
Mutui, crescono rate dopo i rialzi Bce: aumenti a due cifre per vecchi e nuovi tassi
Il rialzo deciso dalla Banca centrale europea avrà come effetto quello di portare ancora più su i rimborsi mensili dei prestiti: chi deve ha già un mutuo in essere a tasso variabile rischia di subire un rincaro del 65%. Ecco tutti gli scenari

L’ennesimo rialzo del costo del denaro deciso dalla Bce avrà inevitabili effetti sui tassi d’interesse di tutti i tipi di finanziamento, destinati a salire ulteriormente. A sottolinearlo è la Fabi che evidenzia come le famiglie indebitate, in Italia, siano 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale
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QUANTI HANNO IL MUTUO? – Come ha dichiarato Fabi, circa 3 milioni, su 6,8 milioni di famiglie indebitate (includendo anche altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali), hanno un mutuo per l’acquisto di una casa
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MAGGIORE COSTO - Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 3,75%. Comprare un’automobile a rate, come ad esempio un modello da 25mila euro, potrebbe costare, in presenza di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021
Mutui, per variabili aumenti del 65%. I tassi fissi costano il doppio
NUOVI MUTUI – Le cifre cambiano se consideriamo i nuovi mutui: come spiega la Federazione autonoma bancari italiani, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare mentre per quelli a tasso variabile il rimborso mensile potrebbe salire del 50-60%. Un esempio: se consideriamo un mutuo a tasso fisso da 200mila euro di 25 anni (con un tasso medio applicato dalle banche anche oltre al 5%), la rata mensile sarà di 1218 euro; per un prestito da 100mila euro, agli stessi anni, col tasso al 5,1%, la rata mensile sarà di 597 euro
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VECCHI MUTUI - Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 65%. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine febbraio 2023, a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%)
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QUANTO EROGATO FINORA – Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 253 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse. “L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana”, ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni
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I RISCHI – “I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal Reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea”, ha dichiarato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni

TASSI ANCORA ACCESSIBILI – In merito alla situazione non sembra essere così allarmistica la previsione del gruppo MutuiOnline, che sottolinea come “l’impatto del rialzo dei tassi Bce sul mercato dei mutui si fa sentire e si somma alla crescita dell'inflazione sul reddito delle famiglie. I tassi restano comunque accessibili e ancora relativamente sostenibili e siamo comunque ben lontani ai picchi degli anni fra il 2012 e il 2014", ha sottolineato Alessio Santarelli, direttore generale della divisione broking di Gruppo MutuiOnline
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