Stop al gas russo attraverso l'Ucraina, rischio stangata sulle bollette. Gli scenari
EconomiaIntroduzione
Da oggi, 1° gennaio 2025, il gas russo non transiterà più verso l'Europa attraverso l'Ucraina. È la naturale conseguenza degli annunci del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di quello russo Vladimir Putin dei giorni scorsi. Un evento di fatto epocale, che sta facendo agitare i mercati: ieri, 31 dicembre, i prezzi europei del gas hanno toccato i 50 euro al megawattora, spinti anche dalle temperature in ribasso. "L'interruzione del transito del gas attraverso l'Ucraina avrà un impatto drastico su tutti noi nell'Ue, non solo sulla Federazione Russa", ha detto il primo ministro slovacco Robert Fico.
Ma quali sono i possibili effetti dello stop del gas su stoccaggi e bollette? Nel primo caso, l'Europa dipende ancora al 19% dall'energia russa. Ma la Commissione Ue predica calma: "L'impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento sarà limitato". Al momento, i siti di stoccaggio di gas naturale nell’Ue sono pieni in media al 73,17% (in Italia al 79,92%). Se quindi non ci sono grandi preoccupazioni in merito, discorso ben diverso per le bollette. Come dichiarato da Arera, c'è una stangata in arrivo per le bollette della luce degli utenti più fragili (+18,2% nel primo trimestre 2025). E non è tutto: secondo un'analisi di Facile.it, nei prossimi dodici mesi per una famiglia tipo nel Mercato libero ci sarà un rincaro di 272 euro tra luce e gas.
Quello che devi sapere
L'interruzione del metano da Kiev
- Ora è davvero ufficiale. Dopo giorni in cui si dava quasi per certo lo stop alle forniture di gas russo per l’Europa attraverso l’Ucraina, da oggi non ci sono più flussi di metano che passano da Kiev per raggiungere i Paesi europei, specie Slovacchia e Austria, la cui dipendenza è rispettivamente al 70% e 60%. L’accordo di transito chiave tra Russia e Ucraina si è infatti concluso ieri, 31 dicembre 2024, senza alcun rinnovo. Un evento ben visibile anche dai dati del gestore del gasdotto ucraino, Ogtsu, che mostrano la quantità di passaggio di metano nell’unico punto di ingresso per il gas russo nel territorio di Kiev: zero. L'Ucraina ha quindi rinunciato a 800 milioni di dollari l’anno in royalties, come rilevato da Reuters. Ma non ride nemmeno il colosso energetico russo Gazprom, che da parte sua perderà quasi 5 miliardi di dollari di vendite
Per approfondire: Ue, la "semplification revolution" basterà? L'analisi
Le due settimane "calde"
- Sono state dunque smentite le voci che volevano un possibile accordo in extremis tra Mosca e Kiev, anche a fronte della missione (fallita) del primo ministro slovacco Robert Fico in Russia, dove ha avuto un colloquio diretto con il leader del Cremlino Vladimir Putin. Riavvolgiamo il nastro: il 19 dicembre 2024, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva escluso il rinnovo dell'intesa per il passaggio del gas verso l'Europa tramite Kiev, fatto confermato poi dallo stesso Putin dopo l’incontro con Fico: "Se non vogliono rinnovare, non lo facciano. Stanno tagliando il ramo su cui si trovano. Senza il sostegno dell'Europa, l'Ucraina infatti non può nemmeno esistere, figuriamoci combattere. Interrompendo il gas, stanno punendo l’Europa". E poi, secco: "Non è possibile raggiungere un nuovo accordo entro 3-4 giorni"
Per approfondire: Gas, ci si mette anche il grande freddo: bollette in aumento
Fico: "Impatto drastico su tutti noi nell'Ue"
- "L'interruzione del transito del gas attraverso l'Ucraina avrà un impatto drastico su tutti noi nell'Ue, non solo sulla Federazione Russa", ha commentato in un video su Facebook il primo ministro slovacco Robert Fico, uno dei pochi in Europa a rimanere vicino al Cremlino., avvertendo delle gravi conseguenze dopo che Kiev e Mosca hanno confermato l'interruzione delle forniture di gas russo all'Europa tramite Kiev
