Bar e ristoranti verso la crisi? Tra inflazione e rincari gli italiani tagliano le spese
EconomiaIntroduzione
Il costo della vita è sempre più alto, gli stipendi no. Gli italiani decidono così di tagliare le spese sui consumi di cibi e bevande fuori casa, sia a livello quantitativo (si esce di meno) che a livello qualitativo, preferendo prodotti più economici rispetto a quelli più costosi.
È la fotografia dei primi nove mesi dell’anno emersa agli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, organizzati da Italgrob, Federazione italiana distributori horeca, in collaborazione con Italian Exhibition Group
Quello che devi sapere
Le analisi sulle abitudini dei consumatori
- Il quadro presentato è in realtà in parte indiretto. Non analizza quindi soltanto i consumi delle famiglie italiane, ma anche la quantità di prodotti alimentari e bevande che da gennaio a settembre 2024 sono stati consegnati a ristoranti, bar e così via. Le analisi sono state affidate a Circana, società di analisi dei dati specializzata nella gestione e interpretazione delle abitudini dei consumatori.
Per approfondire: Istat, spesa in aumento per le famiglie nel 2023 ma consumi in calo dell’1,5%: i dati
Contrazione del 6,9% per il segmento Cash&Carry
- I risultati mostrano diverse criticità, a partire da una contrazione del 6,9% del segmento Cash&Carry (la formula di vendita cosiddetta “paga in contanti e porta via”). Segno negativo anche per il consumo domestico (-0,8%), positivo invece per il segmento Fuori Casa dei distributori Hotellerie, restaurant e cafè (Ho.re.ca), che segna un +2,4%
L'inflazione sui listini all'ingrosso
- Per cercare di scrollarsi di dosso le difficoltà e non far scendere troppo i volumi, i distributori del settore Ho.re.ca. hanno infatti puntato su calmieramento dei prezzi: a fronte di un'inflazione che nei servizi si è assestata intorno al 6%, l'inflazione sui listini di chi lavora all'ingrosso ha viaggiato sul 4%, con picchi minimi anche verso il 2%
Verso la fine della ripresa post Covid-19?
- Guardando al quadro generale, cosa è successo? Secondo Circana, il rilancio del settore post pandemia da coronavirus ha iniziato a zoppicare verso la fine dello scorso anno. Principale responsabile sarebbe l’inflazione, con l’aumento dei prezzi all’acquisto continuo che ne è seguito. In calo anche l’indice di fiducia dei consumatori, ai livelli più bassi da 7 anni. Mettendo insieme il tutto – e aggiungendoci la difficoltà di reperire prodotti di stagione – si è arrivati alla “contrazione dei consumi in relazione alla forte diminuzione del potere d’acquisto” evidenziata agli Stati generali dal presidente di Italgrob, Antonio Portaccio
Si cercano bevande alcoliche più economiche
- Un elemento che è emerso durante l’incontro di presentazione dei dati raccolti è poi lo spostamento dei consumatori verso bevande alcoliche –spirits, vino e bollicine – più economiche rispetto al passato. I distributori hanno dunque dovuto adeguarsi: solo così, diversificando il proprio portfolio (si parla di “fattore mix”) si è riusciti a non complicare ulteriormente la situazione. Da sottolineare anche il fatto che è stato proprio il segmento delle bevande alcoliche, negli scorsi anni, a spingere più di altri la ripresa del Food & Beverage
Gli aperitivi si fanno più parsimoniosi
- Ecco quindi che Formind, società di consulenza Ho.re.ca di monitoraggio dei consumi, ha rivelato come nelle abitudini degli italiani l’aperitivo sia sempre più parsimonioso. Per fare un esempio: chi beve birra punta ormai più alle dosi da 20 cl rispetto alla classica “media” da 40 cl
La contrazione dei pasti fuori casa
- Le ricerche di TradeLab, un’altra società di consulenza e analisi, si sono concentrate sui canali di sbocco del settore. Si è rilevato come tra marzo e giugno 2024 ci sia stata una contrazione dei pasti fuori casa (meglio luglio, male anche i due mesi seguenti)
Tra take away e colazioni
- In generale fanno meglio le proposte take away e i ristoranti dove il conto finale resta sotto i 40 euro. Più difficile la situazione per i bar, anche a causa di una saturazione dell’offerta. Per quanto riguarda invece i pasti che più spesso si tende a fare fuori casa, la colazione va meglio degli altri
Gli ultimi dati Istat sui consumi di alimenti e bevande degli italiani
- I nuovi dati si inseriscono nel solco più ampio delle più recenti rilevazioni Istat, secondo cui nel 2023 le famiglie italiano avrebbero cercato di adattarsi alle sfide poste dall'inflazione proprio in relazione ai beni e ai prodotti alimentari: è aumentata così la quota di chi ha dichiarato di aver limitato in quantità (ma anche in qualità) la spesa per cibi e bevande rispetto all'anno precedente.
Per approfondire: Consumi, in calo le vendite al dettaglio. Le imprese: "Stallo allarmante"
Leggi anche
Economia
Sciopero Amazon negli Usa, a rischio consegna dei pacchi di Natale
Economia
Adi e Sfl, cambiano importi e beneficiari. Cosa sappiamo
Economia
Crisi Stellantis, il gruppo perde il 10,8%. Mercato auto in calo
Economia
Banche più solide d'Italia, la classifica della Bce
Economia
Manovra 2025, tutti i bonus per la casa da usare l'anno prossimo
in questa scheda
- Le analisi sulle abitudini dei consumatori
- Contrazione del 6,9% per il segmento Cash&Carry
- L'inflazione sui listini all'ingrosso
- Verso la fine della ripresa post Covid-19?
- Si cercano bevande alcoliche più economiche
- Gli aperitivi si fanno più parsimoniosi
- La contrazione dei pasti fuori casa
- Tra take away e colazioni
- Gli ultimi dati Istat sui consumi di alimenti e bevande degli italiani
- Leggi anche
1/10