
Pensioni, under 35 via dal lavoro a 74 anni con poco meno di 1100 euro al mese: lo studio
Lo scenario tracciato da una ricerca di Consiglio Nazionale dei Giovani ed Eures evidenzia la crescente difficoltà per i giovani di entrare nel mercato del lavoro e trovare stabilità contrattuale con livelli retributivi adeguati. Di conseguenza la prolungata precarizzazione farà slittare il pensionamento oltre l’età minima per vecchiaia con assegni di poco superiori ai contributi sociali. La presidente Cng Maria Cristina Pisani: “Nel dibattito tenere conto delle esigenze delle giovani generazioni”

I lavoratori che oggi hanno meno di 35 anni per avere una pensione "dignitosa" potrebbero dover rimanere al lavoro fino a 74 anni. Lo sostiene la ricerca “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani” realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani (Cnog) insieme a Eures. Ecco le proiezioni per la fascia d’età
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La ricerca stima che per godere di una pensione “dignitosa” - cioè poco meno di 1100 euro al mese - i lavoratori under 35, sia dipendenti sia autonomi, dovranno restare in attività almeno fino al compimento dei 74 anni
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Con le regole attuali l’uscita dal lavoro per vecchiaia a 66,7 anni equivarrebbe a percepire un assegno medio mensile dopo il 2050 di 1.044 euro lordi, circa 900 euro netti, il doppio di un contributo pubblico per incapienti
Finanza, come stanno andando i fondi pensione? Cosa sapere sui rendimenti del 2023Per arrivare a un’entrata "dignitosa" di 1.577 euro lordi al mese (1.099 al netto dell'Irpef) la simulazione fissa l’asticella per l’uscita posticipata dei lavoratori dipendenti a 73,6 anni, ovvero 52 anni di prestazioni che spesso potrebbero essere discontinue

La ricerca di Cnog e Eures mostra una proiezione analoga per i lavoratori con partita iva: occorrerà lavorare fino a 73,6 anni per percepire un assegno mensile in media di 1.650 euro lordi, 1.128 al netto dell’Irpef, ovvero 3,3 volte in più dell’assegno sociale

A causare la dilatazione dei tempi di pensionamento futuro per gli under 35 di oggi è la difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro. Più tardi si comincia a lavorare e più tardi si iniziano a maturare i requisiti per l’uscita ma occorre tenere in conto anche di altri fattori come la stabilizzazione contrattuale e il salario percepito

Per la presidente Cgnog Maria Cristina Pisani “La combinazione tra discontinuità e retribuzione basse sarà socialmente insostenibile, per cui c’è la necessità di un dibattito più approfondito sulle questioni previdenziali che tenga conto delle esigenze dei giovani”

Con la Legge di bilancio il governo Meloni proverà a correre ai ripari a partire dall'introduzione di forme di garanzia sulla previdenza pubblica ma finora gli sgravi allo studio farebbero salire solo leggermente le pensioni dei giovani

Una fetta consistente di lavoratori under 35 è in possesso di una laurea. Un’ipotesi allo studio è la diminuzione degli oneri per il riscatto del titolo di studio, oggi a 5.776 euro per ogni anno accademico frequentato. In sindacato chiedono si arrivi a 600-650 euro all'anno

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Un'altra ipotesi sul tavolo del governo è lo sgravio al 100% di un anno dal versamento dei contributi per stimolare l’occupazione degli under 30 nella consulenza finanziaria. Ad essere coinvolta sarebbe in primis Enasarco, ente di previdenza integrativa a cui gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi sulle provvigioni
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