Detrazioni e cessione del credito, cosa cambia per il Superbonus e le altre agevolazioni
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Con il rimborso fiscale in dieci anni e non più in quattro si assottiglia il vantaggio dei beneficiari del Superbonus, che l’anno prossimo scenderà dal 70% al 65%. Per quanto riguarda gli altri bonus casa, sono pochi i contribuenti che ancora possono usufruire della cessione del credito
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- Quest’anno la misura del superbonus è del 70% sulle spese detraibili. L’anno prossimo scenderà al 65%. Si prospetta inoltre che il rimborso fiscale avvenga in dieci anni e non più in quattro, come previsto da un emendamento governativo. Questo passaggio assottiglia il vantaggio dei beneficiari
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- La differenza di guadagno è spiegata da Il Corriere della Sera: cedere un credito da 30mila euro al 70% per quattro anni significa, indicativamente, ottenere 17.850. Sempre a livello indicativo, in 10 anni l’incasso è di 14.700 euro
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- Conviene perciò optare – sempre per restare nell’esempio citato dalla testata – per la detrazione diretta sulla dichiarazione dei redditi. In dieci anni si incassano 6.300 in più, anche se a rate. C’è il rischio che si creino problemi se non si hanno a disposizione i 30mila euro o non li si voglia spendere. Potrebbero generarsi contenziosi tra condomini e imprese edili
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- I condomini che possono dimostrare di aver preso la delibera assembleare e inviato la Cilas entro il 17 febbraio 2023 hanno ancora diritto alla cessione del credito per il Superbonus. Devono anche dimostrare che hanno effettuato spese relative ai lavori entro il 31 dicembre 2023
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- Per quanto riguarda gli altri bonus, sono pochi i contribuenti che ancora possono usufruire della cessione del credito. Si tratta perlopiù di lavori relativi al bonus barriere architettoniche. Sono opere iniziate entro il 31 dicembre scorso se i lavori rientravano tra quelli originariamente agevolati dal bonus. In alcuni casi però il termine ultimo slitta al 31 marzo 2024
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- Molte tipologie di intervento non possono più essere soggette all’agevolazione in seguito al decreto Superbonus 212/23, che è entrato in vigore il 30 dicembre scorso. Ha eliminato ad esempio la sostituzione degli infissi
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- Le aliquote di rimborso restano invece stabili. Per tutto il 2025 si parla del 75% su un tetto che va da un massimo di 50mila euro per gli interventi su singole unità immobiliari a 30mila per i lavori condominiali dove ci siano più di 8 condòmini. Ma si è allungata la durata del rimborso da cinque a dieci anni
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- Per quanto riguarda il Sismabonus, si può dire che questa stessa agevolazione seguirà la stessa strada del Superbonus. Anche per questa agevolazione non è infatti più possibile ricorrere al credito, salvo che per i comuni terremotati e per chi abbia avviato prima del 31 dicembre scorso lavori di demolizione e ricostruzione finalizzati al consolidamento statico
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- Infine, connesso al bonus ristrutturazione, c’è il bonus arredi: permette di ottenere il 50% in 10 anni su un tetto di 5mila euro. L’anno prossimo, tuttavia, non sarà riproposto