Dopo il crollo di diverse Borse asiatiche, in particolare Tokyo e Seul, e in attesa dell'attacco militare dell'Iran a Israele, i mercati azionari del Vecchio continente hanno registrato un forte calo, fino alla chiusura. Piazza Affari ha fatto peggio di tutti: in giornata è arrivata fino a -4,3%. Lo spread tra Btp e Bund sfiora i 150 punti base. In perdita anche Parigi, Francoforte e Londra. Situazione simile a Wall Street che ha chiuso in rosso
Dopo le cadute di venerdì scorso, anche questo inizio settimana non è stato dei migliori per le Borse. Prima è arrivato il crollo di diverse Borse asiatiche, in particolare delle Piazze di Tokyo (-12%) e Seul, poi di quelle europee. Piazza Affari ha fatto peggio di tutte: ha aperto in calo dell'1,74%, poi durante la giornata è arrivata a perdere fino al 4,3%, e infine ha chiuso a -2,27%. Male anche Parigi, Francoforte e Londra. Lo spread tra Btp e Bund parte in chiaro aumento a 153 punti e chiude a 152. Tonfo di Wall Street in apertura, ma anche la chiusura è stata negativa: è stata una delle peggiori perdite in quasi due anni. Il Dow Jones ha ceduto il 2,60% a 38.703,27 punti, il Nasdaq è scivolato a - 3,43% a 16.200,08 punti, mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 3% a 5186,33 punti. Gli esperti, comunque, ricordano che le Borse stanno scendendo dopo mesi e mesi di forti guadagni. Sui mercati pesa anche l'incertezza per l'annunciato attacco dell'Iran contro Israele.
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L'euro a 1,0959 dollari dopo la chiusura di Wall Street
L'euro è scambiato a 1,0959 dollari dopo la chiusura di Wall Street. La moneta unica guadagna lo 0,43% verso il biglietto verde.
Wall Street chiude pesante, Dj -2,60%, Nasdaq -3,43%
Wall Street chiude con una delle peggiori perdite in quasi due anni. Il Dow Jones cede il 2,60% a 38.703,27 punti, il Nasdaq scivola a - 3,43% a 16.200,08 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 3.00% a 5186,33 punti.
Giorgetti: "Mercati pagano euforia degli ultimi mesi"
"Effettivamente come spesso accade da Oriente e da Occidente arrivano folate che impattano sui mercati. Ci sono stati problemi a Est e i mercati pagano l'euforia che c'è stata nei mesi scorsi. Penso che i valori debbano corrispondere alla realtà, se si mettono qualche etichette per dare valore" come accaduto sul fronte dell'high tech e dell'intelligenza artificiale "ecco che possono esserci le sorprese". Lo ha detto, intervenendo alla Festa della Lega Romagna a Cervia, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, parlando del 'lunedì nero' delle Borse internazionali.
L'indice della paura rallenta dopo un balzo record
L'indice Vix, noto come 'indice della paura', si ricompone dopo che in mattinata aveva compiuto un balzo del 181%, passando da 23,39 a 65,73 punti, in quello che era stato lo strappo più forte dal 1990. Il Vix, termometro della volatilità attesa a 30 giorni dall'indice S&P 500 e dunque dell'ansia del mercato azionario americano, avanza 'solo' del 45% a quota 34, un livello che segna il massimo da marzo 2022, all'alba della guerra in Ucraina. Con il balzo della mattinata l'indice aveva invece aggiornato i massimi dall'inizio del 2020, quando era scoppiata la pandemia di Covid.
Trump: "Con Harris il crash"
Trump attacca Harris per il crollo delle borse: “Un'anteprima dei mercati mondiale se vincerà lei". All'orizzonte si profilano le nubi di una recessione che rischia di mettere in discussione i risultati finora positivi della 'Bidenomics', con inevitabili ricadute su Harris. Finora gli Usa potevano vantare l'economia con la crescita più forte, ma gli ultimi dati sull'occupazione mostrano un brusco raffreddamento del mercato del lavoro e rilanciano i timori di un "hard landing". Settembre dirà se gli Usa sono entrati formalmente in recessione. Uno scenario che potrebbe penalizzare Harris e che Trump sta già cavalcando. "Trump cash contro Kamala crash. Gli elettori hanno una scelta: la prosperità con Trump o il crash e la grande depressione del 2024 con Kamala", ha avvisato su Truth, ammonendo anche sulla "probabilità della terza guerra mondiale se queste persone molto stupide restano in carica".
