Patrimonio Vaticano, tra le sfide del nuovo Papa anche un bilancio in rosso: cosa sappiamo
EconomiaIntroduzione
Tra le tante tematiche che Papa Francesco ha dovuto affrontare nel suo pontificato c’è stata anche quella della stretta sulle finanze vaticane. Proprio i suoi appunti e i suoi interventi pre-Conclave sulla necessità di imboccare la strada di "una Chiesa povera per i poveri" furono alla base dei tanti voti convogliati su di lui nel Conclave del 2013.
Bergoglio ha sicuramente segnato un’epoca di riforme finanziarie, ma non ha risanato i conti tra donazioni in calo, spese della Curia non contenute e buco del fondo pensioni. Così una spending review attende il nuovo pontefice. L’urgenza è dettata dai numeri: dal Covid in poi i bilanci sono costantemente in negativo. Meno 78 milioni di euro nel 2022, -83 l’anno dopo, e ancora circa -70 nel 2024
Quello che devi sapere
Papa Francesco e la riforma dello Ior
- Papa Francesco in 12 anni di pontificato ha riformato lo Ior (l'Istituto per le Opere di Religione) rendendolo conforme alle norme internazionali in materia di antiriciclaggio. Non solo: ha creato le figure del revisore generale e un ministero ad hoc, la Segreteria per l’Economia. Inoltre ha sottratto alla Segreteria di Stato i fondi riservati in seguito allo scandalo mondiale dell’investimento nel palazzo di Londra di Sloane Avenue che ha causato perdite per centinaia di milioni di euro e portato alla condanna a 5 anni e mezzo in primo grado del cardinale Giovanni Angelo Becciu. Queste scelte hanno fatto sì che il Vaticano sia entrano nella white list dei Paesi virtuosi, sulla base di accordi internazionali da continuare a rispettare.
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La stretta alle spese
- Per contrastare i problemi economici Papa Francesco aveva anche scelto di dare una stretta alle spese: ai cardinali aveva tagliato gli affitti di favore per i loro appartamenti e poi aveva ridotto di circa il 10% quello che una volta si chiamava “piatto cardinalizio”, ovvero lo stipendio (in media oltre 5 mila euro al mese). Lo scorso febbraio, prima di essere ricoverato al Gemelli, Bergoglio aveva anche chiesto il varo di un nuovo organismo, la Commissio de donationibus pro Sancta Sede: una commissione per “incentivare le donazioni con apposite campagne presso i fedeli, le Conferenze episcopali e altri potenziali benefattori”.
Il Vaticano è in deficit strutturale
- I problemi economici però persistono, e sono quelli legati ai conti pubblici della Santa Sede. Da un lato le spese continuano ad aumentare, come spiega Milano Finanza, dall’altro le entrate, in particolare quelle dalle donazioni dei fedeli, diminuiscono costantemente. Il risultato è che il Vaticano è in deficit strutturale per oltre 70 milioni circa all’anno.
- Il Vaticano ha ricavi di poco superiori al miliardo di euro. La Santa Sede propriamente detta ha un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di euro. E può contare solo sugli incassi dei Musei Vaticani, sui turisti di San Pietro, sui diritti dei libri del Papa e di altre pubblicazioni, e poi su quanto arriva dalle due vere macchine economiche: l’Apsa (l'organismo economico della Curia romana) e il già citato Ior.
Le cifre
- È comunque difficile andare nel dettaglio delle cifre perché, dal 2022, il Vaticano non pubblica un bilancio consolidato finale. Secondo quanto riportato da Repubblica, comunque, per il 2024 le stime di deficit erano di 87 milioni di euro, ma a fine anno sarebbe risultato in contenimento attorno a circa 70 milioni di euro.
Ior e Apsa
- Lo Ior dovrebbe approvare il bilancio certificato a breve. Per le opere di carità del pontefice si prospetta un contributo superiore ai 13,6 milioni del 2023 (quando aveva chiuso con 30,6 milioni di utili). Il 2024 dovrebbe essersi concluso con profitti più corposi, secondo quanto stima Milano Finanza.
- Anche l’Apsa - secondo indiscrezioni - dovrebbe presentare risultati record nel bilancio 2024 che verrà approvato a luglio, grazie al buon andamento dell’area finanza e di quella immobiliare.
Le donazioni
- Ad ogni modo, bisogna anche considerare due fattori molto attuali: il Giubileo in corso e la morte di un Papa tanto popolare come Francesco che potrebbero spingere in alto le donazioni, a partire dall’Obolo di San Pietro, la raccolta mondiale di fondi che si tiene ogni anno il 29 giugno. Ultimamente, anno dopo anno, il bilancio di questo evento è andato calando: nel 2023 il Fondo Obolo aveva incassato 52 milioni, di cui 48,4 milioni di pure donazioni. Anche nel 2024 si sarebbe fermato a un terzo di quanto si incassava negli anni d’oro. Ad esempio, nel 2009 le donazioni superarono gli 82 milioni di euro.
Il problema del fondo pensioni
- Tra i problemi più gravi che il nuovo pontefice dovrà affrontare c’è poi quello della sostenibilità del fondo pensioni dei dipendenti vaticani considerata gravemente a rischio. Lo stesso Papa Francesco lo scorso novembre, commissariando il cda del Fondo e affidandolo al cardinale Kevin Farrell come commissario, in una lettera inviata al Collegio dei Cardinali si mostrava consapevole che “occorrono provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per conseguire la sostenibilità del Fondo Pensioni” e che bisogna “assumere decisioni non facili che richiederanno una particolare sensibilità, generosità e disponibilità al sacrificio da parte di tutti”.
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