Affitti, cambiano le regole per cedolare secca e Irpef: quale conviene scegliere oggi
La Manovra cambia le regole per cedolare secca e Irpef: tali modifiche possono incidere in modo significativo nel panorama degli affitti, dove si privilegiano sempre di più quelli brevi a quelli lunghi
- Come previsto nella nuova Legge di Bilancio, dal 2024 cambierà la tassazione sugli affitti brevi. Chi ha un immobile che affitta per brevi periodi dovrà infatti scegliere tra cedolare secca e Irpef: alla luce delle novità fiscali preannunciate per il prossimo anno è lecito chiedersi se la cedolare secca convenga ancora
- Nel 2023 la cedolare secca è calcolata al 21%, una percentuale che rischia di cambiare secondo la Legge di Bilancio attualmente in discussione
- Infatti, a partire da gennaio, tale percentuale resterà solo nel caso in cui il contribuente metta in affitto una sola abitazione
- E se ne vengono affittate di più? Se le case messe in affitto sono da 2 a 4, l’aliquota sale: per ogni casa affittata, compresa la prima, la cedolare secca sarà del 26%
- Non cambia niente, invece, dopo la quarta abitazione affittata, che già ora viene tassata tramite Irpef e non cedolare secca
- Ma qual è lo scopo di tale normativa? L’intenzione è quella di convincere i proprietari di immobili ad affittarli con contratti di locazione ordinari, per via della scarsa disponibilità di abitazioni in alcune grandi città
- Eppure, resta intatto il problema della scelta tra affitti brevi e ordinari: se si preferiscono i primi è perché mancano le garanzie che permetterebbero di agevolare i secondi
- Inoltre, anche l’Irpef è destinata a cambiare a partire dal 2024: la prima aliquota sarà infatti accorpata al 23% per tutti quei redditi imponibili fino a 28 mila euro
- L’Irpef è conveniente solo nel caso in cui si trovi in una situazione di incapienza fiscale, ossia qualora si abbia diritto a detrazioni, come bonus edilizi o contributi previdenziali, superiori al reddito imponibile e quindi non sfruttabili del tutto. L’Irpef conviene sempre quando le addizionali regionali e comunali sono basse e l’imponibile è sotto ai 28 mila euro del primo scaglione
- In tutti gli altri conviene sempre la cedolare secca, anche quando è al 26%