I bonus con rimborso fiscale in 10 anni sono tre: quello sulla ristrutturazione (50% su un tetto di 96mila euro), l’ecobonus standard (fino al 75% per lavori su parti comuni e tetto variabile a seconda delle opere) e la combinazione eco-sismabonus, che può arrivare all’85% su un massimo di 136mila euro. Nel 2024 sono state però apportarte modifiche
- Nel 2024 ci sono otto tipologie di agevolazione in vigore per ristrutturare casa: sono le stesse dell'anno scorso. Le regole però sono state cambiate per tre di queste: sisma bonus ordinario, bonus barriere architettoniche e Superbonus
- Per quanto riguarda la prima, cioè il sisma bonus ordinario, è stata eliminata la possibilità di effettuare la cessione del credito per demolizione e ricostruzione. In merito alle barriere architettoniche è stata invece limitata la possibilità di cessione (e in generale il perimetro della misura è stato ristretto). Infine il Superbonus: è stato confermato il calo delle aliquote e sono state introdotte alcune misure di mitigazione
- Nel dettaglio, il Superbonus quest’anno è possibile solo per i condomini. I costi rimangono detraibili alle aliquote del 2023 (110%- 90% per i lavori comunicati dopo il 31 dicembre 2022) solo per gli importi asseverati e inseriti nella piattaforma Enea entro il 31 dicembre 2023, mentre nel 2024 il beneficio si riduce al 70%, per scendere al 65% l’anno prossimo
- Come sottolinea Il Corriere della Sera, gli unici ad avere diritto a un contributo sulla maggiore spesa sono i contribuenti proprietari di prima casa e con reddito Isee equivalente massimo di 15mila euro, per lavori terminati entro il 31 ottobre 2024. La misura è valida anche se al 31 dicembre scorso le opere erano almeno al 60%. Con la fine del 2023 il Superbonus è invece terminato per le abitazioni indipendenti
- Viene inoltre riconosciuta l'aliquota 2023 per i costi asseverati entro il 31 dicembre scorso con i cosiddetti Sal (stato avanzamento lavori), anche se i lavori non termineranno o non porteranno al miglioramento di due classi energetiche
- Per quanto riguarda le altre misure: restano invariate le scadenze, tutte fissate al 31 dicembre di quest’anno, con la sola eccezione del bonus barriere architettoniche, che resterà in vigore anche nel 2025. Si sono però ulteriormente ristrette le possibilità di effettuare la cessione del credito o di usufruire dello sconto in fattura
- Per quanto riguarda il bonus barriere architettoniche cessione e sconto sono praticabili solo se ricorre una di queste tre condizioni: operazioni sulle parti comuni di edifici a prevalente destinazione abitativa; opere eseguite dai proprietari su unità in condominio o edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, purché l’Isee equivalente non superi 15.000 euro; famiglie con un soggetto disabile
- Il bonus barriere architettoniche consente un rimborso fiscale del 75% in cinque anni su un tetto di spesa da 30 a 50mila euro. La sua applicazione è stata circoscritta a scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, escludendo gli interventi di sostituzione degli infissi e dei servizi igienici
- La cessione di credito o lo sconto in fattura invece sono stati quasi del tutto cancellate per il sismabonus: si possono ancora sfruttare solo per le operazioni di demolizione e ricostruzione avviate entro lo scorso 31 dicembre
- Il Corriere ha sottolineato inoltre che i bonus con rimborso fiscale in 10 anni sono tre: quello sulla ristrutturazione (50% su un tetto di 96mila euro), l’ecobonus standard (fino al 75% per lavori su parti comuni e tetto variabile a seconda delle opere) e la combinazione eco-sismabonus, che può arrivare all’85% su un massimo di 136mila euro