Tari, aumenti in arrivo in tutta Italia: le città interessate e i motivi dei rincari
Anche quest’anno la tassa sui rifiuti registrerà un incremento in diversi centri del nostro Paese come Roma, Napoli, Palermo e Verona. Negli ultimi cinque anni, secondo la Uil, il costo dell'imposta è lievitato di circa il 7%: una crescita che si è notata soprattutto dove il servizio risulta meno efficiente e il ciclo integrato dei rifiuti non è ancora stato completato
- Inflazione, guerre e prezzi dell'energia: sono queste le cause che stanno facendo impennare, anche quest'anno, i costi della Tari in diverse città italiane
- Anche sulla spinta degli operatori, la tariffa sui rifiuti sale a Roma (di quasi il 3%), Firenze (+3,2% per cittadini e imprese), Padova (+3,3% in media), Ancona e Perugia (+7% circa)
- A Palermo il Comune ha appena approvato rincari del 6% in media. A Verona i costi vanno su del 5,6% in media. Napoli, invece, deve ancora riprendersi dalla batosta del 2023: qui la tariffa sui rifiuti è incrementata lo scorso anno del 13% per le utenze domestiche e di oltre il 20% per i negozi
- Milano, dove invece il costo dell'imposta risulta in diminuzione da anni per le famiglie, è una delle poche città a muoversi in controtendenza
- Ma perché le tariffe sono aumentate così tanto? L'Arera, nella predisposizione delle tariffe relative all'anno in corso, ha chiesto alle città di prevedere un aumento dei costi delle bollette allo scopo di accelerare il recupero dell'inflazione, che ha caratterizzato gli ultimi anni e che ha finito per aumentare i costi fissi, come il carburante per i camion, delle municipalizzate della raccolta
- Per alcuni Comuni, però, questi aumenti risultano comunque un successo. È il caso di Roma: la giunta di Gualtieri ha sottolineato che il salasso per i cittadini sarebbe dovuto essere del 14%, visto che la Tari serve per finanziare interamente il contratto di servizio per il ritiro dei rifiuti e per la pulizia delle strade. Invece l’amministrazione si è affidata ai fondi recuperati con la lotta all’evasione per evitare un simile rincaro. “Con questo piano riduciamo l’aumento dell’80% e l’anno prossimo lo azzeriamo”, ha detto Gualtieri
- A Verona, invece, fanno notare che gli incrementi potevano essere superiori al 7%: per contenerli si è deciso di attingere alle entrate provenienti dall'imposta di soggiorno. I turisti, in pratica, pagheranno parte della Tari dei residenti
- Valutazioni in corso a Genova, dove si punta a congelare gli incrementi del 6,8% annunciati dall'Amiu, l'azienda che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti per il Comune. Genova è una delle città dove la Tari costa di più, con una spesa media per famiglia che supera i 490 euro annui
- Ma i rincari si estendono anche ai Comuni più piccoli e non risparmiano nemmeno la montagna: a Courmayeur si pagherà in più circa il 6,8%
- Negli ultimi cinque anni, secondo la Uil, il costo della Tari è lievitato di circa il 7%. Solo nel 2023, ha calcolato invece Cittadinanzattiva, il costo della tassa ha toccato in Italia in media quota 320 euro a famiglia, in crescita del 2% sul 2022. Per quest'anno, ha indicato l'Arera, gli aumenti possono raggiungere invece un massimo del 13,7%. I Comuni hanno tempo fino al 30 giugno per deliberare sulla Tari 2024, grazie alla proroga concessa dal governo con un emendamento al decreto Superbonus
- Quello della gestione dei rifiuti, nonostante gli investimenti legati al Pnrr, rimane quindi un punto debole e gli aumenti in arrivo, al lordo dell'effetto dell'inflazione, lo dimostrano. La Tari serve a pagare un servizio che, inevitabilmente, risulta più costoso laddove è meno efficace ed efficiente, cioè nelle città dove il ciclo integrato dei rifiuti non è ancora stato completato. Per dare una svolta si punta adesso anche sulla Tarip, che però è ancora poco diffusa, specie al Sud
- La Tari puntuale, più nel dettaglio, è composta da una quota fissa, calcolata in base alla superficie dell’immobile, e da una quota variabile, pensata per premiare i comportamenti virtuosi di chi differenzia correttamente i materiali riciclabili e riduce al minimo i rifiuti non riciclabili. Nel Lazio uno degli ultimi Comuni ad aver adottato questa soluzione è Genzano, che ora punta a innalzare la percentuale di raccolta differenziata al 90%