Mutuo giovani, torna la scadenza a 40 anni per gli under 36: cosa sapere
Gli interessi per il mutuatario sono maggiori, ma la rata da sostenere si abbassa: l’impatto sulla vita quotidiana è perciò minore. Con questo strumento si punta ad agevolare i giovani. La Bce intanto alza i tassi dal 4,21 al 4,37%
- Alcuni istituti bancari, complice il rialzo degli interessi, offrono ad alcuni clienti il mutuo con scadenza quarantennale. L’intenzione con questo strumento è agevolare i giovani precari e sottopagati
- Come spiega il sito specializzato Telemutuo.it, le banche concedono mutui di questa durata a chi avrà al massimo 75 anni al momento dell’estinzione naturale del prestito. Si tratta perciò di under 36, categoria per cui tra l'altro già sono previsti anche alcuni sgravi e agevolazioni fiscali
- Più la durata del mutuo è ampia, maggiori sono gli interessi che il mutuatario è tenuto a pagare alla banca. Al tempo stesso, la rata da sostenere si abbassa e l’impatto sulla vita quotidiana è perciò minore
- Telemutuo.it ha confrontato due piani, uno a 25 anni e uno a 40. Il mutuo con durata a 25 anni, suddiviso a 300 rate, prevede una rata mensile di 948,42 euro. Il totale degli interessi è di 84.526. Il mutuo con durata a 40 anni invece è suddiviso in 480 rate e ha una rata mensile di 716 euro. Gli interessi totali sono 143.680 euro
- Gli under 36 godono già di alcune agevolazioni per l’acquisto della prima casa. Ma gli importi sono bassi e poche pratiche vanno a buon fine. Non sono molti gli istituti bancari disposti a finanziare con scadenze a 35 o 40 anni. Tra questi si segnalano Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena e Bnl
- Nel frattempo continua a farsi sentire la stretta monetaria della Bce su mutui e prestiti bancari. Anche le famiglie hanno oramai rallentato la richiesta di nuovi mutui i cui tassi registrano una ulteriore crescita, dal 4,21 al 4,37%
- Nel suo rapporto mensile l'Associazione bancaria italiana (Abi) sottolinea come la "crescita economica" rallenti e "deprime la domanda di prestiti" che restano comunque superiori ai livelli "pre Covid". Un concetto ribadito anche dal presidente Antonio Patuelli al termine della riunione del comitato esecutivo dell'associazione: c'è un calo delle richieste dei prestiti che la Bce e la Banca d'Italia hanno segnalato per via della frenata dell'economia e della politica monetaria
- Per le banche infatti, ha rilevato il vice dg, Gianfranco Torriero, "ad ottobre 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,6% rispetto a un anno prima" ma non "'c'è una stretta creditizia" perché gli impieghi "sono superiori ai livelli pre covid di settembre 2019"
- I depositi sono scesi del 4,6% (-3,5% nel mese precedente). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni , è cresciuta rispetto ad un anno prima (+15,8%), sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente (+16,3%) Le banche infatti, sotto la spinta della clientela e del mercato, stanno aumentando i tassi sui conti correnti, cresciuti allo 0,51% dallo 0,47% di settembre
- Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) ad ottobre 2023 è il 3,57% mentre il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso ad ottobre 2023 è il 4,47%, con un incremento di 316 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l'1,31%