Le Borse invocano la Fed
Di fronte a una turbolenza del genere il mercato ha iniziato a invocare l'intervento riparatore della Fed, accusata di aver stretto troppo forte il cappio al collo dell'economia americana. Se le scommesse di un taglio di emergenza si sono diradate, in molti chiedono vigorose sforbiciate al costo del denaro: Jp Morgan e Citi ipotizzano due tagli da 50 punti base a settembre e novembre e uno da 25 a dicembre. Queste prospettive hanno affossato il dollaro, sceso a 1,1 sull'euro e crollato del 3% sullo yen, e provocato una normalizzazione della curva dei rendimenti, 'invertita' dal luglio 2022. Evento quest'ultimo considerato l'anticamera di una imminente recessione. La Fed "deve tagliare i tassi. Sono stati sciocchi a non averlo ancora fatto", ha scritto Elon Musk su X. Un taglio d'emergenza "potrebbe segnalare il panico", ha notato il nobel Paul Krugman, ma in presenza di panico vero "tale argomento perde la sua forza". Il componente della Fed, Austan Goolsbee, ha gettato acqua sul fuoco: i dati sull'occupazione per ora sono solo "un numero" e "ancora non indicano una recessione". Certo che se uno degli obiettivi della Fed - tra cui la piena occupazione e la stabilità finanziaria - fosse a rischio "dovremo reagire in modo più robusto" anche perché con un'economia in recessione "non avrebbe senso mantenere una politica restrittiva".
Gestori ed economisti divisi sulle prospettive delle Borse
Economisti e gestori dividi sulle prospettive dei mercati finanziari dopo i tonfi di venerdì scorso e di oggi. "Molti si chiedono se il mercato stia reagendo in modo eccessivo. Il prezzo è ciò che si paga e il valore è ciò che si ottiene. Il prezzo degli asset di rischio è stato troppo alto e il valore (cioè il rendimento del capitale) è stato inferiore alle aspettative. La volatilità è il mercato che si adegua a ipotesi errate, il che ci riporta alla questione precedente: le aspettative del mercato sui risultati, a nostro avviso, erano troppo elevate. Sebbene i ricavi o gli utili debbano ancora crollare, i mercati li scontano prima che questo accada attraverso evidenze indirette, come forse è accaduto la scorsa settimana", dice commenta Robert Almeida, Global investment strategist & portfolio manager di Msf Im alla caduta delle Borse. Più ottimista Álvaro Sanmartín, capo economista, Amchor IS. "Il dato sulla disoccupazione di venerdì negli Stati Uniti è stato debole, ma non si può dimenticare che è stato influenzato da eventi meteorologici avversi - sottolinea l'economista -. In questo senso, ci aspettiamo che il dato di agosto sia nettamente migliore e che questo contribuisca a rassicurare il mercato prima della fine del terzo trimestre".
Milano brucia 15 miliardi: -55 in tutto
Sul listino principale di Piazza Affari sono stati bruciati oggi altri 15 miliardi di euro di capitalizzazione, che portano a quasi 55 miliardi di euro le perdite registrate dalla Borsa milanese in tre sedute.
I listini a Piazza Affari
A pesare sul listino milanese sono stati soprattutto i tonfi di Nexi (-6%), Erg (-4,8%), Saipem (-4,4%), Hera (-4%), Stm (-3,9%) e Snam (-3,8%). Male anche il comparto bancario e finanziario con Azimut (-3,6%), Unipol (-3,4%), Mps (-3,1%), Generali (-3%) e quello energetico con Enel (-2,9%). Unico titolo invariato nel Ftse Mib è Leonardo mentre Interpump riesce a limitare le perdite allo 0,2%.
Spread BTP-Bund a 149,7
Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso la seduta in rialzo di poco meno di 4 punti base, a un passo da quota 149,7, in una seduta che ha penalizzato tutti gli asset considerati rischiosi dagli investitori. Il rendimento dei bond italiani è salito di cinque punti base, al 3,68%.
Milano peggior Borsa d'Europa
Milano ha chiuso con il peggior risultato in Europa, a -2,27%. Ma la chiusura è in forte calo per tutte le Borse europee, sotto pressione, al pari dei listini mondiali, per i timori di una recessione americana e di una 'bolla' nel comparto tecnologico. Londra ha chiuso in calo del 2,04%, Francoforte dell'1,82% e Parigi dell'1,42%, con i listini che hanno ridotto le perdite nel pomeriggio assieme a Wall Street, dopo che l'indice Ism dei servizi Usa è cresciuto a luglio oltre le attese.
