Beni di prima necessità, pasta e olio tra quelli aumentati di più in 10 anni: classifica
EconomiaIntroduzione
Federconsumatori ha stilato la top 10 degli aumenti, all'interno di un paniere di 100 prodotti di prima necessità, che "hanno contribuito a far crescere disuguaglianze e impoverimento".
Ed emerge che "tra i banchi del mercato o tra gli scaffali dei supermercati e dei negozi specializzati, la crescita dei prezzi è una costante a cui, da diversi anni a questa parte, non si sfugge"
Quello che devi sapere
La top 10 dei prodotti con gli aumenti maggiori
- In cima alla classifica spiccano gli elementi fondamentali della dieta mediterranea: pasta (+84%) e olio (+81%) su tutti. Seguono fette biscottate (+64%), riso (+52%), farina (+51%), tonno in scatola e passata pomodoro (+50%). A chiudere la top 10 sono zucchero (+39%), pane (+33%) e caffè al bar (+20%). Quelli in top 10 sono "prodotti i cui prezzi sono notevolmente cresciuti, ma la percezione di tali aumenti è spesso alterata a causa della shrinkflation e della riduzione di formati delle confezioni", dichiara l'associazione. Nello specifico, la shrinkflation è quel fenomeno per cui le confezioni si fanno più piccole e il contenuto diventa più leggero, ma il prezzo non scende
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Le tendenze per risparmiare
- L'Osservatorio nazionale Federconsumatori ha poi rilevato, da tempo, una progressiva riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati). Inoltre c’è una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini). Da segnalare anche un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%)
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Alcuni prezzi sono in discesa
- “Fortunatamente esistono anche alcuni prodotti (pochi) in controtendenza rispetto al 2014, i cui prezzi hanno registrato una discesa: i cereali da colazione, i biscotti senza lattosio e il pane in cassetta”, spiega l’associazione
I prezzi in relazione all'inflazione
- Sempre secondo Federconsumatori "è interessante notare come la dinamica dei prezzi, negli anni, segni un’accelerata decisamente più marcata rispetto all’andamento dell’indice di inflazione per l’intera collettività, nonché a quello relativo ai prodotti ad alta frequenza di acquisto. Questo dà perfettamente la misura di come l’impatto della crescita dei prezzi, specialmente negli ultimi 3 anni, sia stato determinante e deleterio specialmente per le famiglie con redditi medi e bassi, aumentando così, significativamente, le disuguaglianze nel nostro Paese”
La top 10 degli aumenti
Questa la top 10 dei prodotti che hanno registrato i maggiori aumenti in 10 anni. (Sono indicati il prodotto, il prezzo del 2014, quello del 2024 e la variazione):
- Pasta (1 kg): 1,55 2,85 +84%
- Olio: 6,64 11,99 +81%
- Fette biscottate: 1,70 2,79 +64%
- Riso (1 kg): 2,79 4,25 +52%
- Farina (1 kg): 0,96 1,45 +51%
- Tonno in scatola: 13,50 20,3 +50%
- Passata pomodoro: 1,33 1,99 +50%
- Zucchero (1 kg): 1,29 1,79 +39%
- Pane (1 kg): 3,30 4,38 +33%
- Caffè al bar: 0,98 1,18 +20%
L'andamento dell'inflazione e come pesa sulle famiglie
- Intanto, secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, a ottobre 2024 l’inflazione è tornata a crescere in Italia, segnando un aumento dello +0,9% su base annua. Questo rialzo, sebbene leggero, rappresenta un’inversione rispetto ai mesi estivi, in cui l’inflazione aveva subito un rallentamento. Il dato persa sui bilanci delle famiglie italiane, con un aumento stimato in circa 256 euro annui per il carrello della spesa
Cosa cambia per i vari tipi di beni
- La lieve accelerazione del tasso d’inflazione nel mese di ottobre riflette principalmente - si legge nella nota Istat - l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +2,0%) sia non lavorati (da +0,3% a +3,3%) e, in misura minore, l’attenuazione della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -11,0% a -10,2%). Un sostegno alla dinamica dei prezzi si deve anche all’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,8%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decisa decelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +2,0%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%)
Chi vive da solo spende quasi il doppio di una famiglia
- Inoltre, la spesa media per alimentari e bevande di una persona che vive da sola è di 337 euro al mese, il 53% in più dei 220 euro spesi in media da ogni componente di una famiglia di tre persone. All'origine di questa disparità c'è l'acquisto di quantità di cibo maggiori al fabbisogno perché i formati adeguati o mancano o sono più costosi di quelli tradizionali. A questo aspetto sono collegati anche i maggiori sprechi. Ad aumentare la spesa c'è inoltre la tendenza ad acquistare piatti pronti, soprattutto nelle fasce più giovani e con meno tempo a disposizione a causa del lavoro
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