Acquisto prima casa, più tempo per vendere quella vecchia e conservare le agevolazioni

Economia
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Introduzione

La Legge di Bilancio dà più tempo per vendere il primo immobile (per il quale si è già usufruito delle agevolazioni sull’acquisto prima casa) senza perdere il diritto a poter godere di nuovo delle imposte ridotte nel caso in cui si voglia comprare un’altra abitazione. La norma è prevista al comma 116 dell’articolo 1 della Manovra e ora si ha anche la certezza che la misura sui due anni di tempo per vendere vale anche per chi ha rogitato nel 2024.

Quello che devi sapere

Le agevolazioni sulla prima casa

Le agevolazioni sulla prima casa permettono di godere di un risparmio sulle imposte. In caso di compravendita tra privati si paga il 2% sulla rendita catastale dell’immobile moltiplicata per 115,5 invece che il 9% moltiplicato 126. Se si compra da impresa l’Iva si calcola sul prezzo reale ed è del 4% se si tratta di prima casa, del 10% se seconda casa. 
 

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L’esempio con una casa con rendita da 800 euro

Come riporta Il Corriere della Sera, ipotizzando l’acquisto di un appartamento con una rendita da 800 euro, se l’acquirente opta nel rogito per la tassazione sul valore catastale e non sul prezzo reale se si tratta di prima casa l’imposta di registro costa 1.848 euro, se seconda casa invece si sale a 8.316 euro.

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Il risparmio sul mutuo

Il risparmio c’è anche sul mutuo. Nel caso di prima casa si paga lo 0,25% sulla cifra finanziata e gli interessi sono, nei limiti delle regole Irpef, detraibili. L’imposta sale invece al 2% se la cifra finanziata è diretta all’acquisti di una seconda casa e non ci sono agevolazioni Irpef.

La regola dei due anni per la vendita del vecchio immobile

Nel testo della Legge di Bilancio era però sorto un dubbio relativo alla regola dei due anni. Non era chiaro se fosse applicabile solo per i rogiti stipulati a partire dal 1° gennaio 2025 o anche alle transazioni avvenute in precedenza. Il chiarimento è arrivato dall’Agenzia delle Entrate in replica all’interpello di un contribuente che aveva rogitato il 25 gennaio 2024 e che avrà tempo per rivendere fino al 25 gennaio 2026. 

Cosa ha detto L’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che “se il secondo acquisto dell'abitazione con l'agevolazione prima casa è avvenuto quando il termine per rivendere l'immobile agevolato preposseduto era ancora in corso, si ritiene applicabile il nuovo termine di due anni per rivendere il suddetto immobile”

I requisiti per ottenere le agevolazioni prima casa

Riguardo ai requisiti per usufruire delle agevolazioni prima casa, si ricorda che l’immobile non deve essere classificato dal catasto come A/1; A/8; A/9 e deve essere ubicato nel territorio del comune in cui l'acquirente ha o stabilisca entro diciotto mesi dall'acquisto la propria residenza. Non è quindi necessario stabilire la residenza nella casa, requisito invece indispensabile per l’esenzione da Imu

Il possesso di altri immobili

Nell'atto di acquisto, inoltre, l'acquirente deve dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del comune in cui è situato l'immobile da acquistare

La dichiarazione di non aver usufruito già dell’agevolazione

L'acquirente deve dichiarare di non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di comunione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni prima casa. Anche se non soddisfa al momento del rogito quest’ultima condizione può ottenere lo stesso la riduzione di imposta impegnandosi a vendere la casa preposseduta entro due anni

Cosa succede se non si riesce a vendere in due anni

Se il compratore della nuova casa con l’agevolazione non riesce a vendere il vecchio immobile entro i due anni stabiliti dalla legge dovrà corrispondere la differenza tra l'imposta di registro in misura ordinaria e le imposte corrisposte al rogito più una sanzione pari al 30% delle stesse imposte e il pagamento degli interessi legali.

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