Partite Iva, i bonus attivi nel 2023. Dal sostegno al reddito all'attività d'impresa
Per i lavoratori autonomi in regima di p.Iva sono previsti aiuti specifici. Tra questi c'è ISCRO, destinato a chi - nell'anno precedente la domanda - ha prodotto reddito da lavoro inferiore al 50% della media dei redditi dei tre anni anteriori e non superiore a 8.972,04 euro. Ci sono poi misure per aiutare chi intende muoversi nel mondo imprenditoriale, da Resto al Sud a ON (Oltre nuove imprese a tasso zero)
Tra i molti bonus attivi per il 2023 ce ne sono alcuni che possono essere usati anche dai lavoratori in regime di partita Iva. Si tratta di aiuti di tipo diverso: alcuni sono pensati per chi si trova in difficoltà economica, come una sorta di cassa integrazione per il lavoro autonomo, mentre altri hanno l’obiettivo di facilitare le attività imprenditoriali in fase di avvio (soprattutto al Sud Italia, per i giovani e per le donne)
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ISCRO – Gli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, che per professione abituale esercitano attività di lavoro autonomo, possono beneficiare dell’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa). I dettagli sulla misura sono contenuti nella circolare Inps n.94/2021. È bene ricordare innanzitutto che si può ottenere l’indennità una sola volta nel triennio 2021-2023 ed è erogata, per sei mensilità, a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda
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Sono diversi i requisiti fissati dalla legge per poter ottenere l’ISCRO. Dal punto di vista reddituale, bisogna aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito che non abbia superato gli 8.972,04 euro. L’importo sarà pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall'Agenzia delle Entrate e già trasmesso da quest’ultima all’Inps alla data di presentazione della domanda
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L’indennità non può essere di importo mensile inferiore a 254,75 euro e non può superare l’importo mensile di 815,20 euro. L’erogazione dell’indennità ISCRO è accompagnata dalla partecipazione, da parte dei beneficiari, a percorsi di aggiornamento professionale
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Non bisogna poi essere titolari di trattamento pensionistico diretto ed essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie alla data di presentazione della domanda, né essere beneficiari di Reddito di Cittadinanza. È inoltre necessario aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell'anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all'anno precedente alla presentazione della domanda
E ancora: è richiesto che il richiedente sia in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria e che sia titolare di partita Iva attiva da almeno quattro anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all'iscrizione alla gestione previdenziale in corso
I BONUS PER LE IMPRESE – Guardando nello specifico alle imprese, è attivo ON (Oltre nuove imprese a tasso zero). Gestito da Invitalia, l'incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico sostiene le micro e piccole imprese composte - in prevalenza o totalmente - da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure da donne (senza limiti di età)
ON, si legge sul sito di Invitalia, "finanzia le imprese con progetti di investimento che puntano a realizzare nuove iniziative o ampliare, diversificare o trasformare attività esistenti nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo". Le agevolazioni previste sono un mix di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro. Si può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili
Importante è ricordare che i piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono poi concludersi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento. L’incentivo è a sportello: non ci sono graduatorie né scadenze. Le domande sono quindi esaminate in base all’ordine di arrivo
Sempre gestito da Invitalia è Resto al Sud, destinato alle aziende collocate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, oltre a delle aree del cratere sismico di Lazio, Marche, Umbria. Possono accedervi gli imprenditori con età tra i 18 e i 55 anni, che operano in vari settori: industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo e commercio
L’incentivo copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50mila euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200mila euro nel caso di società composte da quattro soci. Per le sole esercitate in forma individuale, quindi con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è di 60mila euro
Le spese finanziabili riguardano: la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa); macchinari, impianti e attrezzature; programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione; costi di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative), per un massimo 20% del programma di spesa. Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente
Le agevolazioni sono composte al 50% da contributi a fondo perduto e al 50% da finanziamento bancario, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi restano a carico di Invitalia. I fondi disponibili ammontano in tutto a un miliardo e 250 milioni di euro. Anche in questo caso, non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.
Bonus, la guida agli incentivi 2023 di Sky TG24)
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