Investire in ETF, tutto quello che c’è da sapere: cosa sono e quali sono i migliori
Nel primo semestre del 2023 questi prodotti hanno fatto parlare di sé, con gli investimenti record di 10,3 trilioni di dollari. Gli Exchange Traded Fund esistono dagli anni ’60 ma sono presenti nel mercato finanziario solo dagli anni ’90: si tratta di fondi scambiati in Borsa, di tipo sia azionario che obbligazionario e possono essere acquistati e venduti in tempo reale
- Su scala globale, nel primo semestre del 2023, le attività investite in ETF hanno superato lo storico record di 10,3 trilioni di dollari, merito anche della risalita dei mercati azionari e del costo più contenuto rispetto ai fondi. Nel nostro Paese sono quotati più di 1.800 ETF che coprono ogni settore, dall’obbligazionario all’azionario, dalle criptovalute alle materie prime
- Gli ETF, Exchange Traded Fund, sono presenti sul mercato finanziario sin dagli anni ’90 ma se ne sente già parlare nei primi anni ’60, grazie al contributo di alcuni pionieri del settore, come John Bogle, il fondatore di Vanguard. Nel 1976, introdusse il First Index Investment Trust, un fondo passivo che riproduceva le performance dei mercati dell'epoca
- Si tratta di fondi scambiati in Borsa, sia di tipo azionario che obbligazionario. Proprio come un’azione, gli ETF possono essere acquistati e venduti in tempo reale e hanno l’obiettivo di replicare un indice di Borsa o una strategia secondo delle regole prestabilite. In breve, lo scopo finale è quello di ottenere lo stesso rendimento generato dai prodotti finanziari dell’indice
- Gli ETF a replica fisica, per cominciare, acquistano tutti o soltanto una parte dei titoli contenuti nell’indice. In questo modo, se l’indice cambia, la composizione dell’ETF si adatta automaticamente. Analogamente a molti fondi di investimento, gli ETF hanno un patrimonio separato da quello della società di gestione, il che li protegge da eventuali eventi avversi. In altre parole, se la banca o la società di gestione sono insolventi, l'ETF potrà essere trasferito a un'altra entità sicura
- Gli ETF a replica sintetica, invece, funzionano in modo differente. In questo caso, l'indice sottostante viene replicato attraverso l'uso di strumenti derivati e non tramite l'acquisto diretto dei titoli. L’operazione è nota come “swap”. Il gestore di un ETF a replica sintetica assegna i titoli dell'indice a un partner (solitamente una banca), che a sua volta si impegna a pagare la performance dell'indice, compresi i dividendi. Nell’eventualità di fallimento dell’emittente lo swap potrebbe però valere meno dei titoli detenuti
- Ci sono poi gli ETF Smart Beta che, pur mantenendo un indice di riferimento, non si limitano a replicarlo in modo passivo. Al contrario, effettuano selezioni aggiuntive basate su criteri qualitativi (ad esempio, azioni con dividendi elevati) o quantitativi (come titoli con minore volatilità nell'indice di riferimento)
- Sebbene ETF e fondi d’investimento siano strettamente correlati, presentano alcune differenze: un ETF è un fondo negoziato in borsa, il cui metodo di gestione può essere attivo o passivo. Negli ETF, la composizione del portafoglio cambia soprattutto in concomitanza con le variazioni o le riallocazioni dell'indice di riferimento. I fondi d’investimento a gestione attiva tendono ad avere nel tempo risultati inferiori rispetto agli ETF nella stragrande maggioranza dei casi, per costi o decisioni meno profittevoli
- Gli ETF presentano degli indiscutibili punti di forza: costi minori, accessibilità e trasparenza. Il vantaggio più evidente è che si tratta di strumenti finanziari più economici rispetto ai classici fondi d’investimento attivi. La gestione attiva, infatti, implica commissioni che ne riducono il rendimento. Oltre ai costi, gli ETF sono degli strumenti definiti dagli stessi investitori come trasparenti. Sempre rispetto ai tradizionali fondi d’investimento, garantiscono performance più chiare e semplici in termini di calcolo
- Inoltre, l’acquisto di ETF negoziati in Borsa è del tutto privo di barriere. Gli investitori hanno l’opportunità di comprare tali strumenti da broker online o banche dirette, con ordini eseguiti in modo immediato e, quasi sempre, senza commissioni di custodia. Altro vantaggio degli ETF è il patrimonio separato rispetto a quello delle società di gestione. Nell’eventualità di problemi della banca o dell’emittente, dunque, gli ETF non sono esposti a rischi di insolvenza
- Una delle frequenti critiche che viene spesso mossa agli ETF è la mancanza di liquidità di questi strumenti, che investono in settori iper-specializzati. Inoltre, se per molti è visto come un punto di forza, per altri il prezzo degli ETF viene considerato uno svantaggio. Durante le negoziazioni degli ETF, potrebbe verificarsi una disparità tra i prezzi di acquisto e vendita, specialmente quando non si registra un volume elevato di scambi
- Il fornitore numero uno è BlackRock con iShares a livello mondiale. Anche nel mercato europeo, la divisione ETF "iShares" gestisce un patrimonio di 576 miliardi di euro. Tra gli altri attori del settore, possiamo menzionare Lyxor, DWS, Amundi, Vanguard e UBS. Per gli investitori privati meglio puntare su ETF con volumi significativi. Ai fini fiscali, i profitti ottenuti dalla vendita di un ETF sono considerati "reddito di capitale", mentre le minusvalenze sono "reddito diverso". La tassazione può raggiungere il 26%