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Fiorucci in crisi, licenziamenti per 200 dipendenti del salumificio di Pomezia

Economia
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I sindacati hanno chiesto un incontro urgente, entro il primo di dicembre. Sono preoccupati, in particolare, per il ricorso al contoterzismo e contestano le cifre del piano di rilancio, che l’azienda ha fissato in 30 milioni in 6 anni

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È scattata il 27 di novembre la procedura di mobilità per i 216 lavoratori dei salumifici Fiorucci. La manovra era nell’aria e si era palesata quando, lo scorso agosto, l’azienda era passata di proprietà dalla multinazionale messicana Sigma Alimentos a due fondi, il tedesco Navigator Group e l’irlandese White Park Capital. I due stabilimenti coinvolti al momento sono quello romano di Pomezia, con 200 esuberi, e quello di Parma con 16 esuberi. Il management della società ha informato i sindacati della ristrutturazione soltanto quattro giorni prima. “Il piano - si legge in una nota dell’azienda - prevede una serie di azioni volte alla crescita di Fiorucci sia sul mercato italiano sia in quello internazionale, con un particolare focus su Paesi chiave come Germania, Austria, Francia e Uk. L’obiettivo è di raggiungere un aumento di fatturato del 20% e soprattutto un ritorno alla redditività media del settore”.

Le reazioni dei sindacati

I sindacati hanno chiesto un incontro urgente, entro il primo di dicembre. Sono preoccupati, in particolare, per il ricorso al contoterzismo, e contestano le cifre del piano di rilancio, che l’azienda ha fissato in 30 milioni in 6 anni, a fronte di 9 milioni all’anno di risparmi ottenuti con il solo licenziamento dei lavoratori. Lo stesso lunedì 27 novembre, allo stabilimento di Pomezia, si sono tenute assemblee e picchetti. “L’azienda - si legge in una nota congiunta di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil - ha rappresentato in modo incompleto le azioni che intende mettere in atto per rilanciare le produzioni e per incrementare le quote di mercato Fiorucci in Italia e all’estero, con l’obiettivo di invertire una tendenza negativa che si protrae da oltre un decennio”.

 

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La replica dell'azienda

“Le iniziative che prendiamo oggi - ha dichiarato Claudio Rustioni, amministratore delegato di Fiorucci Spa - hanno l’obiettivo di fare in modo che la storia del gruppo prosegua, che gli stabilimenti restino in Italia e continuino a generare benessere nel loro territorio di riferimento. Le azioni che abbiamo previsto sono indispensabili e non più rinviabili se vogliamo salvaguardare il futuro dell’impresa. Grazie ai nuovi finanziamenti l’azienda, in questo momento, non ha posizioni debitorie e dispone di liquidità sufficiente per garantire continuità operativa e di pagamenti. Ci concentreremo sull’automazione e modernizzazione degli impianti, sull’acquisizione di distributori e catene retail nel Nord Italia e all’estero e sulla sicurezza sul lavoro e l’igiene per tutelare sia i nostri dipendenti che i clienti finali”.  

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