Alimenti a base vegetale, un mercato da 641 milioni di euro e +16% in due anni

Economia
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Introduzione

Lo spiega un report della no profit Good Food Institute Europe. Le categorie più solide si confermano carne e latte a base vegetale e rappresentano rispettivamente il 49% e il 31% del valore totale delle vendite. La crescita più importante si è registrata nella categoria emergente dei formaggi vegetali, con un incremento dei volumi di vendita del 77% nel periodo 2021-2023

 

Secondo l’ultimo rapporto Coop (2024), il 22% degli italiani ha dichiarato di aver ridotto il consumo di carne. Altissima la percentuale di chi – fra i 18 e i 35 anni – ci sta pensando: circa l’85%. 

Quello che devi sapere

Il report

  • La non profit Good Food Institute Europe ha diffuso un report - visionato in anteprima dal Il Sole 24 Ore - sull’andamento degli alimenti a base vegetale in Italia, dal 2021 al 2023. L’indagine, basata sui dati della società di ricerca Circana, si è concentrata sul mercato al dettaglio italiano di sette categorie di alimenti a base vegetale (carne, bevande, formaggio, yogurt, panna, gelato e dessert). Questa industria vale 641 milioni di euro: è cresciuta del 16,1% in due anni e dell’8% rispetto al 2022

Per approfondire: Sviluppo sostenibile, l'Italia è in ritardo

Il valore delle vendite/1

  • L’aumento dei prezzi ha riguardato tutti i beni alimentari in maniera generalizzata, ma non ha provocato una contrazione delle vendite, che sono invece cresciute: nel 2023 il valore delle vendite al dettaglio di alimenti a base vegetale nelle sette categorie è aumentato del 16,1% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2022

Il valore delle vendite/2

  • Le vendite unitarie sono aumentate del 5,8% tra il 2021 e il 2023 e del 2,8% tra il 2022 e il 2023. Il volume delle vendite in Italia è cresciuto in quattro delle sette categorie di prodotti a base vegetale tra il 2021 e il 2023. I dati parziali relativi al periodo gennaio-aprile 2024 mostrano che il valore delle vendite, le vendite unitarie e il volume delle vendite delle sette categorie di prodotti a base vegetale hanno continuato a crescere rispetto allo stesso periodo del 2023

I formaggi hanno l'incremento maggiore

  • Le categorie più forti si confermano carne e latte a base vegetale e rappresentano rispettivamente il 49% e il 31% del valore totale. Abbastanza bene anche le bevande vegetali, con il 7,4% del mercato totale del latte (vegetale e animale). La crescita più importante però si è registrata nella categoria emergente dei formaggi vegetali, con un incremento dei volumi di vendita del 77% nel periodo 2021-2023

I termini per i prodotti plant-based

  • Good Food Institute Europe riporta inoltre un sondaggio di YouGov del 2024 che mostra come il 69% degli italiani ritiene appropriati termini come “hamburger” e “latte” per i prodotti plant-based. Il 68% inoltre sostiene che le aziende dovrebbero poterli usare liberamente. Tuttavia, l’anno scorso il governo italiano ha deciso di vietare i termini legati alla carne convenzionale come ‘bistecca’ o ‘salame’ per i prodotti a base di carne vegetale

Italia ai primi posti per consumo di proteine vegetali

  • Il 70% degli intervistati nel corso dello stesso sondaggio pensa considera il consumo di carne in Italia eccessivo, e il 60% prevede di ridurre o eliminare la carne dalla propria dieta nei prossimi due anni. Sembrerebbe perciò confermato il trend emerso dallo studio europeo Smart Protein, secondo cui l’Italia si trova ai primi posti in Europa per consumo e accettazione delle proteine vegetali

Il 22% degli italiani ha ridotto il consumo di carne

  • Dati analoghi su questo stesso tema erano stati forniti dall'ultimo rapporto Coop (2024): il 22% degli italiani ha dichiarato di aver ridotto il consumo di carne. Da questo studio risultava molto alta la percentuale di chi – fra i 18 e i 35 anni – ci sta pensando: circa l’85%. Per 14 milioni di italiani una delle motivazioni principali è la diminuzione dell’inquinamento che ne consegue

Le diete

  • Un italiano su 3 (34%) dà ancora priorità alla dieta mediterranea. Tuttavia si stanno diffondendo anche diete ricche di proteine non animali: sono popolari in particolare stili alimentari iperproteici (7% dei consumatori, +2%) e tutti quelli attenti al peso forma. Crescono per esempio il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%). Rimangono inoltre stabili il regime flexitariano (adottato da chi segue in prevalenza una dieta vegetale, a cui aggiunge in modo saltuario prodotti di derivazione animale) il reducetariano (con un ridotto consumo di carne) e il climatariano (che cerca di ridurre il cambiamento climatico tramite l’alimentazione)

Pagare di più per avere prodotti più salutari

  • Sempre secondo il rapporto Coop 2024, quindi, sono soprattutto diffusi stili orientati al benessere e alla sostenibilità. Gli italiani si dicono inoltre disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%)

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