Milano chiude a -2,27%
Chiusura pesante per Piazza Affari: il listino milanese ha chiude in calo del 2,27%, a 31.293 punti, contenendo i ribassi nel pomeriggio, dopo che in mattinata era arrivato a perdere fino al 4,3%.
Wall Street riduce ancora le perdite
Wall Street resta in rosso ma riduce ancora le perdite, con tutti e tre gli indici a meno del 3%. Il Dow Jones è a -2,37% a 38.794,37 punti, il Nasdaq è risalito a -2,59% a 16.342,09 punti, mentre lo S&P 500 è a -2,42% a 5216,96 punti.
Insieme alle Borse scendono anche oro e argento
Perdono terreno le quotazioni dell'oro: il contratto spot sul metallo giallo che è arrivato a cedere il 3,2%, maggior ribasso giornaliero dall'inizio di giugno e ora perde il 2,1% a 2.389,8 dollari l'oncia. Giù anche gli altri metalli preziosi, a partire dall'argento in calo del 7,2%. In sostanza, è la spiegazione che viene data, gli investitori liquidano le posizioni in oro per coprire le perdite sui titoli azionari . Secondo Adrian Ash, direttore della ricerca di BullionVault, una piattaforma di trading di metalli preziosi, "è comune che l'oro scenda come le azioni, ma scende di meno e da un livello più alto prima di trovare il suo floor". Nonostante il brusco ridimensionamento in corso l'oro infatti è ancora in rialzo del 15% circa quest'anno. A luglio ha toccato i massimi storici, favorito dagli acquisti delle banche centrali e dagli investitori asiatici, ricorda Bloomberg. Anche le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, sono aumentate, il che è positivo per il metallo giallo, che non garantisce interessi. Le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente dovrebbero inoltre sostenere le quotazione del bene rifugio per eccellenza.
L'attesa della Fed “normalizza” la curva dei rendimenti Usa
Le scommesse su un cambio di passo della Fed sui tassi riportano ordine nella curva dei rendimenti americani ponendo fine a un'inversione che durava da luglio del 2022. I rendimenti dei Treasury a dieci anni tornano a superare quelli a due anni, dopo che la stretta monetaria della Fed, che aveva alzato i tassi ai massimi da 23 anni, viene ormai ritenuta conclusa. L'inversione della curva, ricorda il Financial Times, è considerata un segnale anticipatore di una recessione che può verificarsi tra i sei mesi e i due anni mentre la normalizzazione della curva si verifica generalmente appena prima dell'inizio della recessione.
Wall Street attenua il rosso, Dj -2,39%, Nasdaq -3,67%
Wall Street dopo la pubblicazione dell'indice Ism resta in profondo rosso ma attenua le perdite. Il Dow Jones è a -2,39% a 38.787,13 punti, il Nasdaq è risalito a -3,67% a 16.151,91 punti, mentre lo S&P 500 è a -3.00% a 5186,31 punti.
L'indice Ism dei servizi Usa sale a luglio sopra le attese
Il settore dei servizi Usa torna in una fase di espansione a luglio. L'indice dei direttori d'acquisto (Pmi) di Ism registra un livello di 51,4, sopra la soglia di 50 che separa una fase di espansione da una di contrazione dell'attività economica. A giugno l'indice era sceso a 48,4 dopo aver subito la peggior battuta d'arresto in quattro anni. Il rimbalzo di luglio, superiore alle attese degli economisti (51), potrebbe contribuire ad allentare i timori sullo stato di salute dell'economia americana scatenati venerdì dai dati sul mercato del lavoro.
L'Europa riduce il calo con Wall Street, Milano a -2,4%
Le Borse europee riducono i ribassi in scia a Wall Street mentre l'indice Ism dei servizi negli Usa rimbalza a luglio, oltre le attese degli analisti, contribuendo ad allentare un poco le preoccupazioni sulla tenuta dell'economia americana. Milano cede il 2,4%, Londra il 2,2% e Parigi l'1,8% mentre a New York il Nasdaq riduce il calo al 3,6% e l'S&P 500 al 3%.
Musk: “Fed deve tagliare tassi, sciocco non averlo ancora fatto”
La Fed "deve tagliare i tassi. Sono stati sciocchi a non averlo ancora fatto". Lo ha scritto Elon Musk su X commentando, in una risposta di qualche ora fa, la recente scelta di politica monetaria della banca centrale americana a cui i mercati hanno reagito in tutto il mondo negativamente. La scorsa settimana i banchieri americani hanno lasciato i tassi invariati rimandando il possibile taglio alla riunione del 17-18 settembre