,6% - e quello inflazionistico che rischia di legare le mani alla banca centrale.
Lagarde: "Determinata a completare il mandato alla Bce"
Sotto altro profilo, a proposito delle dichiarazioni dell'ex presidente del Forum economico mondiale Klaus Schwab che tiravano in ballo Lagarde per una successione alla presidenza del Wef prima della scadenza del mandato alla Bce, lei risponde: "Posso dire con molta certezza che sono e resto pienamente determinata a portare a compimento la mia missione e sono determinata a completare il mio mandato fino al termine".
