Manovra 2024, cosa cambia per i fringe benefit senza tasse: tutte le novità
Nella nuova legge di Bilancio, il governo potrebbe rimodulare di nuovo il limite di 1.000 euro che, questa volta, sarebbe per tutti i dipendenti. Cosa rientra nella misura e come funziona?
I fringe benefit potrebbero cambiare ancora. Con la Manovra 2024, il governo sembra intenzionato a intervenire per rimodulare nuovamente il limite di 1.000 euro che diventerebbe per tutti i dipendenti. L’esecutivo aveva già alzato a 3mila euro la soglia per i lavoratori che hanno figli a carico al posto dei 258,23 euro che valgono per tutti gli altri, ma ora si starebbe muovendo per ampliare il beneficio
Fringe benefit in Manovra, le ipotesi
Con il decreto Lavoro il governo ha poi incluso tra i bonus che non concorrono a formare reddito di lavoro anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle bollette di energia elettrica, acqua e gas oltre ai molti altri che già beneficiavano della detassazione totale e parziale
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I fringe benedit sono un’agevolazione per i lavoratori dipendenti. Attualmente è prevista una soglia di esenzione fino a 258,23 euro per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati e nell’esenzione non rientrano i rimborsi delle somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas
Per le bollette resta applicabile il principio generale secondo cui qualunque somma percepita dal lavoratore in relazione al rapporto di lavoro costituisce reddito imponibile di lavoro dipendente. Diverso è il caso di chi ha figli a carico per i quali lo sgravio arriva a tremila euro all’anno
Nei fringe benefit rientrano numerosi tipi di beni e servizi. Tra quelli più comuni, si trovano solitamente l’auto aziendale, il cellulare aziendale, i buoni acquisto e buoni pasto, o in alternativa il servizio di mensa, ma anche assistenza sanitaria, polizze assicurative, prestiti personali e immobili
I buoni pasto sono invece esclusi dalla tassazione fino all’importo di 8 euro al giorno per il formato elettronico e di 4 euro al giorno per il formato cartaceo. Un altro benefit molto gettonato è l’auto concessa in uso promiscuo, ovvero sia per lavoro che per ragioni private
In questo caso l’importo valido come fringe benefit va calcolato moltiplicando il costo chilometrico indicato nelle tabelle per 15 mila km, che sono ritenuti i chilometri di percorrenza convenzionale per l’uso promiscuo, e applicando la percentuale valida per lo specifico livello di emissioni di CO2. Per le auto a uso promiscuo il datore di lavoro beneficia di una deduzione del 70%, oltre alla detraibilità Iva ridotta al 40%
Ma tra i fringe benefit possono rientrare anche: assistenza sanitaria, polizze assicurative, concessione di prestiti o alloggi che vengono messi a disposizione del dipendente
Nel caso di prestiti concessi dal datore di lavoro ai dipendenti, la normativa prevede che costituisce fringe benefit per il lavoratore il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato in base al tasso ufficiale di riferimento stabilito dalla Banca centrale europea, al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi rimasti a carico del dipendente, calcolati in base al tasso effettivamente applicato
Il dipendente che trasferisce la residenza per ragioni di lavoro nel Comune dove svolge l’attività beneficia di un fringe benefit che prevede che per i primi tre periodi di imposta i canoni di locazione e le spese di manutenzione non siano tassati, mentre il datore di lavoro beneficia della deduzione
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