Superbonus, ipotesi Sal straordinario per i condomini: a chi spetta e come funziona
L’esecutivo sta pensando a un decreto parallelo al Milleproroghe che permetta un più ordinato passaggio dell’agevolazione edilizia verso una percentuale più ridotta, visto che c’è il rischio che si aprano numerosi contenziosi. L’idea di un Sal straordinario permetterebbe a migliaia di condomini di non perdere gli sconti faticosamente acquisiti e a ciò si aggiunge anche la possibilità di una mini-proroga, che vede favorevole soprattutto Forza Italia
- Tutto sembra ormai deciso, ma il Governo non esclude un ultimo intervento sul superbonus: è allo studio, infatti, un decreto parallelo al Milleproroghe proprio sull’agevolazione edilizia
- L’obiettivo dell’intervento è quello di evitare il caos, perché l’uscita disordinata dal 90% di agevolazione (e per alcuni anche dal 110%) per un più basso 70% rischia di far partire migliaia di contenziosi per circa 30 mila lavori condominiali
- L’ipotesi di un Sal straordinario permetterebbe di mantenere nel 2023, salvandole dalla percentuale di agevolazione più bassa, circa due miliardi di spese. E avrebbe il pregio, sicuramente importante per il ministero dell’Economia, di non intaccare i saldi di bilancio del 2024, già molto precari, spostando invece costi sul 2023
- A questo proposito potrebbe prendere corpo l’ipotesi del senatore Guido Quintino Liris (Fdi), che prevede l’introduzione di un Sal straordinario al 31 dicembre per sterilizzare l’effetto delle regole sugli stati avanzamento lavori legati a cessione del credito e sconto in fattura (che prevedono Sal con una consistenza minima del 30%)
- Al suo interno verrebbero ricomprese tutte le spese collegate a fatture e inviate allo Sdi entro il 12 gennaio. In questo modo verrebbe massimizzata la quota di spese assorbite dai bilanci pubblici del 2023
- Questa operazione avrebbe naturalmente un costo: secondo alcune fonti parlamentari il Sal straordinario consentirebbe di spostare circa due miliardi di spese dal 2024 al 2023 e questo comporterebbe, comunque, un aggravio sul deficit di quest’anno. Per quest’anno, però, ci sono i 15 miliardi di coperture extra messi a disposizione dal decreto Anticipi, che possono aiutare a far fronte ai poco meno di 13 miliardi di lavori legati a cantieri condominiali
- Allo studio dell’esecutivo ci sarebbe poi anche una norma anti-contenzioso, visto che gli sconti non più coperti dallo Stato dovranno essere coperti dai committenti che dovranno necessariamente pagarli, a meno di non voler perdere le agevolazioni sull’intero lavoro. Se anche le imprese decidessero di non incassare, in tutto o in parte, la quota non agevolata, perderebbero poi l’agevolazione su tutto
- A questo proposito non mancano le proposte, già avanzate dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, e dal consigliere delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto, che potrebbero aiutare a guidare queste transazioni tra imprese e committenti. Bisognerebbe, però, salvare in qualche modo l’Iva su questi lavori
- In questo quadro, poi, non è ancora completamente chiusa la porta di una proroga breve. Una strada che sembra trovare il favore soprattutto di Forza Italia e del vicepremier Antonio Tajani. Esclusa completamente l’ipotesi di una riapertura secca dei termini, si valuta l’alternativa di un rinvio breve, di tre mesi, limitato ai cantieri condominiali che al 31 dicembre prossimo abbiano un avanzamento almeno del 60 per cento
- In questo modo passerebbero al 2024 circa 4 miliardi di lavori, costi extra pari a 1,6 miliardi, rateizzati in quattro anni per le regole Eurostat: quindi, 400 milioni dal 2024 al 2027. Se, però, la proroga arrivasse insieme alla norma sul Sal straordinario, il monte di lavori 2024 si dimezzerebbe, perché due miliardi resterebbero a carico del 2023. A quel punto, il costo della proroga passerebbe a 800 milioni, 200 milioni all’anno tra il 2024 e il 2027