Fisco, cosa cambia per i contribuenti con l’onere della prova dell’Agenzia delle Entrate
La delega fiscale è approdata all'esame dell'Aula di Montecitorio. Punta a rafforzare il peso di cittadini e imprese nei confronti del Fisco. Con l’introduzione dell’onere della prova, gli atti non si baseranno più su presunzioni ma l'ente di riscossione dovrà motivarli con prove concrete. Prima di emettere un accertamento l’Agenzia delle Entrate dovrà passare per un contradditorio preventivo che aumenta il diritto di difesa di chi paga i tributi. Rafforzamento in vista anche per lo Statuto dei contribuenti
La delega fiscale, approdata all’esame dell’Aula di Montecitorio, punta a riscrivere i rapporti tra cittadini e imprese da un lato e il Fisco dall'altro. A partire dall'atteggiamento dell'Agenzia delle Entrate che dovrà motivare i suoi atti tenendo conto del diritto di difesa del contribuente. Ecco le novità principali del provvedimento uscito dalla commissione Finanze
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ONERE DELLA PROVA - Una prima novità riguarda la giustificazione delle pretese fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’ente di riscossione avrà un obbligo più stringente nel motivare gli atti impositivi attraverso l’onere della prova. Gli atti in sostanza non saranno basati su presunzioni semplici ma andranno provati nel concreto in modo da colpire l’evasione
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STATUTO DEI CONTRIBUENTI - Un emendamento alla delega fiscale potenzia poi lo Statuto dei contribuenti. Nello specifico, se una norma fiscale presenta un dubbio interpretativo farà fede quanto c’è scritto nello statuto rispetto alla posizione del Fisco
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CONTRADDITORIO PREVENTIVO - Un altro aspetto che muterà i rapporti tra cittadini e Fisco è l’obbligo per l’Agenzia delle Entrate di tenere conto dell’eventuale contradditorio preventivo con il contribuente prima di emettere un atto di riscossione
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DIRITTO DI DIFESA - La misura punta a rafforzare il diritto di difesa contro atti che oggi sono immediatamente esecutivi e che impongono tempi stringenti per le impugnazioni
BUONA FEDE - La delega fiscale rimarca il principio di buona fede e collaborazione stabilito dallo Statuto del contribuente disponendo che non siano comminate sanzioni se il comportamento errato è causato da ritardi, omissioni o errori dell’amministrazione finanziaria
INCERTEZZA - La buona fede si applica anche nel caso di dubbi interpretativi. Per il contribuente la sanzione verrà neutralizzata anche quando la violazione derivi da obiettive condizioni di incertezza sull’applicazione della norma tributaria
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IL GOVERNO - Nell'intervenire sulla discussione generale il viceministro dell’Economia Maurizio Leo si è detto "favorevole ad uno Statuto dei contribuenti: in delega c’è il principio che lo fa diventare una sorta di prelegge a tutto il sistema tributario in attesa che venga elevato a rango costituzionale"
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