Caro benzina, superata la soglia di 2,5 euro al litro in città. Ecco dove costa di più
Il prezzo del carburante ha superato i 2,5 euro al servito in molti distributori italiani, non solo in autostrada ma anche sulle strade urbane. Il caro benzina, con le accise che pesano poco meno della metà, arriva proprio in vista dei ponti del 25 aprile e del 1° maggio, quando milioni di italiani si preparano a partire per le vacanze
- Non si arresta il caro-benzina. Il costo del carburante ora supera i 2,5 euro al servito in molti distributori italiani, non solo in autostrada ma anche in città. L'aumento dei prezzi, con le accise che pesano poco meno della metà, arriva proprio in vista dei ponti del 25 aprile e del 1° maggio, quando milioni di italiani si preparano a partire per trascorrere qualche giorno di vacanza fuori casa
- I prezzi dei carburanti sono aumentati sensibilmente nell'ultimo periodo. Secondo le ultime rilevazioni, hanno raggiunto quota 1,915 euro/litro per la benzina, 2,053 euro/litro per la verde, 1,812 euro/litro per il gasolio al self e 1,953 euro/litro per il gasolio al servito
- A lanciare l'allarme sugli effetti del caro-benzina in vista dei prossimi due ponti è il Codacons. L'associazione per la tutela dei consumatori ha realizzato anche una mappa nazionale del caro-carburante, sottolineando che "alla data di venerdì 12 aprile il prezzo più alto è stato praticato sulla A21 Piacenza-Brescia, dove un litro di verde in modalità servito era pari a 2,549 euro. Sempre sulla A21, ma in provincia di Alessandria, la benzina ha raggiunto nella stessa data 2,499 euro al litro”, ha spiegato il Codacons
- Sulla rete urbana, invece, “i prezzi più alti sono praticati nella provincia di Benevento, dove due distributori hanno superato quota 2,5 euro al litro, con listini rispettivamente di 2,572 e 2,550 euro/litro, e in provincia di Modena 2,509 euro al litro”, specifica l'associazione per la tutela dei consumatori. “Da segnalare - prosegue il Codacons - lo strano caso di un distributore in via Lungolago di Capolago a Varese, che il 12 aprile ha comunicato al Mimit un prezzo pari a 2,854 euro al litro per la benzina”
- Subito è arrivato il commento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha parlato di una "sostanziale stabilità" dei prezzi "rispetto a ieri". Il Mimit ha inoltre sottolineato che così come "alcune decine di distributori che praticano un prezzo più alto nel servito", allo stesso tempo ce ne sono "diverse migliaia che, ad oggi, praticano un prezzo più basso della media nazionale". Costo medio che, puntualizza il Ministero, è oggi pari a 1,805 euro per il gasolio e a 1,910 euro per la benzina
- Immediata la risposta del Codacons. “Per correttezza (il Mimit) dovrebbe anche specificare che vi sono centinaia di impianti che vendono oggi la verde in modalità servito a prezzi compresi tra 2,2 e 2,3 euro al litro", dichiara il presidente dell'associazione a tutela dei consumatori, Carlo Rienzi, che aggiunge: "Il governo farebbe bene e a non cercare scuse e a tagliare da subito le accise dei carburanti"
- Il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) ha rilevato che oggi in Italia, per ogni litro di benzina acquistato dagli automobilisti, oltre 1 euro se ne va in tasse: pari al 56,4% del prezzo pagato alla pompa. “In Italia Iva e accise pesano per il 56,4% sulla benzina e per il 52,4% sul gasolio, con una incidenza più elevata rispetto al resto d'Europa, dove il peso della pressione fiscale si ferma al 52,47% sulla verde e al 47,22% sul diesel”, spiega il presidente del comitato scientifico Crc, Furio Truzzi
- Il presidente del Crc ha poi precisato che “su ogni litro di benzina le tasse incidono per 0,945 euro nella media Ue, e per 1,071 euro in Italia. Sul gasolio per 0,801 euro al litro in Ue e 0,941 euro al litro in Italia. Nel nostro Paese, quindi, su ogni litro di carburante si pagano di tasse tra i 12 e i 14 centesimi di euro in più rispetto al resto d'Europa”
- "Ai prezzi attuali lo Stato guadagna quasi 3,2 miliardi di euro al mese a titolo di tassazione sui carburanti: 990,6 milioni su benzina e quasi 2,2 miliardi di euro su gasolio”, precisa il presidente di Crc. "Il governo farebbe bene a valutare anche gli effetti negativi indiretti: la maggiore spesa per i rifornimenti e le conseguenze del caro-benzina sui prezzi al dettaglio contraggono i consumi delle famiglie e fanno scendere la domanda, con danni per l'economia nazionale"