
Rincari, governo in campo contro speculazioni. Forti rialzi sui prezzi di pasta e gelato
L’esecutivo sta monitorando l’impennata dei prezzi di alcuni generi alimentari, quasi inspiegabile visto il diffuso calo dei costi di produzione. “Questi aumenti colpiscono i beni primari con effetti immediati sui consumi delle famiglie e principalmente dei ceti popolari”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

Il caro prezzi è finito sotto la lente dell’esecutivo. L’aumento dei listini di molti generi alimentari non sembra essere giustificato dai prezzi delle materie prime, che nell’ultimo periodo hanno subìto un rallentamento, così come il costo dell’energia. Una volta avviato un monitoraggio sul mercato, l’esecutivo valuta di intervenire e potrebbero scattare controlli a tappeto da parte della Guardia di finanza. L’obiettivo sarebbe quello di scovare chi specula sul prezzo finale
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OCCHI SULLA PASTA – Nell’occhio del ciclone ci sono soprattutto i rincari della pasta che, come ha osservato il ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha visto il suo prezzo lievitare a marzo del 17,5% rispetto all’anno precedente. Per questo Adolfo Urso, titolare del dicastero legato al mondo imprenditoriale e dei prodotti italiani, ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida
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LA VALUTAZIONE DI URSO – A detta del ministro, “la riunione del comitato servirà a chiarire quale sia stata la dinamica dei prezzi che ha suscitato allarme tra i consumatori anche perché riguarda un bene primario come la pasta, centrale nella nostra alimentazione. Questi aumenti colpiscono i beni primari con effetti immediati sui consumi delle famiglie e principalmente dei ceti popolari”
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IL COSTO DELLA PASTA - Coldiretti ricorda che il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 32-36 centesimi al Kg, un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto al 2022, mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione. “Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che, secondo l’Osservatorio del ministero del Made in Italy, variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dagli 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo”
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I RINCARI IN ITALIA - Sulla stessa linea anche i dati dell’associazione dei consumatori Assoutenti che ha stilato la mappa ufficiale delle città italiane più care per la pasta. Sul podio c’è Ancona (2,44 euro al kg), la più economica, è, invece, Cosenza (1,48 euro al chilo). Ma, confrontando i prezzi attuali con quelli di marzo 2022, i rincari più pesanti si registrano in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta sale da una media di 1,37 euro/al kg dello scorso anno ai 2,17 euro di oggi, con un aumento del 58,4%
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I RINCARI DEL GELATO – Una situazione molto simile a quella della pasta la riporta anche il gelato, che segna un rincaro del +23% rispetto al 2022, come riportato da un’analisi di Coldiretti sulla base di dati Istat. Un fatto che non sorprende, se si pensa al balzo dei costi dell’energia e delle principali materie prime usate nelle preparazioni: dalle uova (+17%) al latte (+21%) e soprattutto lo zucchero (+54%)
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IL RALLENTAMENTO RIPORTATO DA ISTAT – Una situazione in controtendenza rispetto a quanto segnalato dall’Istat: i prezzi dei beni alimentari ad aprile hanno rallentato la loro crescita (da +12,9% a +12,3%; +0,7% il congiunturale), per effetto dei prezzi sia degli alimentari lavorati (che passano da +15,3% a +14,7%; +1,1%su base mensile), che dei non lavorati (da +9,1% a +8,4%; +0,2% su marzo)

IL CASO DEI VEGETALI FRESCHI – Per quest’ultimo dato da segnalare la decelerazione dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (il dato congiunturale segnala un passaggio da +9,0% a +7,6%, con un -1,7%), solo parzialmente contrastata dall'accelerazione dei prezzi di frutta fresca o refrigerata (da +5,2% a +7,6%; +1,3% su marzo)
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