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Petrolio in rialzo, il governo studia un nuovo bonus carburanti

Economia

Simone Spina

Arabia Saudita e Russia continueranno a tagliare la produzione di greggio. Salgono le quotazioni e potrebbero esserci rincari per benzina e diesel. Per raffreddarli si rafforza l’ipotesi di aiuti pubblici: 150 euro una tantum solo per chi ha redditi bassi. Costo: due miliardi. Una spesa che complica la manovra

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Diventa più concreta l’idea di un bonus per alleggerire il peso degli aumenti di benzina e diesel. Ad accelerare quella che al momento è un’ipotesi sul tavolo del governo non sono solo i prezzi ai distributori, rincarati nelle ultime settimane, ma la prospettiva che la corsa dei carburanti proseguirà nei prossimi mesi.

Da Riad e Mosca meno petrolio fino a dicembre 

Ad alimentare i rialzi potrebbe essere la decisione di Arabia Saudita e Russia, i due maggiori produttori di greggio a livello mondiale dopo gli Stati Uniti, di continuare a ridurre le esportazioni di petrolio. Tagli voluti per mantenere alti i prezzi per motivi differenti. I sauditi per ottenere il massimo possibile dalla vendita di quote dal colosso del settore Aramco, così da investire in settori diversi da quello degli idrocarburi, mentre per il Cremlino la priorità è quella di riempire le casse per sostenere la guerra in Ucraina.

Oro nero ai massimi da dieci mesi

L’effetto sui mercati internazionali è stato quello di far schizzare le quotazioni del petrolio ai livelli più alti da dieci mesi (sopra i 90 dollari al barile) e potrebbe volerci poco perché il maggior costo della materia prima si traduca in listini più alti alla pompa.

 

L'ipotesi sul tavolo: 150 euro per chi ha redditi bassi

La prospettiva è che per un litro di benzina si sfondino i due euro in modalità self-service anche fuori dalle autostrade, dove questa soglia è stata già superata. Ecco, quindi, che diventerebbe più urgente raffreddare i rincari con un intervento pubblico. Tagliare le tasse (le accise) sui carburanti come nel recente passato (30 cent al litro) costerebbe un miliardo al mese: troppo. Si lavora, dunque, a un bonus che potrebbe essere di 150 euro, una tantum e solo per chi ha redditi più bassi (forse fino a 25mila euro l’anno).

Caccia alle risorse

Per una misura del genere servirebbero circa due miliardi, da prendere dai maggiori incassi fiscali generati proprio dal recente aumento dei carburanti. In alternativa, potrebbe esserci una lieve riduzione delle imposte su benzina e diesel, ma questa opzione può scattare solo se il prezzo del greggio resta sopra una certa soglia per due mesi. Più probabile, quindi, la strada del bonus, che però complica ulteriormente la ricerca delle risorse per la manovra