Bonus casa, possibile un nuovo spalma-crediti con tempi più lunghi: l’ipotesi del governo
L’esecutivo studia possibili novità in merito ai contributi relativi all’edilizia, dal superbonus al bonus barriere architettoniche fino al Sismabonus. Nel corso della conversione del decreto 39/2024 è possibile infatti che venga estesa la possibilità di recuperare le agevolazioni fino anche a 15 anni: in questo modo aumenterebbe l’appeal per le detrazioni e i conti pubblici ne gioverebbero
- Spalma crediti e spalma detrazioni: due strumenti molto simili, che questo Governo ha già utilizzato in passato e che stanno tornando sui tavoli tecnici in questi giorni, verso i passaggi più caldi della conversione del decreto 39/2024, che ha appena iniziato il suo iter in Senato
- Sarebbe, così, possibile rendere più sostenibili i bonus casa sia per i conti pubblici che per i singoli contribuenti, dandogli la possibilità di recuperare le agevolazioni in più anni, anche in dieci o quindici rispetto agli attuali quattro
- L’utilizzo combinato di questi due meccanismi consentirebbe da un lato di aumentare l’appeal delle detrazioni, attualmente poco utilizzabili per il contribuente medio, e dall’altro di migliorare la sostenibilità dei conti pubblici
- Infatti, aumentando il numero di anni per la compensazione, da 4 a 10, diminuisce l’importo della rata annuale che ciascun contribuente o impresa può portare in detrazione, abbassando di conseguenza la soglia della capienza fiscale
- Del resto, lo stesso Giorgetti non aveva escluso possibili interventi e sul tema anche il Def era stato chiaro: “Nell’immediato il Governo intende continuare nell’adozione di misure volte a intervenire sul profilo del deficit, migliorandolo ulteriormente anche attraverso una revisione della disciplina dei crediti d’imposta al fine di ricondurlo al di sotto del 3 per cento del Pil entro il 2026. Tali azioni saranno rivolte a migliorare non solo i saldi di competenza, ma anche quelli di cassa”
- Sotto esame, insomma, ci sono i problemi di cassa derivati dai fortissimi esborsi legati nei prossimi anni alle rateizzazioni dei bonus casa già programmati, sotto forma di detrazioni o di crediti di imposta. Si tratta di numeri giganteschi, considerando che in questo campo viene maneggiata una massa di 219 miliardi di crediti di imposta
- A questo proposito due sono gli strumenti già sperimentati negli scorsi anni: il primo riguarda le detrazioni, ed era contenuto in una norma inserita in fase di conversione del decreto 11/2023. In quel provvedimento si dava ai contribuenti la possibilità, per le spese 2022 relative al superbonus, di optare per un allungamento in dieci anni dei tempi di detrazione. Opzione che sarà possibile soltanto nel modello Redditi o 730 da presentare quest’anno, dal momento che i modelli 2023 non consentivano l’utilizzo di questa chance
- Il secondo era nel decreto Aiuti quater di fine 2022 (altro provvedimento del Governo Meloni) e agiva sul fronte dei crediti di imposta. Prevedendo la possibilità, per i crediti comunicati entro marzo 2023 (quindi, relativi a spese 2022), di spalmare il loro utilizzo su dieci anni, anziché sui quattro ordinari. Questa possibilità è stata, peraltro, accordata anche alle quote di crediti (quindi, frazioni di rate annuali)
- L’ipotesi è ancora allo studio e c'è ancora tempo per possibili emendamenti: il calendario delle votazioni sul decreto 39/2024 non entrerà nel vivo prima del 6 maggio
- Ma per quali interventi si potrebbe chiedere lo spalma-crediti? Ad oggi i crediti d’imposta in relazione alle detrazioni spettano per i seguenti interventi:
- Superbonus;
- Bonus barriere architettoniche;
- Sismabonus