Lo stop (annunciato) alla Moldavia
- Che qualcosa si stesse muovendo in tal senso era già nell'aria da metà dicembre 2024, quando sembrava imminente lo stop del gas russo alla Moldavia. Poi, effettivamente, era arrivata l’ufficialità tramite Gazprom, che aveva confermato che avrebbe azzerato i flussi a Chisinau dal primo gennaio 2025 a causa di presunte “violazioni contrattuali” per il “rifiuto di saldare il debito” per le forniture. Il colosso dell’energia russo ha inviato infatti una notifica a Moldovagaz, l’azienda che trasporta il gas in Moldavia, in cui si affermava che “sulla base delle disposizioni del contratto e delle norme applicabili della legislazione russa, verrà introdotta una restrizione sulle forniture di gas naturale alla Repubblica di Moldavia a 0 metri cubi al giorno dalle 8 ora di Mosca del primo gennaio 2025”. L’unica alternativa era il proseguimento del flusso per Chisinau attraverso l’Ucraina, ma Kiev non ha raggiunto un accordo in tal senso, perché Moldovagaz è al 50% di Gazprom
L'effetto sugli stoccaggi europei
- Il contratto con l'Ucraina è ora lettera morta, con tutte le conseguenze del caso. Già, ma quali? Il gas russo vale ancora il 19% del fabbisogno dell’Europa, che a partire dall’invasione russa in Ucraina del febbraio 2022 ha via via ridotto la dipendenza energetica da Mosca. La prima conseguenza “materiale” è l'effetto negativo sugli stoccaggi. La Commissione europea, tramite un portavoce, si è mostrata calma: “L'impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento dell'Ue sarà limitato”. Questo perché l'infrastruttura europea è sufficientemente flessibile per garantire forniture di gas non russo ai Paesi dell'Europa centrale e orientale tramite “rotte alternative". Tra il 2023 e il 2024, l'Europa ha pagato alla Russia 35 miliardi di euro, cioè circa 50 milioni di euro al giorno
I dati sullo stoccaggio di gas
- Secondo gli ultimi dati di Gas Infrastructure Europe, al 31 dicembre 2024 i siti di stoccaggio di gas naturale nell’Ue erano pieni in media al 73,17%, con la percentuale più bassa (57,72%) in Olanda e la più alta in Svezia (88,03%). Le temperature più rigide rispetto al 2023 hanno generato una progressiva erosione delle scorte nell'Ue: la media degli ultimi cinque anni era infatti pari all'82,64%. Ad esempio, un anno fa, il 28 dicembre 2023, erano addirittura all'87%. Ma se è vero che l’Europa sta bruciando il gas naturale immagazzinato al ritmo più veloce degli ultimi anni, la situazione in ottica generale non sembra così preoccupante. Come detto l'Ue dipende dal gas russo con percentuali contenute: 5% tramite l'Ucraina (canale ora chiuso), 5% da altri gasdotti e 7% via nave
La situazione in Italia
- E in Italia? In quanto a stoccaggio di gas, il nostro Paese al momento è al di sopra della media europea, con il 79,92%. È però vero che le nostre importazioni del gas russo sono lievemente aumentate. Nel 2021 erano il 38%, calate poi al 20% nel 2022 (anno dell'invasione russa in Ucraina). Approvvigionamento minimo invece nel 2023, con solo il 5%, e un aumento al 9% nel 2024, secondo i dati Eurostat. Conseguentemente, sono incrementati anche i flussi dal gasdotto del Tarvisio: nel 2020 erano 298 TWh (terawattora), nel 2021 erano 299 Twh. Nel 2022 (anno dell'invasione russa in Ucraina) il crollo a 117 Tw, fino al punto più basso nel 2023, con appena 27 Twh. Nel 2024 una ripresa, 58 Twh, stando ai dati Entsog
Mercati europei in agitazione
