Nel nuovo bollettino economico la Banca centrale europea ha ribadito che "le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo" e che "il consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare un livello e una durata della restrizione adeguati"
Finché sarà necessario "i tassi di riferimento" saranno fissati "a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario". Lo annuncia La Banca centrale europea nel nuovo bollettino economico, precisando che "le pressioni sui prezzi restano intense" e "vi sono ancora significativi rischi al rialzo per le prospettive di inflazione". "L'inflazione complessiva - riferisce la banca - ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi rimangano intense", e allo stesso tempo i rialzi "si stanno trasmettendo con vigore" alle condizioni di finanziamento "mentre il ritardo e l'intensità della trasmissione all'economia reale restano incerti". La Bce ha poi ribadito che "le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo" e che "il consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare un livello e una durata della restrizione adeguati".
Le prospettive
Per la Bce nel breve periodo le pressioni inflazionistiche potrebbero generare aumenti dei prezzi al dettaglio più forti del previsto, mentre la guerra in Ucraina potrebbe spingere di nuovo al rialzo i prezzi dei beni energetici e alimentari. Anche le aspettative di inflazione, che persistono al di sopra dell'obiettivo della Bce, potrebbero spingere al rialzo i prezzi nel medio termine, così come aumenti maggiori delle retribuzioni o dei margini di profitto. Fra i rischi al ribasso per la Bce ci sono eventuali nuove tensioni nei mercati finanziari, che potrebbero far diminuire l'inflazione più rapidamente rispetto a quanto previsto nelle proiezioni.
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"Con l'attenuarsi della crisi energetica governi ritirino misure di sostegno"
Per la Bce con l'attenuarsi della crisi energetica "i governi dovrebbero ritirare le relative misure di sostegno tempestivamente e in maniera concordata" in modo da "evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta". Nel bollettino viene anche sottolineato che "le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l'economia dell'area dell'euro più produttiva e a ridurre gradualmente l'elevato debito pubblico". Inoltre, afferma la Bce, le "politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell'area dell'euro, soprattutto nel settore energetico, possono contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo".
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La crescita
Il Pil dell'area dell'euro nel primo trimestre dell'anno è salito dello 0,1%, dopo aver ristagnato alla fine del 2022, e "i dati che finora sono stati resi disponibili segnalano per il secondo trimestre del 2023 la prosecuzione di una crescita positiva, anche se moderata", scrive la Bce nel bollettino. Gli economisti segnalano anche che gli investimenti delle imprese dovrebbero essere tornati a crescere agli inizi del 2023, dopo una contrazione nel quarto trimestre del 2022.
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I prestiti
Per quanto riguarda i prestiti, la Bce scrive che "le banche hanno segnalato un forte calo della domanda da parte di imprese e famiglie nel primo trimestre del 2023. Il calo della domanda da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda da parte delle famiglie è stata la più elevata dall'avvio dell'indagine nel 2003". La flessione nei prestiti "è stata superiore alle aspettative espresse dagli intermediari nel trimestre precedente", e le banche hanno segnalato che il motivo principale è il livello dei tassi di interesse.