Assegno unico, Manovra esclude titoli di Stato dal computo: chi ci guadagna di più
La legge di Bilancio prevede di non conteggiare più i titoli di Stato nell’Isee: in questo modo però, come evidenzia la relazione tecnica di accompagnamento, è previsto un aggravio della spesa pubblica di 44 milioni di euro. Ciò significa che a partire dal prossimo anno gli assegni saranno tutti più pesanti
- Per chi riceve l’assegno unico, la Manovra destina un apposito articolo, il 38, in cui sugli importi erogati, si stabilisce l’esclusione dal calcolo dell’indicatore di situazione economica equivalente (l’Isee), fino a un valore complessivo di 50mila euro
- Allo stesso modo, sono esclusi dal computo dell’assegno unico anche i titoli di Stato e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato, come i libretti e i buoni postali
- Ma quindi chi si avvantaggia da tali esclusioni? La disposizione avrà un maggiore impatto per i nuclei familiari con Isee più elevato (sempre rispettando il limite di 43.240 euro) e, assieme alla rivalutazione connessa al caro vita, stimata al 5,6%, resta una delle forme con le quali il governo punta a rimpolpare i futuri assegni unici, al netto di eventuali stravolgimenti richiesti da Bruxelles
- A detta della relazione tecnica di accompagnamento, questa scelta avrà l’effetto di ridurre il valore dell’Isee, comportando come conseguenza una maggiore spesa pubblica stimata in 44 milioni di euro per le prestazioni legate alla prova dei mezzi valutata attraverso l’indicatore in questione
- Come sottolinea la stessa relazione, se per altre misure l’esclusione dei titoli di Stato è sostanzialmente ininfluente, discorso diverso invece riguarda l’assegno unico “considerata l’universalità della prestazione e la granularità delle classi di Isee cui corrispondono livelli di prestazioni diverse, si determinano effetti finanziari negativi per la finanza pubblica”
- In questo esempio de “Il Sole 24 Ore”, abbiamo due genitori, un figlio sopra i tre anni e una casa di proprietà. La presenza o meno dei titoli di Stato incide profondamente, in quanto l’Isee si abbassa e si alza conseguentemente l’assegno, che passa da 142 a 168 euro
- Nel secondo caso abbiamo invece un nucleo composto da due genitori e un figlio sopra i tre anni che vive in una casa in locazione. Anche in questo caso i titoli di Stato fanno la differenza, poiché la loro presenza o meno determina un aumento dell’assegno, che passa da 148,1 a 174 euro
- Nel terzo e ultimo caso proposto dal quotidiano economico abbiamo un nucleo composto da due genitori e un figlio sotto i tre anni che vivono in una casa in affitto. La presenza o meno dei titoli di Stato incide anche in questa circostanza, poiché l’assegno passa da 153,5 a 178,4 euro a causa dell’Isee sensibilmente più basso
- Le aspettative iniziali, però, erano differenti. Infatti, le aspettative di inizio ottobre prevedevano l’introduzione di un assegno più pesante per i nuclei con almeno tre figli, per il momento non avvenuta
- Lo stesso dicasi per un altro limite che si intendeva superare, quello dei 21 anni. Anche in questo caso la riforma è al momento rinviata