- Se a livello teorico lo stop del gas russo non dovrebbe creare particolari problemi nel reperimento del gas, altro discorso riguarda i prezzi europei del metano. Ieri, per la prima volta dall'ottobre 2023, hanno toccato i 50 euro al megawattora, spinti dalle temperature in ribasso ma soprattutto dai timori del mercato europeo per lo stop al transito tramite Kiev. I contratti future sul mese di febbraio al Ttf sono infatti in rialzo del 5,112% a 50,315 euro/Mwh. Dall’andamento delle quotazioni sul mercato europeo, il Ttf di Amsterdam, erano già emerse nelle scorse ore delle preoccupazioni in merito, con il ritorno a numeri già rilevati tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre (47,7 euro al megawattora). Un rialzo di circa il 20% che dovrebbe impattare sulle bollette delle famiglie italiane
L'allarme sulle bollette della luce
- Nei giorni scorsi Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, aveva già avvisato che per il primo trimestre del 2025 ci sarebbe stato un aumento del 18,2% del costo della luce per i clienti più fragili, nello specifico la fascia dei "clienti tipo" serviti in Maggior tutela. La motivazione? Le tensioni geopolitiche, appunto, per la questione del gas e il rialzo stagionale dei prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica, correlato com'è noto alle quotazioni del metano nella stagione invernale. A essere particolarmente colpiti, dunque, sono i cittadini di oltre 75 anni, percettori di bonus sociale, soggetti disabili, residenti in moduli abitativi di emergenza o in isole minori, o ancora utilizzatori di apparecchiature salva-vita. In termini numerici, l’incremento riguarda circa 3,4 milioni di clienti che sono rimasti nel servizio di Maggior tutela. E sul Mercato libero invece? La situazione non è migliore. Negli ultimi mesi, per quanto riguarda la luce, si sono riscontrati prezzi più alti proprio nel Mercato libero (sia prezzo fisso che variabile), mentre il Servizio a tutele graduali è quello che offre contratti più convenienti seguito dalla Maggior tutela dei vulnerabili
Aumenti boom dell'energia
- Un’analisi più ampia riguardo alle bollette che pagheremo nel 2025 è arrivata da Facile.it. Nei prossimi dodici mesi il prezzo dell'energia aumenterà di quasi il 30%, con un impatto significativo sulle bollette di chi ha un'offerta a prezzo indicizzato. Facile.it, poi, ha stimato per una famiglia tipo nel Mercato libero un rincaro di 272 euro tra luce e gas, con una spesa complessiva che arriverà a 2.841 euro, rispetto agli attuali 2.569 euro (+11%). Secondo lo studio, l'aumento più corposo sarà sulla bolletta del gas: per una famiglia tipo la spesa annuale passerà dagli attuali 1.744 euro l'anno a 1.920 euro, con un aumento di 176 euro. Per quanto riguarda la bolletta dell'energia elettrica, invece, l'incremento sarà di 96 euro, con una spesa annuale che passerà da 826 euro a 921 euro. "È questo, quindi, il momento giusto per verificare le condizioni della propria fornitura e valutare se sul Mercato libero esistano offerte più convenienti, magari a prezzo bloccato, così da tutelarsi, almeno in parte, dai futuri aumenti", ha fatto sapere Facile.it
Per approfondire: Tra luce e gas, rincari di oltre 270 euro a famiglia: lo studio
L'analisi e gli indici Psv e Pun
- L'analisi, spiega in una nota Facile.it, è stata realizzata prendendo in considerazione l'andamento degli indici Psv e Pun negli ultimi 12 mesi (dicembre 2023 - novembre 2024) e le previsioni elaborate dall'European Energy Exchange (Eex) per i 12 mesi successivi, a parità di consumi e altre condizioni economiche che gravano in bolletta. Il Pun, l'indicatore del prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica, secondo le previsioni aumenterà del 30%: passerà da un valore medio di 0,11 euro al kWh a 0,14 euro al kWh. Il Psv, il punto di riferimento per determinare il prezzo del gas naturale all'ingrosso in Italia, salirà del 28%: da 0,38 euro al smc a 0,48 euro al smc
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