Lavoro, indennità e politiche attive per i disoccupati: ecco gli aiuti disponibili
L’introduzione del Supporto formazione lavoro arricchisce l’elenco dei bonus destinati ai disoccupati, suddivisi in tre tipologie: tutto quello che occorre sapere
- L’introduzione del Supporto formazione lavoro arricchisce l’elenco dei bonus destinati ai disoccupati, suddivisi in tre tipologie: le indennità di disoccupazione, le politiche attive e il riconoscimento di alcuni strumenti specifici
- Per quanto riguarda la prima categoria – cioè le indennità di disoccupazione – si tratta di aiuti che spettano a chi perde il lavoro in modo involontario, e che variano a seconda del settore di appartenenza e della tipologia di contratto
- Sono percorsi di orientamento e formazione al lavoro organizzati da centri per l’impiego, agenzie per il lavoro o centri di formazione, che in alcuni casi prevedono anche sostegno economico
- La terza tipologia di aiuti sono i riconoscimenti di alcuni strumenti che sarebbero comunque stati riconosciuti in costanza di lavoro, come ad esempio il congedo di maternità, il congedo di matrimonio o l’indennità di malattia
- Ci sono diverse tipologie di indennità, ognuna riservata a una categoria specifica di lavoratori. La Naspi, per esempio, è destinata ai lavoratori subordinati che hanno almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni. A loro spetta un’indennità pari al 75% dello stipendio medio percepito nel periodo di riferimento entro i 1.352,19 euro, più il 25% per la parte residua fino ad arrivare al massimo a 1.470,99 euro (valori aggiornati al 2023)
- C’è poi l’indennità di disoccupazione Dis-Coll: simile alla Naspi, ma riservata ai collaboratori coordinati e continuativi in caso di cessazione di una o più collaborazioni. Requisito essenziale è aver maturato almeno 1 mese di contribuzione nella Gestione Separata Inps. L’importo è simile a quello Naspi, con alcune specifiche. L’indennità di disoccupazione Sar spetta invece ai lavoratori disoccupati che hanno avuto contratti di somministrazione e soddisfano alcuni criteri, fra cui l’aver almeno 110 giorni di lavoro
- L’indennità di disoccupazione agricola spetta ai lavoratori agricoli dipendenti. Sono necessari alcuni requisiti: iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, 2 anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria e almeno 102 contributi giornalieri nel biennio. L’importo è pari al 40% della retribuzione di riferimento, con la trattenuta del 9% a titolo di contributo di solidarietà
- Per quanto riguarda le politiche attive, quelle che riconoscono un bonus economico al momento sono due. La prima è il reddito di cittadinanza: la sua durata nel 2023 si è ridotta a 7 mensilità a eccezione delle famiglie che al loro interno hanno un minore, un disabile o un componente con più di 60 anni. Spetta all’intero nucleo familiare e ha un importo che per la persona sola è pari a 500 euro al mese con la possibilità di aggiungere un rimborso di 280 euro per le spese di affitto. Dal 2024 verrà sostituto dall’Assegno di inclusione
- Per chi non prende Rdc, ha Isee inferiore a 6mila ed è nella condizione di poter lavorare, da settembre è stato introdotto un percorso che parte dalla sottoscrizione del patto di servizio personalizzato con il centro per l’impiego e si sviluppa con la partecipazione a una serie di iniziative di formazione e orientamento. Si tratta di un bonus di 350 euro che a differenza del Reddito di cittadinanza viene pagato alla singola persona
- Ecco infine gli strumenti di cui sopra, che costituiscono una prosecuzione dei benefici di tutela che sarebbero stati riconosciuti in costanza di lavoro. Il primo è l’indennità di malattia: in caso di malattia certificata dal medico entro i 60 giorni dalla cessazione del contratto da lavoro dipendente spetta un’indennità - tra il 4° e il 180° giorno - pari al 50% della retribuzione media giornaliera fino al 20° giorno, 66,66% dal 21° al 180° giorno
- Sono entrambe indennità sostitutive. La prima spetta a chi nei 90 giorni che precedono il matrimonio o l’unione civile hanno lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative. La seconda dura cinque mesi a patto che dalla sospensione del lavoro e l’inizio del congedo siano trascorsi non più di 60 giorni, o in alternativa laddove l’ex lavoratrice risulti titolare di Naspi