
Vola il prezzo della pasta, Urso: “In campo tutte le misure anti speculazione”
Da marzo dello scorso anno i rincari hanno raggiunto il 17,5%. Per il ministro delle Imprese e del made in Italy “occorre essere trasparenti a beneficio dei consumatori”. E sul tema sono intervenute anche Coldiretti, Assoutenti e Codacons: ecco la situazione

Il prezzo della pasta cresce, e l’allarme inizia a diffondersi tra il governo e le associazioni del settore. I rincari hanno raggiunto il 17,5% a marzo su base annua, e sul tema è intervenuto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso: “Stiamo mettendo in campo tutte le misure possibili per evitare le possibili speculazioni, soprattutto per i prodotti di largo consumo i cui prezzi sono monitorati dal Ministero”
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Adolfo Urso, in un messaggio inviato alla presentazione del primo Rapporto di Federalimentare e Censis, ha aggiunto che “non vogliamo fare polemiche ma occorre essere trasparenti a beneficio dei consumatori, e a salvaguardia dell'elevata reputazione sociale che avete conquistato nel tempo”. E ieri si è tenuta una riunione della "Commissione di allerta rapida" dopo i rincari della pasta
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Nei giorni scorsi, comunque, il ministro aveva tranquillizzato: “Molte imprese hanno chiarito che questo aumento era ed è temporaneo”, ha detto Urso. “L'aumento era dovuto a loro avviso all'aumento delle materie prime e dell'energia dello scorso anno, essendo la pasta in commercio attualmente prodotta nei mesi scorsi. Quindi i prezzi torneranno a essere più bassi nelle prossime settimane”
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“I consumatori sanno che l'aumento è dovuto allo smaltimento di scorte prodotte quando i costi erano superiori e che ora torneranno a essere bassi, come è giusto che sia. Ancora più bassi perché il costo delle materie prime è sceso molto”, ha concluso Adolfo Urso
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Intanto Coldiretti, in occasione della riunione della Commissione di allerta rapida sul caro pasta, ha fatto sapere che “occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per garantire prezzi giusti ed una più equa distribuzione del valore a tutela dei consumatori degli agricoltori contro le pratiche sleali”

Assoutenti, nel corso della riunione della Commissione di allerta rapida sui prezzi in tema di caro-pasta, ha invece presentato un dossier che evidenzia alcune gravi storture sul fronte dei listini al dettaglio in Italia. Secondo quanto fatto sapere dall’associazione, il documento dimostrerebbe l’asimmetria tra l'andamento dei beni energetici e quello dei beni alimentari, prodotti che continuano a registrare rincari record a danno di milioni di famiglie

Lo studio di Assoutenti rileva inoltre come le famiglie, per far fronte ai rincari, siano state costrette a modificare le proprie abitudini, rinunciando a mettere in tavola alcuni beni specifici. Tra i prodotti per i quali nel 2022 si è registrato il più forte calo dei consumi figurano carni fresche, uova e salumi, prosciutto crudo, arance, patate surgelate, melanzane, lattuga, pesce fresco, olio d'oliva e di semi, e alcolici come vino e birra

"Per affrontare il fenomeno inflazionistico, anticipandolo e limitandolo, e per riportare l'inflazione al tasso programmato del 5,9%, è necessaria un'azione trasversale che coinvolga il territorio”, ha detto il presidente Furio Truzzi. Per questo è arrivata la proposta al ministro Adolfo Urso “di creare in accordo con Mister Prezzi degli osservatori locali che contribuiscano ad individuare i settori ad alta tensione inflattiva"

Il Codacons ha intanto inviato un esposto all'Autorità per la concorrenza e all'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, chiedendo di indagare sulle anomalie che si registrano in Italia sul fronte dei listini al dettaglio della pasta

"Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno, mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell'inflazione”, ha scritto il Codacons nell’esposto
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